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Cronaca

Cani e catene, spunta un regolamento incompiuto del 2006

L'Assessore Giovanna Piaia ribadisce la preoccupazione per la salute di Davide Battistini, che da alcune settimane sta osservando lo sciopero della fame per protestare contro la modalità di tenere i cani legati alla catena

Per iniziativa del sindaco Fabrizio Matteucci e alla presenza dell’assessore ai diritti degli animali Giovanna Piaia, si è svolto martedì in municipio un incontro con il consigliere regionale Miro Fiammenghi allo scopo di verificare l'impegno della Assemblea Regionale a migliorare la normativa per il benessere animale, con particolare attenzione alla condizione specifica dei cani tenuti alla catena.

Il consigliere Fiammenghi ha rassicurato in merito, riferendo dell'attività di lavoro su questo tema  da parte del Servizio veterinario regionale e della concreta prospettiva di avere, a  breve, una norma attuativa omogenea su tutto il territorio regionale favorevole all'attesa delle associazioni animaliste.

Il Comune di Ravenna nel confermare l'intenzione di attivare un tavolo di lavoro tecnico per presentare in commissione consigliare una proposta di regolamento comunale, auspica di poter recepire al più presto le disposizioni di un provvedimento regionale che detti norme più favorevoli al rispetto della vita dei cani negli spazi privati aperti, in regime di sicurezza per le persone.

L'Assessore Giovanna Piaia ribadisce la preoccupazione per la salute di Davide Battistini, (che da alcune settimane sta osservando lo sciopero della fame per protestare contro la modalità di tenere i cani legati alla catena) e lo invita nuovamente a desistere da questa forma di protesta confermando da parte sua l’impegno degli organismi istituzionali a seguire il percorso corretto per affrontare le problematiche denunciate da Battistini.

ANCISI - Alvaro Ancisi sottolinea la presenza di “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali” del 2006. Il 7 novembre di quell'anno, ricorda il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, "la giunta comunale lo presentò, tramite l’assessore ai servizi sociali Ilario Farabegoli, al consiglio comunale, competente ad approvarlo. Fu sottoposto ai consigli di circoscrizione, da cui ottenne ovunque pareri favorevoli all’unanimità, e alle associazioni animalistiche, che si espressero positivamente, tranne alcune eccezioni non insormontabili. Fu discusso in commissione consiliare il 2 e il 15 febbraio 2006, con poche obiezioni o richieste di integrazione: tra queste un mio emendamento che richiedeva di individuare “uno o più strutture di ricovero riservate a gatti con accertate abitudini domestiche, non inseribili in colonie feline, che possono essere utilizzate anche per accogliere gatti in attesa di sterilizzazione o in degenza post-sterilizzazione, oppure cucciolate abbandonate in attesa di adozione o gatti gravemente malati o feriti, bisognosi di cure”. Il regolamento era giunto a fine corsa, pronto per essere portato in consiglio comunale e approvato. Ma in consiglio comunale non è mai andato. L’assessore Farabegoli è tornato in sella dopo le elezioni del maggio 2006. Dopo quelle del maggio 2011 gli è subentrata Giovanna Piaia, della medesima lista elettorale, la quale ora, per far desistere Battistini dallo sciopero, assicura che gli daranno risposta con un nuovo regolamento sugli animali, ricominciandone da zero l’iter, attraverso l’immancabile nuovo gruppo di lavoro. Battistini ha fatto bene a non fidarsi".

L'ARTICOLO - Ancisi cita l'articolo 19 su “Attività motoria e rapporti sociali dei cani” del quasi-regolamento del 2006, spiegando che era stato inserito nel quarto comma: “I cani legati dovranno essere fissati ad una leggera catena, lunga almeno 2 metri, munita di occhiello, in modo da far scorrere su un filo orizzontale lungo almeno 5 metri oppure, se fissa, nell’impossibilità di essere scorrevole, di lunghezza non inferiore a metri 4, evitando che quest’ultima possa attorcigliarsi al punto di fissazione”.

Ancisi ha spiegato di aver sostituito il comma in questo modoì: “È vietato tenere incatenati i cani nelle abitazioni e nei luoghi di custodia. È fatto carico ai proprietari o possessori o detentori dei cani di adottare le misure necessarie perché non possano né fuoruscire o uscire senza essere accompagnati da persona idonea e nel rispetto delle norme vigenti, né arrecare danni a terzi”. Per Ancisi occorre "semplicemente e rapidamente" introdurre "al già esistente “Regolamento di igiene, sanità pubblica e veterinaria” una piccola aggiunta contenente il divieto di tenere i cani in catena, oltre ad indirizzare alla Regione, da parte del consiglio comunale, la richiesta che ne faccia una norma di legge regionale e presenti al Parlamento una propria iniziativa di legge statale che vieti nell’intero territorio nazionale di tenere in catena i cani".

IDV - Liana Barbati (Idv) ha presentato una mozione all’Assemblea legislativa nella quale censura le pratiche di detenzione degli animali da compagnia, compresa la contenzione mediante l’uso di catene, che si traducono in inutili sofferenze e che comunque pregiudicano il benessere psico-fisico ed etologico dell’animale. Nel documento, Barbati chiede alla Giunta di sollecitare il Governo nazionale e le istituzioni europee all’adozione di una nuova ed evolutiva normativa quadro contro il maltrattamento animale e per la tutela degli animali da affezione. La mozione chiede inoltre di sollecitare i Comuni e le Ausl a continuare ad esercitare in modo "pervasivo e penetrante le proprie funzioni di vigilanza, affinché gli obiettivi di tutela del benessere animale cristallizzati nella normativa regionale (5/2005) siano effettivamente perseguiti".

“Legare i cani alle catene è una barbarie - evidenzia Barbati, capogruppo assembleare Idv Regione Emilia Romagna -. E’ necessario che, sebbene ad alcuni possa sembrare di poca rilevanza, il maltrattamento degli animali è invece sintomo dello stato di salute di una civiltà. Riteniamo che la manifestazione avvenuta oggi sotto i palazzi della regione sia del tutto condivisibile, tanto che abbiamo deciso di rilanciarla a livello istituzionale la protesta animalista, elaborando una mozione, appena depositata, che impegni la giunta a sollecitare il Governo nazionale e le Istituzioni europee all’adozione di una nuova ed evoluta normativa quadro contro il maltrattamento animale e per la tutela degli animali da affezione. Il contenimento dell’animale può e deve essere fatto con modalità differenti rispetto all’incatenamento e al conseguente stato di abbandono nel quale i cani vengono lasciati per ore. La tutela dell’essere umano da eventuali aggressioni infatti, non può tradursi nell’imposizione di sofferenze all’animale. In quella che diventa altrimenti, una violenza al contrario”.

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