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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Caso finti vaccini, l'infettivologo dell'ospedale fa la seconda dose e chiede di tornare al lavoro

Ha fatto la seconda dose di vaccino, anche se non si capisce bene cosa ne sia stata della prima: si ingarbuglia la vicenda del medico del reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale di Ravenna

Ha fatto la seconda dose di vaccino, anche se non si capisce bene cosa ne sia stata della prima: si ingarbuglia la vicenda del medico del reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale di Ravenna, sospeso dall'Ausl Romagna in quanto tra i 5 dipendenti dell'azienda sanitaria che si sono rivolti al medico di base ravennate Mauro Passarini, arrestato perchè accusato di aver effettuato finte vaccinazioni anti-Covid per far ottenere falsi Green Pass a pazienti no vax. Lo stesso Passarini ha in parte confermato di aver finto di somministrare i vaccini ad alcuni pazienti, negando tuttavia di averlo fatto per soldi (aveva con sè 1.500 euro in contanti al momento dell'arresto).

Nel corso dell'indagine sono stati sequestrati 79 Green Pass in quanto ritenuti ideologicamente falsi, poichè basati su una falsa vaccinazione. Uno di questi era appunto dell'infettivologo del Santa Maria delle Croci, che però aveva deciso non solo di impugnare il sequestro preventivo del suo Green Pass, ma anche di far ricorso contro il provvedimento di sospensione dell'Ausl Romagna che gli ha imposto di non presentarsi al lavoro da circa una decina di giorni. Diversi fruitori dei servizi di Passarini sono stati richiamati dall'Ausl Romagna per effettuare un test sierologico e verificare l'effettiva presenza degli anticorpi. Difeso dall'avvocato Francesco Minutillo del foro di Forlì, l'infettivologo si è rifiutato tuttavia di partecipare allo "screening di massa" su tutti i titolari di Green Pass sospeso. Inoltre lo stesso medico ospedaliero aveva chiesto di applicare il certificato vaccinale datato il 29 di ottobre, dove è registrata la prima dose della vaccinazione anticovid e che risultava valido.

La registrazione della prima dose è stata però a un certo punto cancellata dall'Ausl, proprio per effetto dell'inchiesta giudiziaria. Tuttavia l'infettivologo ravennate sabato si è sottoposto al test anticorpale presso l'Ausl di Bologna e, accertata - a quanto sostiene la difesa del medico - la presenza di anticorpi compatibili con una prima dose di vaccino effettivamente somministrata, ha ottenuto dall'hub vaccinale di Ravenna la somministrazione della seconda dose. Una seconda dose senza che, tuttavia, esista a ora una prima dose "ufficializzata" nei registri dell'Ausl Romagna. Sulla scorta della nuova somministrazione il medico delle Malattie Infettive ha chiesto, con una diffida all'azienda sanitaria, l'immediato re-integro al posto di lavoro e il risarcimento delle retribuzioni decurtate per il completamento del ciclo vaccinale.

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