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Cronaca

Caso Idem, dopo la prescrizione: "Il Comune non può chiedere neanche i danni"

La denuncia del consigliere Alvaro Ancisi: "Il Comune avrebbe potuto inviare a Josefa Idem un’utile comunicazione interruttiva, se avesse dato ascolto alle nostre richieste"

Lunedì scorso Rai3 ha messo in onda una puntata di “Fuori Roma” dedicata a Ravenna. "Il Pd ha dominato la scena, con la partecipazione del sindaco in carica, dell’ex sindaco Mercatali e di Josefa Idem - commenta il consigliere di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - Un concittadino mi ha rivolto due domande sul procedimento penale che, a seguito del mio esposto alla Procura, ha coinvolto la senatrice come ex assessore del Comune di Ravenna. Secondo la Procura di Ravenna, infatti, nel maggio 2016 Idem si era fatta assumere dall’associazione sportiva del marito per poi, pochi giorni dopo, mettersi in aspettativa dopo la nomina ad assessore comunale. L’assunzione, nella ricostruzione della pm, era stata fatta solo ‘in prospettiva di quella nomina’, per usufruire della legge che prevede che chi assume un incarico pubblico possa avere i propri contributi figurativi pagati non più dal datore di lavoro (in questo caso l’associazione del marito), ma dall’ente pubblico in cui presta momentaneamente servizio. Nel procedimento figurava come parte civile anche il Comune che, tra danno patrimoniale (i contributi pagati), interessi maturati e danno d’immagine, aveva chiesto il versamento di quasi 18.800 euro. Secondo l’avvocatura comunale, Josefa Idem aveva infatti “dimostrato di considerare la stessa amministrazione comunale, cioè l'istituzione che rappresentava, un soggetto da sfruttare per un proprio tornaconto personale, svilendone così il ruolo agli occhi della collettività”. La Procura aveva chiesto un anno e sei mesi per la truffa ai danni dell’Inps e la prescrizione per la truffa ai danni del Comune. La sentenza del 29 novembre 2016 ha prescritto invece tutti i reati, ma non ne ha prosciolto la Idem - qual è stata la principale richiesta della difesa - dichiarando che “nella loro valenza documentale i fatti sono del tutto provati”. Allo scopo, ha anche elencato una per una le quattro prove del reato. Ciò significa che Idem e il marito, se avessero rinunciato alla prescrizione, sarebbero stati condannati per truffa aggravata".

"La prima domanda che mi è stata posta è la seguente - prosegue il consigliere d'opposizione - La senatrice Idem ha rimborsato volontariamente al Comune di Ravenna i danni richiesti, per lo meno il danno patrimoniale (cioè i contributi versati più gli interessi)? La risposta che ho ricevuto dall’avvocatura del Comune, a quasi un anno dalla sentenza, è stata: “La senatrice Idem non ha provveduto a pagare somme o rimborsi al Comune”. La seconda domanda, riguardante il comportamento dell’amministrazione comunale, è stata la seguente (che ho girato al sindaco con un’interrogazione): il Comune di Ravenna può ora sollevare, a carico della Idem, una causa civile per la rifusione del danno patito? La risposta è più articolata: “Il reato attribuito si è consumato al più tardi il 18 giugno 2007. Il termine di prescrizione di tale reato è di anni 7 e mesi 6, per cui esso si è prescritto il 18 dicembre 2014. La costituzione civile (idonea a interrompere il termine di prescrizione) è avvenuta (da parte del Comune) alla udienza del 3 ottobre 2015 (quando il reato era già prescritto), ma anche il decreto di fissazione della udienza davanti al Gup è stato notificato a questo Comune il 16 giugno 2015 (quando era già prescritto il reato)”. In sostanza, la risposta alla domanda è no. Tutto chiaro, se non fosse che il Comune avrebbe ben potuto inviare alla Idem, in data antecedente al dicembre 2014, un’utile comunicazione interruttiva, solamente se avesse dato ascolto al sottoscritto. Già nel giugno 2013, quando segnalai al sindaco l’irregolarità della condotta del suo ex assessore, lo avevo infatti invitato a trasmettere tutta la documentazione alla Procura della Repubblica, ricevendone un rifiuto. La vicenda non si può concludere nemmeno cantando: “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce 'o ppassato simmo 'e Napule paisá!”. Come qui capita spesso, i cittadini hanno solo dato".

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