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Cronaca

La Boldrini come Matteucci contro gli "squadristi su Facebook"

La battaglia intrapresa dalla presidente della Camera Laura Boldrini contro i commenti che troppo spesso su Facebook e in Rete si moltiplicano pieni di contenuti di violenza, razzisti e e anche contro la persona trova un precedente illustre, quello del sindaco di Ravenna Matteucci

Continue e gravissime minacce ricevute via web da anonimi. La battaglia intrapresa dalla presidente della Camera Laura Boldrini contro i commenti che troppo spesso su Facebook e in Rete si moltiplicano pieni di contenuti di violenza, razzisti e e  anche contro la persona trova un precedente illustre, ed è quello del sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci che, lo scorso novembre parlò di “squadristi su Facebook”.

Il sindaco in quell’occasione annunciò un’offensiva fatta di denunce a raffica contro commenti che non tanto contenevano critiche, ma espressioni di violenza o denigratorie come “Sindaco amico degli sporchi musulmani” o “Bisognerebbe darti fuoco” o ancora “ladro e bugiardo”. Molto simili, insomma, alla marea di messaggi che da un mese inondano la presidente della Camera con toni del tipo “ti devono linciare, puttana", "abiti a 30 chilometri da casa mia, giuro che vengo a trovarti", "ti ammanetto di chiudo in una stanza buia e ti uso come orinatoio, morirai affogata", "gli immigrati mettiteli nel letto, troia". Accanto alla foto della donna sgozzata: "Per i Boldrini in rete ecco l'Islam in azione".

La Boldrini si è detta "scioccata" per tutta la vicenda. Tanto che ha annunciato di voler intraprendere provvedimenti, che non siano però leggi-bavaglio per internet. Ha dichiarato la Boldrini a Repubblica: “Abbiamo due agenti della polizia postale, due, che lavorano alla Camera, distaccati qui a vigilare sulle moltissime violazioni di cui un luogo istituzionale come questo può essere oggetto. C’è stato il caso della parlamentare del Movimento Cinque Stelle di cui è stata violata la posta personale. C’è il caso di una deputata oggi ministra che non ha più potuto accedere ai suoi social network e teme che a suo nome si possano divulgare messaggi non suoi. Poi ci sono le minacce di morte nei miei confronti. Tutte donne, lo dico come dato di cronaca. So bene che la questione del controllo del web è delicatissima. Non per questo non dobbiamo porcela”.  Anche Matteucci ricordò,  a novembre, spiegò di non voler limitare la libertà in rete, ma di difendere le persone da insulti e diffamazioni che troppo spesso si sprecano in rete.

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