rotate-mobile
Cronaca

Vietare la catena per i cani, in sciopero della fame da venti giorni

I cani non si debbono tenere alla catena, come si usa nelle campagne e come ancora oggi spesso si usa quando il cane si trova in un giardino privato. E' la proposta che Alvaro Ancisi e Nicola Grandi, consiglieri della "lista Per Ravenna"

I cani non si debbono tenere alla catena, come si usa nelle campagne e come ancora oggi spesso si usa quando il cane si trova in un giardino privato. Questione di benessere animale. E' la proposta che Alvaro Ancisi e Nicola Grandi, consiglieri della “lista Per Ravenna”, hanno formulato attraverso una mozione del consiglio comunale della città romagnola. Un'iniziativa giunta dopo lo sciopero della fame intrapreso dal primo gennaio dall'attivista animalista ravennate Davide Battistini, 46 anni, proprio allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema.

Un gesto che ha sollevato clamore scatenando molte reazioni di sostegno. I due consiglieri, dopo avere preso in esame in una nota la legislazione a tutela degli animali, domestici in particolare, hanno precisato che per quanto riguarda il Comune di Ravenna vi é un'ordinanza del '98, a firma dell'allora sindaco Vidmer Mercatali, ora senatore Pd, che impone che "i cani legati debbano essere fissati a una leggera catena, lunga almeno due metri, munita d'occhiello, in modo da scorrere su un filo orizzontale lungo almeno cinque metri oppure, se fissa, nell' impossibilità di essere scorrevole, di lunghezza non inferiore a metri quattro"

 A 15 anni di distanza secondo la lista civica "tale ordinanza va considerata decaduta" perché "peraltro superata nei fatti, a seguito dell'accresciuta sensibilità dei cittadini verso un maggior rispetto dei diritti degli animali". Altri Comuni "hanno adottato provvedimenti migliorativi, anche se in maniera ancora inadeguata". Il più recente, "emesso nel 2012, è il regolamento comunale sulla tutela degli animali del Comune di Udine, che prevede il divieto esplicito di 'detenere cani legati o a catena', ma consente di 'legare momentaneamente il cane solo in casi di effettiva urgenza o pericolo e per periodi non superiori a 8 ore nell'arco di una giornata".

Alla luce di tutto ciò - concludono i consiglieri - il consiglio comunale, "in assenza di un quadro legislativo, auspicando che la Regione Emilia-Romagna se ne faccia carico con propria norma, ritiene opportuno e necessario che l'amministrazione comunale di Ravenna si faccia carico di introdurre sul proprio territorio il divieto di detenzione dei cani con catena, ritenendo che configuri una condizione di maltrattamento e comunque di mancato rispetto del loro benessere".

Sulla questione il Nodo di ALBA ( Alleanza per il Lavoro, Beni Comuni e Ambiente ) di Ravenna ha scritto una lettera per manifestare il convinto sostegno allo sciopero della fame del ravennate Battistini. "Il sostegno di ALBA a questa lotta per i diritti degli animali, si inserisce nella ben più vasta questione di tutte le forme di oppressione derivanti da una cultura andro-centrica dei rapporti tra esseri viventi - si legge nella lettera -. Il sistema di oppressione e discriminazione sugli animali ( specismo ), come ci spiega bene l’antropologa Anna Maria Rivera nel suo libro “ La bella, la bestia e l’umano “, poggia sugli stessi meccanismi che determinano tutte le oppressioni derivanti dalla negazione dell’alterità, proprio come il sessismo e il razzismo. Specismo, sessismo e razzismo sono storicamente interconnessi da processi di categorizzazione e naturalizzazione che attribuiscono ai “ non umani “, alle donne e agli “ altri “( stranieri ) una natura inferiore, legittimandone la discriminazione, il dominio e l’uso dei corpi in un meccanismo di reificazione e mercificazione".

"ALBA  - continua la lettera - intende avviare un nuovo processo politico, ma anche culturale, di superamento di ogni forma di discriminazione e dominio per ristabilire una pari dignità tra tutti gli esseri viventi, spezzando il velo dell’opacità, decostruendo le percezioni e le rappresentazioni considerate ovvie e “naturali”". ALBA "chiede che questo caso di lotta/richiesta non sia sottovalutato o trattato come problema marginale, ma inteso come un importante passo di costruzione di civiltà, per una società fondata sui diritti, la dignità, la libertà di tutti gli esseri viventi. Un compito a cui le Istituzioni non possono sottrarsi".

FIAMMA TRICOLORE - Anche Paolo Casadio, di Fiamme Tricolore, è intervenuto in merito: "Rincasato dal turno lavorativo mattutino, mi sono trovato sul ciglio della strada davanti casa, il cane dei miei dirimpettai che era riuscito a scavalcare la recinzione. Considerato la zona in cui abito, tra le frazioni di Madonna dell'Albero e S.Bartolo in un tratto rettilineo spesso teatro di incidenti causa l'alta velocità (negli anni anche mortali), il cane era un grosso pericolo per gli automobilisti oltre che per la sua stessa incolumità, ma fortunatamente sono riuscito a riportarlo non senza fatica nel proprio giardino, essendo entrambi i proprietari fuori casa".

"Io stesso sono ormai da 20 anni proprietario di cani, avendo la fortuna di disporre di un ampio cortile e giardino in cui gli animali possono sbizzarrirsi, ma mi è capitato che anche uno dei miei cani, l'ultimo che ho adottato (proprio perchè sempre legato alla catena dal precedente proprietario) nei primi mesi mi è fuggito più volte da casa scavalcando la rete - continua Casadio -. Mio cognato 7 mesi fa ha adottato due giovani dobermann da un'associazione animalista campana, e pur disponendo di ogni confort e spazio e dopo aver preso tutto le precauzioni consentite, gli hanno ripetutamente rotto e scavalcato più volte la rete di recinzione, tant'è che un mese fa è finita in tragedia con uno dei cani morto investito. Dicasi idem di un pastore tedesco di un altro mio vicino di casa".

"Ho citato questi episodi, per sostenere che non è facile riuscire a mettere in sicurezza i cani, pur con tutte le attenzioni e affetti del caso, poichè per diversi motivi, istinto, femmine in calore etc. sono portati comunque ad allontanarsi da casa - aggiunge l'esponente di Fiamma Tricolore -. In primis allora proponiamo che l'amministrazione comunale consenta ai proprietari di cani di poter innalzare le recinzioni di casa sino ad un limite di sicurezza a seconda delle dimensioni dell'animale, visto e considerato che ad oggi bisogna attenersi ad una determinata misura per le recinzioni  delle abitazioni".

"In seconda battuta sarebbe più logico consentire di assicurare il cane alla catena nel periodo in cui i proprietari siano assenti da casa, vietandone di farlo ovviamente quando il cane è in compagnia - aggiunge Casadio -. Terza e ultima proposta di Fiamma tricolore è quella di vietare assolutamente di custodire cani in gabbie o piccolissime recinzioni, come spesso mi accade di vedere in giro soprattutto per le campagne e nelle case-ma non solo-di cacciatori".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vietare la catena per i cani, in sciopero della fame da venti giorni

RavennaToday è in caricamento