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Cronaca

Caro bollette, i sindaci spengono le luci e protestano: "Istituire un fondo per coprire i costi energetici"

"Probabilmente diversi Comuni saranno costretti ad aumentare la pressione fiscale - senza avere nemmeno la certezza che basti - vanificando di fatto la riforma dell’Irpef"

Spegnere simbolicamente un monumento per porre all'attenzione del Governo il tema del caro energia e delle materie prime. Sono tanti i Comuni del ravennate che in queste ore stanno annunciando la loro adesione all'iniziativa lanciata dal sindaco di Centro Edoardo Accorsi, che prevede di spegnere l'illuminazione di un simbolo della città per manifestare contro i rincari delle bollette.

Giovedì sera saranno tanti i monumenti sui quali calerà il buio come segno di protesta. Tra questi il monumento a Francesco Baracca a Lugo: "Serve un intervento urgente del Governo, è un'emergenza vera che rischia di compromettere la ripresa economica e il volano rappresentato dal Pnrr - spiega il sindaco Davide Ranalli - Come una valanga sta toccando tutti, e rischia di mettere in ginocchio le famiglie, gli impianti sportivi, le imprese. Il Comune di Lugo ha stimato un aumento del 15% per le spese energetiche, probabilmente in difetto".

"L'allarme dei Municipi per il rincaro dei costi dell'energia che rischia di mettere in ginocchio i bilanci comunali e di aumentare le tariffe dei servizi è pienamente giustificato, ma occorre che alle dimostrazioni di luci spente nelle piazze si affianchi anche l'appello a riprendere le estrazioni di gas metano in Adriatico se necessario con nuove concessioni e senza ulteriori indugi - afferma per la segreteria dell'Edera di Ravenna Giannantonio Mingozzi - Nel medio e lungo periodo non basterà appellarsi al Governo per aumentare i sostegni e ridurre i consumi, ma occorre una strategia per tagliare le bollette. Per questo non potremo rinunciare alle risorse energetiche italiane, dei pozzi dell'Adriatico in particolare, dando fiducia alle imprese ravennati dell'offshore e creando nuovi posti di lavoro. Purtroppo ci si rende conto in ritardo che l'aumento dei costi energetici non rischia soltanto di mettere in ginocchio l'economia delle famiglie, ma frena i consumi, alza i prezzi delle materie prime e pregiudica la ripresa. Le fonti rinnovabili sono essenziali, ma il loro pieno dispiegamento avverrà in tempi lunghi e quindi non possiamo oggi rinunciare a quelle risorse fossili che sostituiscono il carbone e ci garantiscono più autonomia nei mercati mondiali del gas e del petrolio". 

La lettera dei sindaci

Nel frattempo diversi sindaci dell'Emilia-Romagna - tra i quali Michele de Pascale per Ravenna e Daniele Bassi, coordinatore di Anci Emilia-Romagna per la provincia di Ravenna e sindaco di Massa Lombarda - hanno scritto e inviato una lettera ai parlamentari emiliano-romagnoli chiedendo loro di intervenire sul problema delle bollette. "La questione dei costi energetici, innanzitutto, sta assumendo una portata che ha conseguenze immediate per i bilanci: già oggi ci sono enti che non sono in grado di chiudere il bilancio di previsione a causa di questa voce incomprimibile e imprevedibile - si legge nella missiva - Probabilmente diversi Comuni saranno costretti ad aumentare la pressione fiscale - senza avere nemmeno la certezza che basti - vanificando di fatto la riforma dell’Irpef. La mancata istituzione di un Fondo per la compensazione dei maggiori costi sostenuti dagli enti locali per l’incremento dei costi dell’energia elettrica e del gas rischia di portare all’interruzione di servizi pubblici. Questo fine settimana, nel nostro territorio, si assisterà ad una serrata degli impianti natatori in segno di protesta; allarmante, poi, la situazione che vede aziende che hanno chiuso gli stabilimenti e messo in cassa integrazione i lavoratori – a centinaia – perché la produzione, in settori necessariamente energivori, ha assunto costi insostenibili".

"Questo scenario, oltre ad allarmarci per gli enormi costi diretti che non sappiamo come coprire, ci preoccupa anche per i costi indiretti in termini sociali che rischiano di diventare rapidamente gravi e di dover essere, in ultima analisi, sempre affrontati in prima istanza dai nostri servizi sociali - scrivono i primi cittadini - Inoltre, ancora, il peso del Covid è ben presente sui nostri bilanci, mentre non lo sono più – in entrata – forme di aiuto diretto da parte dello Stato in questa materia. Siamo tutti impegnati nello sforzo progettuale ed amministrativo per far sì che il Pnrr porti il miglior beneficio possibile per il futuro dei nostri territori. Se in questo momento, però, proprio mentre ci si sta rialzando la luce si spegne, il problema sarà il presente. Chiediamo dunque l’istituzione di un fondo destinato ai Comuni ed alle Unioni per affrontare questi improvvisi ed imprevedibili costi, con la consapevolezza dell’emergenzialità della situazione. Ci associamo, dunque, alle dichiarazioni del presidente Anci Decaro, che al termine della riunione del direttivo nazionale dell'Anci ha dichiarato: "L'Anci ha già lanciato l'allarme settimane fa, ora noi sindaci abbiamo deciso di assumere una iniziativa ulteriore nei confronti del governo: sono necessarie e urgenti misure di sostegno per le nostre amministrazioni, perché il rialzo dei costi dell'energia rischia di colpire molto duramente i bilanci dei Comuni. La ricaduta sui servizi erogati ai cittadini potrebbe anche essere grave"".

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