rotate-mobile
Cronaca

Cgil: "Inizia un anno scolastico difficile per il Covid, ma anche per i nodi irrisolti dell'istruzione pubblica"

"Non sarà solo un anno difficile per l’emergenza epidemiologica, i cui sviluppi, nonostante il vaccino sono ancora imprevedibili,  ma soprattutto perché rimangono irrisolti i problemi che da anni attanagliano l’istruzione pubblica"

Il sindacato Flc Cgil dell'Emilia Roamgna guarda all'inizio dell'anno scolastico: "L’anno scolastico che sta per iniziare parte con il presupposto e l’auspicio, condivisibile, della scuola in  presenza. E’ non solo una necessità ineludibile ma un elemento imprescindibile per dare concretezza  all’esigenza di garantire il diritto allo studio alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi che in  questa regione sono oltre 500.000.  Per farlo servono alcuni ingredienti fondamentali: a partire da una capillare adesione alla campagna  vaccinale, cosa che la scuola ha fatto per il 96% del suo personale, ma anche e soprattutto,  dall’esigenza di garantire la sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro che sono, contemporaneamente,  anche luoghi di studio per migliaia di studenti". 

"Parlare quindi di garanzia del diritto allo studio e di sicurezza nella scuola significa ragionare di organici, stabilizzazione del personale, numero di alunni per classe, edilizia scolastica e quindi spazi e  distanziamento, trasporti. Condizioni imprescindibili per allontanare la ormai vituperata didattica a  distanza. Per questo, l’attenzione del sindacato è alta, molto alta in quanto, al contrario delle  rassicurazioni, crediamo non si sia fatto a sufficienza per garantire una ripartenza funzionale alle  esigenze che non riveste più i caratteri dell’emergenza. Vorremmo poter dire il contrario ma dal nostro osservatorio registriamo che non sarà solo un anno difficile per l’emergenza epidemiologica, i cui sviluppi, nonostante il vaccino sono ancora imprevedibili,  ma soprattutto perché rimangono irrisolti i problemi che da anni attanagliano l’istruzione pubblica", incalza la Cgil.  

"In questa regione si è lavorato molto e anche in condizioni non sempre agevoli a seguito delle indicazioni  impartite dal MI, spesso non compatibili con i tempi stretti della loro realizzazione. E’ vero sono state  fatte più immissioni in ruolo dello scorso anno ma tantissimi posti sono ancora scoperti o saranno coperti  con supplenti chiamati dalle scuole (se e quando si riusciranno a trovare).  Abbiamo sottoscritto con il MI e con il Governo diversi patti e protocolli: per citarne qualcuno, il Patto per  la scuola e il Protocollo di sicurezza e ci saremmo aspettati atti conseguenti, un maggiore investimento  di risorse necessarie e funzionali ad una ripresa vera, un concreto coinvolgimento.   Invece, su alcuni versanti registriamo un inaccettabile arretramento rispetto al precedente anno  scolastico in termini di risorse economiche e indicazioni puntuali alle scuole (il decreto sostegni bis ha di  fatto cancellato il cosiddetto organico Covid e ha stanziato risorse, non sufficienti, solo fino al 30  dicembre prossimo oltre all’introduzione di allentamenti sulle norme di sicurezza, puntando non più sul  distanziamento di “un metro tra le rime buccali” ma prevedendo il distanziamento “se necessario”). 

Dettaglia ancora il sindacato: "Quindi, il problema del sovraffollamento delle aule è stato risolto trasformando l’obbligo del metro di  distanza all’interno degli Istituti in una semplice raccomandazione. A questo proposito vorremmo portare  all’attenzione che il dato medio regionale di classi con 26 alunni e oltre è del 9,3% con questa  distribuzione per ordine di scuola: scuola primaria 4%, scuola secondaria di primo grado 11,5%,  scuola secondaria di secondo grado 13,6%. Le classi con 23 alunni e oltre sono il 45% del totale  delle classi.  In tutti questi mesi, la FLC CGIL si è battuta affinché si ritornasse alle attività in presenza coniugando  la massima sicurezza per i lavoratori e gli studenti, per recuperare le pesanti diseguaglianze che la  didattica a distanza ha portato con sé.   Abbiamo chiesto fin da ottobre 2020 un canale prioritario per la vaccinazione del personale scolastico,  nell’ambito di una campagna che chiedeva anche l’eliminazione dei brevetti avendo chiaro che il vaccino  è un atto di responsabilità sociale e collettiva, a garanzia del diritto alla salute e per la ripresa  economica. E’ chiaro però, che si tratta anche di una responsabilità che il decisore politico deve  assumersi senza scaricare su altri soggetti la responsabilità della decisione".

  "Per questo - si avvia a conclusione la Cgil - dopo la decisione del Governo di attivare il Green Pass per i lavoratori della scuola, senza  alcun preavviso o confronto, abbiamo evidenziato la complessità che avrebbe presentato l’introduzione  di questo strumento - pensato per altri contesti - insufficiente a garantire quegli elementi di sicurezza che  nei giorni successivi sono emersi (tracciamento, screening, tamponi, personale dedicato al controllo…).  Occorrono scelte precise, rapide e risorse economiche - quelle del PNRR e altre - che entrino nella spesa  corrente del bilancio dello Stato e uscire rapidamente dai proclami per rendere esigibili i contenuti  degli accordi che si sottoscrivono, evitando, come è successo, interpretazioni unilaterali degli accordi  stessi. Invece assistiamo all’ennesima replica di una narrazione ormai nota: si parla di ingenti risorse ma  in realtà si sommano cospicui risparmi, stanziamenti di leggi precedenti, risorse europee e solo per una  frazione nuovi finanziamenti". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cgil: "Inizia un anno scolastico difficile per il Covid, ma anche per i nodi irrisolti dell'istruzione pubblica"

RavennaToday è in caricamento