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Cronaca Faenza

Bimbo di 8 anni morto in un tragico incidente: chiesto il rinvio a giudizio per lo zio

Quella morte all’epoca aveva scosso tutti, anche perché il piccolo era spirato dopo quasi sei mesi di agonia

All’esito dell’udienza preliminare del 31 maggio al Tribunale a Foggia, il Gup Antonio Sicuranza ha rinviato a giudizio un 42enne nato in Basilicata ma residente a Faenza per i reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali gravissime per aver causato la morte del nipote di appena 8 anni e il ferimento del fratello 43enne, padre del bambino, a causa dell'uscita di strada con l’auto che guidava e su cui le due vittime erano trasportate. Quella morte all’epoca aveva scosso tutti, anche perché il piccolo era spirato dopo quasi sei mesi di agonia. Gli avvocati di Studio3A-Valore si sono opposti alla richiesta di archiviazione del procedimento penale, ottenendo la riapertura delle indagini. Ora l’imputato dovrà comparire avanti il giudice monocratico di Foggia, Simona Giuliani, il prossimo 27 ottobre.

L'incidente sarebbe partito da una scelta fatale: quella del conducente di imboccare la Strada Provinciale 95 in direzione Candela-Cerignola “che era interdetta al traffico, in violazione delle norme del codice della strada che ne impedivano l’uso”, citando la richiesta del Sostituto Procuratore. Ma la colpa più grave ascritta al 42enne faentino, spiega il Pm, è quella di avere a un certo punto “perso il controllo della macchina che fuoriusciva nella sede stradale finendo la sua corsa in un terreno attiguo”, dopo essersi capovolta svariate volte. La scena che si presenta ai primi soccorritori è terribile: ad avere la peggio sono proprio il bimbo e il papà, passeggeri seduti sul lato destro del mezzo, rispettivamente nel sedile posteriore e anteriore. Vengono trasportati in condizioni disperate, in prognosi riservata, al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia.

Il bambino pareva essersi ripreso, ma poi è peggiorato e l’11 luglio 2018 è spirato. “Decesso dovuto a shock settico in ernia diaframmatica post traumatica (aveva riportato, tra le tante lesioni, la frattura del femore, lacerazioni e contusioni polmonari ed epatiche) e in indissolubile nesso causale con l’incidente” hanno concluso Raffaella Bisceglia e Antonello Giuliani, i consulenti tecnici incaricati dalla Procura di redigere la perizia autoptica sul corpicino onde stabilire le cause della morte, escludendo responsabilità da parte dei medici che lo hanno avuto in cura nel corso del suo lungo calvario. Il papà è sopravvissuto ma, oltre al dolore immenso per aver perso il figlioletto, gli è rimasta un’invalidità permanente di almeno il 50 per cento.

La Procura di Foggia aveva aperto un procedimento penale inizialmente per lesioni stradali gravi, ma a carico di ignoti, in quanto i carabinieri di Ascoli Satriano, intervenuti per i rilievi, al loro arrivo non avevano trovato nessuno nel veicolo, i feriti erano già in fase di trasporto all’ospedale, e il conducente, sentito nell’immediatezza, aveva riferito di non ricordare nulla del sinistro. La sua compagna, in verità, l’unica uscita quasi illesa dall’auto, ai militari aveva subito riferito che al volante c’era lui, ma una settimana prima che il bambino morisse il Sostituto Procuratore ha formulato la richiesta di archiviazione, “essendo rimasti ignoti gli autori del reato e non appaiono esperibili utilmente altre attività”.

I congiunti della vittima a quel punto, per essere assistiti e fare piena luce sui fatti, attraverso i consulenti legali Luigi Cisonna e Sabino De Benedictis, si sono affidati a Studio 3A-Valore e all’avvvocato Aldo Fornari, del Foro di Bari. Ed è stata subito presentata una opposizione alla richiesta di archiviazione, discussa nell’udienza del 13 marzo 2019 dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari Armando Dello Iacovo, che ha accolto le richieste dei patrocinatori dei familiari del piccolo, restituendo il fascicolo al Pm e disponendo la prosecuzione delle indagini. Un’integrazione istruttoria che ha dato i suoi frutti portando alla definizione delle responsabilità e alla richiesta da parte del processo per il 42enne faentino, che è stata riscontrata e ora accolta.

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