Cagnoni: "Ero in aeroporto per comprare un orologio". La Procura indaga: "Quel negozio non esiste"
Sono due le cose che non tornano emerse durante l'udienza di venerdì nel processo a Matteo Cagnoni, il dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre 2016
Sono due le cose che non tornano emerse durante l'udienza di venerdì nel processo a Matteo Cagnoni, il dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre 2016. La prima riguarda uno scambio di messaggi avuto da Cagnoni con un amico nei giorni intorno all'omicidio. La seconda, invece, emerge nel finale dell'udienza dalla Procura, che aspetta la fine dell'esame dei teste della difesa per rivelare il 'colpo di scena': il pubblico ministero Cristina D'Aniello, infatti, venerdì mattina comunica alla Corte e alla difesa di aver depositato gli atti di un'indagine integrativa. "Abbiamo fatto un sopralluogo nei negozi dell'aeroporto di Bologna seguendo le indicazioni fornite da Cagnoni durante la sua udienza, che disse di essersi recato in aeroporto il giorno dopo l'omicidio della moglie per acquistare un orologio al figlio". Durante il suo esame, infatti, Cagnoni ha prima spiegato di essere entrato nella zona 'duty free' del Marconi, salvo poi ritrattare quando il Pm gli ha fatto notare che per accedere alla zona duty free è necessario un biglietto aereo, dicendo di aver visto degli orologi in un negozio nell'area esterna che vendeva anche gelati, accessibile a chiunque. "Nè oggi, nè nel 2016 esistono o esistevano negozi che vendono orologi e gelati nella zona descritta dall'imputato", spiega il pubblico ministero. E allora resta il mistero: cosa ci faceva Cagnoni in aeroporto il giorno dopo l'omicidio della moglie?