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Cronaca

Coronavirus, il calo dei contagi arriva in ospedale: meno ricoveri, ma terapie intensive ancora a livello rosso

Si consolida il trend di diminuzione dei contagi da Covid in Romagna, rafforzandosi così la curva discendente derivata dall'introduzione della “zona rossa”

Si consolida il trend di diminuzione dei contagi da Covid in Romagna, rafforzandosi così la curva discendente derivata dall'introduzione della “zona rossa”. E per la prima volta il calo dei contagi si tramuta anche in un calo dei ricoveri, seppure modesto. Quella tra il 22 e il 28 marzo è la seconda consecutiva che vede un calo dei contagi e la prima nel calo dei ricoveri, dopo che questi erano cresciuti notevolmente nelle ultime 5 settimane.

Negli ospedali romagnoli, infatti, al 22 febbraio c'erano 376 ricoverati, più che raddoppiati a 780 al 22 marzo ed ora scesi a 747 (-4,2%) al 29 marzo. L'onda lunga del calo dei contagi non ha ancora toccato le terapie intensive passate da 66 a 70 pazienti (+6% rispetto alla settimana precedente). Questo comporta minore pressione sugli ospedali, ma solo nei reparti dei meno gravi. I reparti di malattie infettive e medicina interna riservati ai Covid sono passati rispettivamente al 78% e 69% di posti letto occupati, ma le Terapie intensive sono al 97% e le Sub-intensive addirittura al 100%. Tra gli ospedalizzati, vale a dire i nuovi contagi che sono costretti all'ingresso in ospedale, la maglia nera va a Rimini e provincia. In Romagna si contano nella settimana di riferimento 104 decessi, in aumento rispetto agli 83 della settimana prima (41 Rimini, 31 Ravenna, 21 Forlì, 11 Cesena).

Covid, la settimana 22-28 marzo 2021: tutti i dati

Nella settimana di riferimento, si sono verificate 4.178 positività su un totale di 39.746 tamponi eseguiti; si osserva quindi un tasso di positività del 10,5 per cento, evidenziando, anche in questa settimana, una diminuzione del trend dei nuovi casi positivi, essendo la settimana precedente al 12%. Nei territori si va dall'11,6% di positività rispetto ai tamponi fatti nel Forlivese, per passare all'11% di Rimini e Cesena e infine al 9,2% della provincia di Ravenna. I distretti con maggiore incidenza di nuovi casi sono Forlì (920 ogni 100mila abitanti) e il Rubicone (912). Il territorio coi dati migliori è invece Lugo e la Bassa Romagna (612). per quanto riguarda la performance dei tempi di refertazione dei tamponi, entro le 48 ore, si mantiene alta, registrando  il 93 per cento, anche se all'inizio di marzo si sfiorava il 100%.

“I dati di questa settimana confermano  una lenta flessione della circolazione del virus - commenta Mattia Altini, direttore Sanitario di Ausl Romagna - a cui come sappiamo, corrisponderà nei prossimi, 15 giorni un riduzione dell’occupazione dei posti letto, progressiva prima nei reparti medici Covid, in seguito sui reparti Sub intensivi ed infine nelle Terapie Intensive, che al momento, confermano la permanenza ad un livello rosso. A fronte di questo quadro epidemiologico ancora instabile, prosegue la nostra campagna vaccinale che ha impresso un maggiore impulso nei confronti delle fasce della popolazione più fragile”.

Sempre Altini: “L’anticipazione alla somministrazione vaccinale che abbiamo rivolto agli over 80, che si è aggiunta alle altre sedute vaccinali in corso, ha portato nei primi giorni ad un aumento importante delle somministrazioni, creando qualche disagio ai cittadini in attesa, nei nostri centri provinciali vaccinali. Ce ne scusiamo e stiamo già intraprendendo alcune misure organizzative per cercare di minimizzare le attese. Il problema dell’allungamento dei tempi però nasce spesso dalla legittima e comprensibile necessità da parte dei cittadini di ricevere tutte le informazioni sui vaccini da parte dei medici presenti nei punti vaccinali per  superare dubbi anche comprensibilmente legati all’iter che ha accompagnato in queste settimane  l’utilizzo del vaccino Astrazeneca. In altri casi, si tratta di persone, che pur prenotate per un tipo di vaccino, a fronte di patologie che li colloca nella fascia dei “gravemente vulnerabili”, devono ricevere la somministrazione di un altro tipo di vaccino. E tutto ciò allunga i tempi”.

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