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Cronaca

'Cash trapping', stanati specialisti dei prelievi bancomat: tra le menti un ravennate

Il bilancio è di nove arresti (otto romeni e un italiano di origini pistoiesi), effettuati tra Bologna, Forli', Prato, Roma e Taranto. Tre di questi sono state raggiunti da un mandato di cattura europeo; altre 47 persone sono state denunciate

Con una tecnica chiamata 'Cash trapping', riuscivano in una notte a 'prelevare' da piu' bancomat fino a 100.000 euro, mettendo a segno numerosi colpi tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Toscana e Lazio che, in totale, hanno fruttato alcuni milioni. La Polizia postale di Bologna ha sgominato un'organizzazione criminale con base in Romania, ma operativa in Italia, che sottraeva grosse somme di denaro dagli sportelli automatici degli istituti di credito.

Il bilancio è di nove arresti (otto romeni e un italiano di origini pistoiesi), effettuati tra Bologna, Forli', Prato, Roma e Taranto. Tre di questi sono state raggiunti da un mandato di cattura europeo; altre 47 persone sono state denunciate. Al vertice del gruppo c'erano quattro romeni e un italiano originario di Ravenna ma residente nel Ferrarese, che sono stati denunciati. Con una sola carta bancomat, ai cui lati erano stati praticati due forellini, i componenti della banda procedevano ad un regolare prelievo, dopo il quale inserivano una piccola lastra di metallo (chiamata in gergo 'forchetta', realizzata da un artigiano del Pratese) nella bocchetta erogatrice dello sportello automatico prima del prelievo fraudolento. Nei due forellini sulla carta applicavano dei piccoli chiodi che ne impedivano il totale inserimento.

A quel punto, il sistema rilevava un'anomalia e abortiva l'operazione, pur avendo gia' predisposto l'erogazione del denaro richiesto che, nel frattempo, veniva catturato dalla 'forchetta'. L'operazione veniva quindi annullata, ma i soldi venivano comunque sfilati. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Bologna Antonella Scandellari, è partita intorno alla meta' del 2014 in seguito agli esposti presentati in Procura dal Gruppo bancario Unicredit e da Banca popolare per l'Emilia-Romagna. Le accuse per gli indagati sono, tra le altre, di associazione per delinquere, frode informatica e indebito utilizzo di carte di credito, tutte aggravate dal carattere 'transnazionale'.

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