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Cronaca

"La provincia tira avanti grazie alle multe dei velox e non si fanno più lavori pubblici"

Sono le pesanti dichiarazioni di Gianfranco Spadoni, consigliere di Civici provincia di Ravenna: "Se le province devono continuare a svolgere una qualche funzione, vanno messe nelle condizioni di contare sulle risorse necessarie"

Le province vanno avanti grazie alle multe e i lavori pubblici stanno scomparendo. È ciò che dichiara Gianfranco Spadoni, consigliere di Civici provincia di Ravenna: "Non è possibile continuare a vivacchiare senza un minimo di chiarezza sulle funzioni fondamentali attribuite alle province dallo Stato con il paradosso, oltretutto,  di vedere completamente compromessa la sostenibilità finanziaria degli enti stessi. La questione fondamentale invariata dalla data del referendum, infatti,  resta collegata al fragilissimo nesso tra esercizio delle funzioni e risorse occorrenti che compromettono lo svolgimento delle attività di base restanti in capo all’ente". 

"D’altra parte - continua il consigliere - riferendoci al rendiconto 2016 della provincia di Ravenna assistiamo a un ulteriore aumento della pressione tributaria per abitante, oggi pari a 81,50 euro, confronto al 2015 di 80,08 e al 2014 di 79,69; questa situazione, ovviamente, si ripercuote pesantemente  sulle famiglie e sulle imprese. Per non parlare delle entrate extratributarie, in cui la posta più rilevante è rappresentata dagli introiti derivati dalle sanzioni per violazione al codice della strada (autovelox) per un importo pari a ben 5.640.105,95, cui si aggiungono altre due voci indicative riferite ai dividendi di Sapir per 444.979,08 e Romagna Acque di 239.694,00. Mentre per i dividendi delle due società non ci sono commenti particolari da fare in sede di rendiconto, le entrate da autovelox da una parte rappresentano una vera e propria manna per l’ente provinciale, ma dall’altra appaiono contrarie alla ragione e al buon senso, se si pensa che una provincia regga in buona misura le proprie entrate su questo tipo di gabella".  

"Sugli investimenti, infine, occorre stendere un velo pietoso - prosegue Spadoni - I lavori pubblici sono ridotti al lumicino prevalentemente a causa dei vincoli legati alle manovre finanziarie del governo e al rispetto del Patto di stabilità. Particolarmente indicativa appare la previsione di spesa pari a quasi 9 milioni per l’edilizia scolastica, mentre in realtà è  stato impegnato poco più di un milione: questa la dice lunga sull’attività di manutenzione e di  messa a norma del patrimonio scolastico provinciale, una delle due voci, assieme alle strade, su cui dovrebbe operare questo ente di secondo grado. Se le province  devono continuare a svolgere una qualche funzione, vanno messe nelle condizioni di contare sulle  risorse necessarie, sviluppando un più vigoroso ed efficace rapporto con Stato e regione e semmai attraverso collegamenti virtuosi con le altre province della Romagna, argomento di cui si parla ben poco anche per motivi di campanile: il tutto a detrimento dei cittadini".

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