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Cronaca

“Cambiamenti climatici e siccità”: anche il Consorzio di Bonifica della Romagna coinvolto nel seminario

Si è svolto  presso la facoltà di Agraria dell’università di Bologna un evento sui cambiamenti climatici, con particolare riferimento alla siccità dell’estate 2022

L’iniziativa realizzata dall’Alma Mater Studiorum dipartimento DISTAL con il Consorzio di Bonifica della Romagna,  ha voluto promuovere la discussione e stimolare il dialogo tra ricerca, consorzi di bonifica e agricoltori. Il seminario ha riunito allo stesso tavolo il mondo delle bonifiche, gli stakeholders impegnati nel tema proposto,  per una discussione proficua sulla governance dell’acqua. L’evento è stato occasione per presentare i progetti di ricerca “SHERPA” e “COOPID” gestiti dal Professor Viaggi e dalle dottoresse Nunzia Gabriella Fasolino ed Emilia Pellegrini. 

Il Professor Davide Viaggi ha aperto i lavori rimarcando l’obiettivo del “confronto” dichiarando che: “A fronte del cambiamento climatico e in particolare delle sue manifestazioni legate a fenomeni di siccità intensa (come quella del 2022, e tutt’ora in corso) è da tempo necessario intervenire. Per essere efficaci sono sicuramente importanti interventi infrastrutturali. Questi però devono essere affrontati attraverso un raccordo con la governance complessiva dell’acqua, anche sfruttando le opportunità di collaborazione tra i diversi settori e i diversi attori, per garantirne sia la fattibilità politica, sia la fattibilità economica. In tal senso, la collaborazione di chi si occupa di innovazione e ricerca, come l’università, e chi opera sul territorio, come i consorzi di bonifica, è fondamentale.”


Per la Bonifica è intervenuta il direttore generale Ing. Lucia Capodagli. La Dg ha illustrato il lavoro della bonifica sul vasto territorio si Ravenna, Cesena, Forlì e Rimini (in numeri: CANALI DI BONIFICA    2.200 Km di cui 550 Km ad uso promiscuo e SUPERFICI IRRIGABILI 371 Kmq) Lo scenario della siccità ha avuto effetti eterogenei, la governance dell’acqua ha avuto il supporto di attività informative, preventive, attività di comunicazione potenziate anche attraverso il web e i social e attività di sensibilizzazione verso la riduzione degli sprechi. Attivandoci su queste tre direttrici abbiamo ottenuto ottimi risultati e non abbiamo lasciato nessuno senza acqua”. Ha dichiarato la Capodagli, “Il modello proposto dalla Bonifica della Romagna si è rivelato modello valido motivo per cui oggi siamo stati qui coinvolti in questo tavolo di confronto. Oltre la governance lavoriamo sui progetti infrastrutturali: nuovi impianti irrigui, telecontrollo ecc che si traducono in 48 milioni di investimenti finanziati.  Stiamo inoltre lavorando sul piano delle energie rinnovabili perché i costi energetici ricadono pesantemente sul nostro lavoro.” 

Il GTI acqua, gruppo di ricerca dell’Università, ha presentato l’attività scientifica, al tavolo  il prof Baroni. L’analisi dei ricercatori ha messo a fuoco gli effetti dei cambiamenti climatici non solo dal punto di vista della siccità ma anche,  come l’agricoltura reagisca; dagli insetti alle patologie fino alla valutazione del comportamento di nuovi genotipi. Il gruppo lavora anche nello sviluppo di interscambi di conoscenze per migliorare la qualità delle ricerche. 
La dottoressa Fasolino ha poi introdotto il progetto Coopid un progetto che coinvolge 11 paesi europei finalizzato al coinvolgimento dei produttori agricoli alla bioeconomia.  Perché la bio-economia è importante nel tema dell’acqua? La bioeconomia ha come primo obiettivo quello del riuso sia di acqua ma anche di messa a valore dei residui di lavorazione (esempio caso Caviro). La logica presentata e proposta dalla Fasolino è un vero invito alle aziende ad operare con questi nuovi modelli di recupero e di attivazione di bioeconomie. Primo passo di economia circolare in cui non esiste il rifiuto ma il riuso. Fondamentale SUL TEMA DEL RIUSO DELLE ACQUE è QUELLO DELLA LIMITAZIONE DI SOSTANZE FERTILIZZANTI CHE NON NE FAVORISCONO IL RIUSO.


La dottoranda Emilia Pellegrino ha poi presentato il progetto Sherpa, progetto che crea piattaforme di discussione e interazione per il disegno di politiche agricole in Europa nel superamento dei problemi climatici. L’acqua è il filo conduttore di questo tema. La gestione delle acque è nella statistica della ricerca al primo posto delle priorità dell’Emilia Romagna al secondo posto l’innovazione sociale e le reti, al terzo l’alimentazione e per ultimo gli strumenti finanziari. La governance è la cultura del confronto e della gestione della materia dell’acqua tra stakeholder e cittadini in un momento storico in cui la siccità ha generato più conflitti che cooperazione. I Dati elaborati e prodotti da SHERPA sono fruibili su piattaforma DISTAL.


Sono intervenuti nella plenaria il presidente di Romagna Acque Tonino Bernabè che ha messo in luce il lavoro dell’ente con spirito di forte integrazione con gli attori dell’acqua a partire dal consorzio di Bonifica ma in primis con Hera in Romagna per l’acqua ad uso potabile. Bernabè ha fornito un dato significativo, l’Italia recupera solo l’11% dell’acqua piovana per cui vede questa pratica ancora tutta da sviluppare prima ancora dei desalinizzatori. Il Cer è intervenuto per voce del dottor Roberto Genovesi che si è soffermato sul piano siccità iniziato già dalla scorsa settimana. Il Cer è la prima fonte d’acqua per i nostri territori e il suo ruolo è indispensabile per la food valley romagnola. Genovesi ha sollevato che il punto critico del piano è la mancanza di un “dominus” per regimentare queste attività. Sul piano della ricerca il Cer sta studiando operativamente il  recupero di risorse attraverso l’automazione, l’eliminazione dei tempi morti per la gestione delle paratoie e sul piano della conoscenza ha attivato azioni per mappare le colture sul territorio. L’obiettivo è avere indicazioni di come veicolare l’acqua, ottimizzare la regimazione del bene primario in base alle culture presenti: Molte aziende adeguano le coltivazioni in base ai nuovi scenari altri lo stanno capendo.


Il Gruppo Hera ha affrontato, nell’ottica della trasversalità dei servizi erogati al territorio , il tema delle multiutility, evidenziando che in Italia sono dimensionalmente  troppo piccole e hanno meno forza, rispetto a quelle europee. “…il frazionamento non fa bene.” ha dichiarato l’ing Mazzacurati direttore ingegneria Gruppo Hera. L’ingegnere ha poi rimarcato il grande spirito collaborativo  del gruppo con un  divenire aperto a nuove attività e progetti per fare fronte alle emergenze. 


Ha chiuso la giornata il Presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna Stefano Francia. Il presidente Francia ha invitato a guardare il passato per crescere, come pure guardare alla ricerca per avere indicazioni sui passi prossimi necessari a realizzare il futuro: senza ricerca non si può delineare il futuro”, (alludendo al legame tra Consorzio ed Università), nella creazione di tavoli di confronto che mettano all’oggetto le nuove sfide che ci attendono.  “Il nostro obiettivo come bonifica è mantenere il territorio, senza questo non possiamo garantire le economie ne la vivibilità.” 


“Gli ettari in meno nella produzione causate da siccità pesano non solo dal punto di vista delle produzioni ma anche di tutte le attività connesse. Credo pienamente che l’incontro abbia raggiunto il suo obiettivo: portarci a riflettere su questo tema ed identificare i possibili percorsi di lavoro comune, oltre ad esplorare le plausibili soluzioni di intervento. “
La giornata ha visto la partecipazione anche di giovani imprenditori agricoli, significativo quanto espresso da Luca Bianchi giovane apicoltore marchigiano, che ha sottolineato l’importanza di mantenere vivo e proteggere il territorio al fine di tutelarlo e farlo crescere. Questa attività vede gli agricoltori in prima linea nell’utilizzo corretto dell’acqua a beneficio non solo dell’agricoltura ma della collettività intera. Bianchi ha poi rimarcato la mancanza di questi modelli nella sua regione. Hanno assistito all’incontro utenti on line e in presenza  per un numero di circa 200 presenze . 
 

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