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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Brutta fine per i daini della pineta di Classe: un bando per catturarli e venderli agli allevamenti da carne

Questo nonostante il fatto che, da parte della Regione, sia stata più volte garantita l’intenzione di non operare in forme cruente bensì agendo, come da titolo del bando, per la delocalizzazione degli animali

I daini della pineta di Classe rischiano di fare una brutta fine. L'Ente Parco Delta del Po, infatti, ha pubblicato a fine agosto un avviso pubblico di ricerca di mercato per l'affidamento in concessione delle attività di cattura e delocalizzazione degli esemplari di daino presenti nel territorio del parco nelle pinete di Classe e di Volano. Nel bando si legge che il valore attribuito alla concessione (per la quale il concessionario dovrà proporre lui stesso l’ammontare del canone) è stato commisurato in 83.700 euro oltre all’Iva (a decorrere dall’anno 2023) derivante dalla stima degli introiti dell’attività. Questa stima è stata così effettuata: “Il numero ipotetico di esemplari da prelevare è pari a circa 1.150”; “il valore della carne di daino, in Italia, varia tra 4,00 €/Kg per i maschi e 4,30 €/Kg per le femmine e i giovani dell’anno”; “il peso medio utile degli esemplari, tolte la pelle, la testa e la parte bassa delle zampe, è di circa 25 kg per i maschi e 20 kg per le femmine e i giovani dell’anno”; “il valore complessivo dei capi presenti, quindi, è di poco superiore ai 100.000,00 euro”; “ragionevolmente, non sarà possibile catturare più di 300 esemplari all’anno nei tre anni di concessione, per complessivi 900 capi ed un valore, quindi, di circa 83.700,00 euro, ossia 27.900,00 euro/anno”.

E questo nonostante il fatto che, da parte della Regione, sia stata più volte garantita l’intenzione di non operare in forme cruente bensì agendo, come da titolo del bando, per la delocalizzazione degli animali. "Nonostante il fatto acclarato della presenza di lupi, che mantengono in naturale equilibrio la popolazione dei daini, nonostante l’invito accorato di associazioni e cittadini ad installare dissuasori lungo le strade - appello mai ascoltato - nonostante i documenti della Regione stessa attestino danni più che esigui alle colture e un numero bassissimo di incidenti (comunque evitabili del tutto con dissuasori adeguati), i nostri amministratori non cancellano la scelta crudele e insensata di destinare i daini a zone di prelievo, cioè di caccia. Una morte in differita per i sopravvissuti alla cattura e allo spavento - commentano dalla Rete a tutela dei daini di Classe e di Lido di Volano - Non è chiaro se e come saranno elargiti questi fondi agli operatori economici, che di certo desiderano ottenere un guadagno: dalla Regione, e quindi con soldi pubblici che potrebbero essere utilizzati per i metodi ecologici? Oppure, ipotesi che ci pare più probabile, guadagnando sulla rivendita ad allevamenti in base alla legge 157/92 come da delibera 140 – quindi anche a scopo alimentare e di ripopolamento? Di certo, i soggetti economici si muoveranno solo per un ritorno monetario. Dove sono finite le parole rassicuranti dell’assessore Mammi sul destino dei daini?

"Salta agli occhi anche il conteggio, del tutto privo di documentazione, del numero dei daini, che per il Parco del Delta sarebbe arrivato a 700 esemplari nella zona della pineta di Classe partendo da un numero di 311 del censimento del 2019 - continuano gli animalisti - Deve essere presente l’unica famiglia di lupi vegetariani in zona, visto l’aumento straordinario, superiore anche alle stime di aumento del 30% annui già in passato citato dalla Regione. Caro assessore Mammi, caro Presidente Bonaccini, è questa l’idea di tutela dei daini che avete cercato di rifilare ai cittadini? Qualcuno ancora crede che gli animali saranno portati nel bosco delle fate? A questo proposito la consigliera regionale Giulia Gibertoni presenterà a breve interrogazione a cui ci auguriamo seguano risposte entro brevissimo tempo. Oltre ad esprimere ancora una volta la nostra condanna alla delibera regionale ammazza daini numero 140, invitiamo la cittadinanza a firmare con maggiore urgenza la raccolta firme per abolirla. I volontari saranno presenti giovedì 1 settembre dalle 17,00 alle 21,00 circa presso l’Arena del Sole a Lido di Classe; i moduli sono a disposizione anche presso il ristorante Amaranto in via Mura di San Vitale 10, al forno pasticceria Antico Porto in via Romea sud 51, al negozio La Birba in via Meucci 5 e all’enoteca Baldovino in via Tombesi dall'Ova 9 a Ravenna. Chi desidera attivarsi per la raccolta firme può contattare via messaggio i numeri: 339 8952135 o 334 9470326. Abbiamo bisogno della firma di più cittadini possibili - nati o residenti in Regione - entro inizio ottobre! E, questo è certo, noi della rete e i tanti cittadini che ci stanno scrivendo in queste ore non abbandoneremo i daini nelle mani di aguzzini, privati o pubblici che siano".

Ravenna in Comune: "Servono spiegazioni"

Sul caso è intervenuta anche Ravenna in Comune: "Non si trova nel bando alcuna spiegazione del perché un’attività che si dichiara incruenta sia poi valutata in base al prezzo della carne macellata degli esemplari “eradicati”. Né, d’altra parte, è mai stata data alcuna spiegazione circa la perdurante assenza di recinzioni, dissuasori e simili al fine di evitare l’interazione tra gli animali delle pinete e le strade e le colture adiacenti. Come Ravenna in Comune domandiamo dunque all’Ente Parco di voler fornire alla cittadinanza l’opportuna spiegazione sia in relazione al bando che alla mancata installazione dei presidi di protezione. Invitiamo comunque quante e quanti si riconoscono nei nostri valori, tra cui l’antispecismo ricopre un posto importante, a rispondere positivamente alla richiesta di sottoscrizione della petizione formulata dalla rete delle associazioni per salvare i daini".

Gruppo Misto: "Vergognosa la decisione di macellare i daini"

La Regione spieghi “come sia conciliabile la vergognosa decisione di destinare i daini dei due nuclei di Classe e Volano ad allevamenti da carne, quindi al macello, addirittura commissionando le catture a operatori economici, che si ripagheranno dell'intervento rivendendo la carne dei daini macellati, con tutte le precedenti dichiarazioni e promesse dei componenti la giunta regionale dell’Emilia-Romagna, in particolare dell’assessore all’Agricoltura, riguardo alla salvaguardia degli stessi daini e sull’utilizzo di metodi di contenimento non cruenti”. La richiesta è contenuta in un’interrogazione del Gruppo Misto, che ricorda come la determinazione prevade che “i capi abbattuti nell’esercizio dell’attività venatoria o nell’ambito di piani di controllo regolarmente autorizzati” possono essere destinati al consumo umano. L’operatore dovrà progettare e gestire le strutture per la cattura. Secondo il gruppo consiliare “la stima del valore lordo della concessione derivante dagli introiti dell’attività è stimata in euro 83.700,00 oltre all’IVA (a decorrere dall’anno 2023) per tre anni e deriva dal valore della carne di daino”. L’Ente gestione parchi ha escluso di impiegare risorse così che cattura e delocalizzazione saranno finanziate con il valore economico della carne.

Il Gruppo Misto sottolinea che “secondo la suddetta determinazione il destino dei daini è quello di finire in allevamenti da carne e, quindi essere macellati, ben diversamente da quanto più volte annunciato dalla giunta regionale”. L’assessore, conclude l’interrogazione, aveva detto di non prevedere “alcun abbattimento” e aveva parlato di trovare “habitat privilegiati” per i daini, aggiungendo che “non corrisponde perciò al vero quanto diffuso in queste ore sui social e riportato anche da un giornale locale, su presunte riunioni in Regione per un piano straordinario di abbattimento degli animali. Si tratta di fake news”.

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