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Cronaca

"Buon Natale Ravenna": gli auguri del sindaco Fabrizio Matteucci

"Anche per me il Natale è l'occasione per stare un po' con la mia famiglia - afferma Matteucci -, ma anche per incontrare molti di voi nelle varie iniziative di solidarietà che si svolgono in queste giornate di festa"

Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha preso carta e penna per inviare ai cittadini gli auguri di Buon Natale. Il primo cittadino si rivolge alle forze dell'ordine, ai Vigili del Fuoco, agli operatori dell'ospedale, delle Case di riposo, delle strutture ricettive, e a tutti coloro che saranno impegnati in questo periodo di festività in negozi, ristoranti e locali di divertimento ad accogliere i turisti che hanno scelto la località bizantina per trascorrere il Natale.

"Anche per me il Natale è l'occasione per stare un po' con la mia famiglia - afferma Matteucci -, ma anche per incontrare molti di voi nelle varie iniziative di solidarietà che si svolgono in queste giornate di festa. Sarà come sempre un bell'incontro, un incontro emozionante con persone che hanno tanto cuore. Questa parola, incontro, racconta tantissimo della vita di ciascuno di noi. Ci sono buoni e cattivi incontri. Ci sono incontri che addirittura ci cambiano la vita. Nel corso del mio lavoro quotidiano svolto in questi ormai dieci anni che sono sindaco di Ravenna, ho incontrato migliaia di persone. Tutte mi hanno lasciato o regalato qualcosa, un segno, un'emozione, un momento di riflessione. Le parole sono importanti".

"Oggi, istintivamente, la maggior parte di noi è contro qualcosa - analizza il primo cittadino -. E la parole si adeguano a questo sentimento. Poche volte si dice grazie. Tante volte si urla vergogna, spesso anche a sproposito. E spesso si grida anche di peggio. La crisi economica, la più dura dal dopoguerra che ha effetti umanamente incalcolabili, il terrorismo internazionale, paesi in guerra dai quali si apre un esodo migratorio di proporzioni anch'esse non calcolabili: ecco, tutto questo non contribuisce certo a promuovere buoni incontri. Se poi l’incontro è con la politica, con le istituzioni, talvolta è ancora peggio: viviamo nei palazzi della politica e delle istituzioni una crisi profonda di autorevolezza e di prestigio, legata certamente ai fattori che ho richiamato e che ci rendono molto difficile svolgere il nostro lavoro, ma anche dal fatto che nei partiti pieni di gente e di dirigenti onesti sono riusciti a infilarsi troppi ladri.  Ecco, questi sono alcuni dei nostri quotidiani incontri".

"Altre due parole che danno il senso del tempo in cui viviamo sono velocità e precarietà - prosegue Matteucci -. Le nuove tecnologie hanno fatto irruzione nelle nostre vite, hanno modificato il nostro modo di stare con noi e con gli altri. Di informarci. Di vivere il tempo. La nuova rivoluzione culturale è segnata dalla velocità. L'angoscia del tempo che passa spinge le persone a sfiorare le cose più che a ricercare la profondità. Siamo spesso nella solitudine della nostra stanza, isolati dal mondo, ma convinti di essere al centro di una serie di relazioni che sono virtuali, fittizie. D’altra parte solo chi ha un lavoro fisso, una famiglia solida dietro le spalle, può forse concedersi il lusso di progettare lentamente".

"Chi vive in una dimensione di permanente precarietà che investe i rapporti personali e il lavoro, ha come imperativo quello di sopravvivere e cercare oggi, qui, subito, soluzioni - ha concluso -. Ed ancora: viviamo in un mondo in cui ha preso piede un'idea di libertà che ammazza il principio di responsabilità individuale. La vera libertà è riconoscere l’altro, è fare comunità. Io questo Natale vorrei augurarvi di fare buoni incontri, di riuscire a passare più tempo con chi vi sta a cuore ma anche con voi stessi, di regalare e di regalarvi un po' di gentilezza".

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