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Cronaca

Blocco delle estrazioni, Ravenna ci riprova chiedendo una deroga

A voce unica, o quasi, il Consiglio comunale di Ravenna chiede una deroga per il distretto offshore locale al blocco delle estrazioni, sancito dal Governo con il decreto Semplificazioni

A voce unica, o quasi, il Consiglio comunale di Ravenna chiede una deroga per il distretto offshore locale al blocco delle estrazioni, sancito dal Governo con il decreto Semplificazioni. E una difesa del comparto in generale. Il tema torna sui banchi di Palazzo Merlato grazie a una mozione di Veronica Verlicchi della Pigna, alla quale si collegano due ordini del giorno da parte di maggioranza e parte dell'opposizione. Con il gruppo misto che si smarca. Dai tre documenti ne scaturisce uno univoco, approvato con 18 voti favorevoli, due contrari, il Gruppo misto, e l'astensione di Ravenna in Comune.

L'assessore allo Sviluppo economico Massimo Cameliani interviene per sottolineare l'attivita' di Regione e Comune per una modifica al provvedimento. Se la possibilita' del ricorso alla Corte costituzionale "non e' possibile per la scadenza dei termini", Viale Aldo Moro ha inviato una specifica richiesta per una deroga per Ravenna il 6 febbraio al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte; l'assessore allo Sviluppo economico Costi ne ha discusso con i tecnici di Arpae e del ministero dello Sviluppo economico il 5 aprile a Roma. Inviando un'ulteriore richiesta al sottosegretario Giancarlo Girogetti il 12 aprile. Cameliani punta cosi' il dito contro il Governo: "Mentre sul panorama nazionale sembra che i provvedimenti siano sempre piu' a impronta leghista, per lo sblocco dell'attivita' estrattiva ha lasciato la tematica unicamente al Movimento 5 Stelle. Non e' vero che Matteo Salvini faccia il bello e il cattivo tempo. Su Ravenna e le estrazioni non lo fa". Secondo l'assessore, "prevale l'ideologia" e "neanche la Lega territoriale e Girogetti, ne' l'esito elettorale sono riusciti dopo mesi a sbloccare la situazione"; dunque, ribadisce Cameliani, "la responsabilita' politica della Lega e' evidente. Dopo sei mesi non c'e' stata nessuna modifica", in nome di quello che l'assessore definisce "uno scalpo del ministro del Lavoro Luigi Di Maio".

Verlicchi sottolinea che ci sono state "promesse non mantenute" sia da parte della Regione, sul mancato ricorso, sia della Lega; mentre la capogruppo del Carroccio Samanthan Gardin rimarca come 18 mesi di blocco siano "una eternita' per le aziende". Tra l'altro e' stato sospeso un permesso al largo di Venezia che "avrebbe garantito di andare avanti per tutta la transizione energetica". E, aggiunge, "se chiudono certe aziende quello che abbiamo ora non lo recuperiamo piu'". Nel Governo, conclude, ci sono "due anime e la Lega e' a favore del comparto". Gardin spiega anche di avere consegnato a Giorgetti "tutte le linee concordate con le aziende del settore". Fuori dal coro Marco Maiolini del Gruppo misto: "La legge 12 non prevede un blocco, ma la sospensione per 18 mesi". Si tratta di "poche decine di permessi e sembra che stiamo bloccando il mondo. Ma senza continueremo a trivellare, bisogna cominciare a fare qualcosa". Anche sull'aumento delle royalties, "le piu' basse d'Europa". Insomma sono "orgoglioso del provvedimento", che certo "non e' popolare ma la decisione va presa".

Dai banchi della maggioranza Andrea Vasi del Partito repubblicano mette in evidenza la necessita' di effettuare la transizione energetica "rispettando chi lavora", mentre Daniele Perini di Ama Ravenna argomenta che "Maiolini difende la sua parte politica ma a rimetterci e' la nostra comunita'. Rimarremo al palo". Infine il dem Marco Turchetti si chiede "come si faccia una rapida trasformazione senza incentivare questo settore? E infatti - conclude - le rinnovabili sono calate del 12%, cosi' non si fa". (fonte Dire)

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