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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Lugo

Lugo, blitz nel laboratorio cinese: operai al lavoro nella sporcizia

Doveva essere un normale accesso ai fini fiscali quello praticato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Lugo in un magazzino specializzato alla produzione di capi di vestiario da parte di soggetti cinesi

Doveva essere un normale accesso ai fini fiscali quello praticato nei giorni scorsi dai militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Lugo in un magazzino specializzato alla produzione di capi di vestiario da parte di soggetti cinesi. Inverosimile, invece, lo scenario che si è proposto agli occhi dei militari. Uno spazio di ampie dimensioni all'interno del quale, nascoste da un cellophane opaco, erano state collocate numerose macchine da cucire.

 

L'impatto visivo iniziale non ha impedito di rilevare già da subito dei particolari davvero incredibili. All'ingresso c'era un distributore automatico di caffè, necessario probabilmente a mantenere svegli  i lavoratori, accanto ad esso un tavolo su cui, oltre ad una radio, ad attrezzi da cucina per il passato di verdure e a carte da gioco, vi era un'immensa quantità di fili di cotone.

 

Sulla destra, fuori dal cellophane, altre macchine da cucire e vestiti posti ovunque. A quel punto, guardandosi intorno, le Fiamme Gialle hanno notato una serie di fogli attaccati al muro. Su questi ultimi comparivano istruzioni su come cucire i vestiti, la lunghezza in base alle varie taglie e le etichette da apporre sui capi riportanti la scritta "made in Italy".

 

È cominciata, così, un'accurata osservazione del luogo. Da subito è emerso che le condizioni igieniche erano a dir poco pessime e che le regole base del rispetto per la sicurezza sul lavoro non erano minimamente rispettate. Ovunque c'erano fili elettrici scoperti, sotto il cellophane una stufetta per il riscaldamento dotata di una bombola a gas, vicino a prese elettriche e agganci di luce assolutamente artigianali.

 

In una delle stanze del magazzino i militari hanno trovato un cane immerso nella sporcizia totale; hanno  spiegato i proprietari che si trattava di un animale molto aggressivo e che quindi andava tenuto chiuso in una stanza. È evidente che qualsiasi animale si sarebbe incattivito a vivere in quel modo.

 

I cinesi hanno poi spiegato che fino allo scorso anno avevano dei lavoratori dipendenti mentre ora il lavoro veniva svolto esclusivamente dai membri della famiglia. Quando è stato effettuato l'accesso, nessuno dei familiari stava però lavorando. Non diversa è apparsa la situazione igienica all'interno dell'abitazione durante lo svolgimento della ricerca documentale. Bambini che vivevano in stanze sudice con appesi nastri di colla per catturare le mosche mai asportati, e mosche ce ne erano a centinaia; pentole per cucinare incrostate e pronte ad essere usate.

 

A quel punto si è insindacabilmente richiesto l'intervento dell'Azienda USL di Ravenna. Prontamente sono intervenuti  dei funzionari che hanno studiato l'assetto del laboratorio e della abitazione. Immediata la diffida inviata al Comune per segnalare che gli impianti non erano assolutamente a norma. Sebbene gli impianti elettrici di base fossero, infatti, rispettosi della normativa, i cinesi avevano apportato agli stessi una serie di modifiche che non li rendeva assolutamente sicuri. 

 

Tutto questo è stato solo il contorno della principale attività dei finanzieri: la verifica fiscale. Sporadica la documentazione degli anni precedenti, quasi inesistente quella dell'anno in corso. La motivazione eccepita dai cinesi per tale circostanza è stata l'ignoranza della disposizione che impone la conservazione delle scritture contabili. Dall'analisi delle banche dati in dotazione al Corpo della Guardia di finanza emerge che la società cinese non ha presentato dichiarazione fiscale per il 2009 e non ha mai versato imposte. Sono in corso tutte le attività per dare un definitivo quadro fiscale alla situazione.

 

Forse le disposizioni ignorate da questi soggetti sono un po' troppe: quelle igieniche, quelle della sicurezza sul lavoro e la normativa fiscale. In Italia, però, queste norme, rigide e sanzionatorie, non permettono né la libera interpretazione né l'ignoranza. Fenomeni diversi generano un allarme sociale che le Fiamme Gialle si impegnano a contrastare.

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