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Cronaca

Coronavirus, primi due decessi nel ravennate: e i nuovi infetti sono 14

Crescono i decessi, passati da 146 a 201: 55, quindi, quelli nuovi, che riguardano 39 uomini e 16 donne. Per 24 delle persone decedute erano note patologie pregresse

14 nuovi casi e i primi due decessi nella provincia di Ravenna. In Emilia-Romagna sono complessivamente 2.263 i casi di positività al Coronavirus, 316 in più rispetto all’aggiornamento di giovedì. Passano da 7.600 a 8.787 i campioni refertati. Si tratta di dati disponibili e accertati alle ore 12.00, sulla base delle richieste istituzionali.

Le vittime

Rispetto ai 14 nuovi casi nel ravennate, 7 sono uomini - di 23, 24, 41, 50, 60, 65 e 82 anni - e 7 sono donne - di 28, 31, 41, 45, 54, 58 e 85 anni, mentre quattro di loro sono di Faenza. Otto di essi sono al proprio domicilio poiché presentano sintomi lievi o sono privi di sintomi, mentre 6 sono ricoverati all’ospedale di Ravenna. Per 12 di essi sono stati accertati contatti con altre realtà extraprovinciali già colpite dal virus o con persone positive già note, mentre per gli altri due si stanno ancora vagliando i contatti.

“Con grande dolore e preoccupazione – commenta il presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale – siamo venuti a conoscenza dei i primi due decessi nella nostra provincia. Si tratta di due uomini di 85 e 89 anni entrambi con pluripatologie, dunque con un quadro clinico purtroppo già fortemente compromesso, da tempo ricoverati all'ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. Naturalmente questa condizione non rende meno grave la perdita di due vite, ma deve fare riflettere ancora più responsabilmente su quanto, in questo momento, i nostri comportamenti possono incidere sulla salute e sulla vita di soggetti anziani o con patologie croniche che in questo frangente sono pericolosamente esposti e fragili.  La situazione dunque non va sottovalutata, rispetto alla quale è bene osservare tutte le misure di prevenzione e contrasto alla diffusione del Coronavirus e mettere in atto tutte le prescrizioni, in particolare rispetto della quarantena e alla limitazione dei contatti, per tutelare se stessi, gli altri e soprattutto le persone più deboli".

L'89enne deceduto, in particolare, era residente a Cervia. "A nome personale e di tutta la città di Cervia - commenta il sindaco Massimo Medri - porgiamo le più sentite condoglianze e ci stringiamo al dolore della famiglia. Chiediamo a tutti i cittadini di seguire scrupolosamente le direttive del Ministero. Sconfiggeremo questo virus insieme".

In merito ai quattro nuovi casi faentini, il sindaco Giovanni Malpezzi commenta: "Salgono così a otto le persone faentine positive al virus, senza considerare le oltre 20 collocate in quarantena domiciliare preventiva. Chiedo, a tutti voi, senso di responsabilità verso voi stessi e verso coloro che vi stanno attorno. L'epidemia si sta diffondendo in misura importante. La nostra Provincia non è ancora in condizioni critiche, ma ogni giorno che passa sarà sempre peggio. I medici del nostro Dipartimento di Sanità Pubblica riferiscono che ormai il contagio non si trasmette più solo a seguito di assembramenti di persone, ma anche per semplice contatto episodico. A questo punto, in mancanza di vaccini, l'unica soluzione per non ammalarsi è restare in casa. So bene che si tratta di un grosso sacrificio, ma è l'unico strumento per evitare il contagio. Uscite solo se indispensabile, per lavoro, per motivi di salute, per prestare assistenza a minori o anziani, per situazioni di estrema necessità (approvvigionarmi di alimenti). Ogni altro motivo è da ritenersi superfluo. Anche l'attività motoria (la passeggiata) - seppur consentita - va fatta con cautela, su percorsi poco frequentati e con eventuali accompagnatori ad un metro di distanza. Spero di essermi spiegato. Ormai siamo in guerra. Nel 1944 i faentini vissero la tragedia dei bombardamenti, con 1.015 vittime civili. Molti faentini furono costretti a vivere per giorni nei rifugi anti-aerei. Invece, oggi, a noi - per chi può - viene chiesto di trascorrere questo brutto momento in casa, fra i nostri affetti. Dateci una mano e diamogli una mano pensando ai tanti operatori del nostro Sistema Sanitario che si stanno prodigando in condizioni difficilissime per combattere questo maledetto virus".

La situazione in Regione

Complessivamente, sono 903 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 128 (16 in più rispetto a ieri). E salgono a 51 (ieri erano 43) le guarigioni, 49 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 2 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 146 a 201: 55, quindi, quelli nuovi, che riguardano 39 uomini e 16 donne. Per 24 delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, mentre per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 21 residenti nella provincia di Parma, 14 residenti in quella di Piacenza, 7 in quella di Modena, 5 in quella di Reggio Emilia, 5 in quella di Bologna, 2 in quella di Ravenna, uno in quella di Ferrara.

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 710 (31 in più rispetto a ieri), Parma 518 (88 in più), Rimini  363 (51 in più), Modena 251 (61 in più), Reggio Emilia 138 (15 in più), Bologna 155, di cui 47 del circondario imolese (complessivamente 33 in più, di cui 5 a Imola e 28 a Bologna), Ravenna 55 (14 in più), Forlì-Cesena 49 (di cui 30 a Forlì, 8 in più rispetto a ieri, e 19 a Cesena, 8 in più rispetto a ieri), Ferrara 24 (7 in più rispetto a ieri).

Situazione ospedali 

In Emilia-Romagna sono quasi 1400 (1397) i posti letto già allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus: 100 posti in più rispetto a ieri a dimostrazione del grande lavoro messo in campo dalla rete ospedaliera regionale per rispondere pienamente al Piano illustrato sempre ieri dal presidente Bonaccini e dal commissario Venturi per far fronte all’emergenza Covid-19.

In particolare, nascono oggi a Piacenza due ospedali Covid grazie all’accordo con le strutture private accreditate del territorio: la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo che sono pienamente integrate e supportano la rete ospedaliera strutturata per affrontare l’emergenza Coronavirus. La casa di Cura Piacenza accoglierà invece l’attività chirurgica (senologia oncologica e traumatologia) e aprirà il pronto soccorso ortopedico. E anche l’Ospedale di Bobbio, sempre nel piacentino, è diventato da oggi Covid così come previsto nel Piano regionale illustrato ieri (Fase 5). Infine, si potenzia ulteriormente sempre a Piacenza l’assistenza a pazienti critici con l’attivazione di nuovi posti di terapia intensiva.

A queste strutture si affiancano come Covid hospital, Castel San Giovanni e Fiorenzuola, sempre nel piacentino. A Parma,il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub) operano come Covid hospital. Sono già pronti per diventare ospedale Covid Fidenza e Borgo Taro, nel parmense. Nel reggiano, a supportare l’hub di Reggio Emilia città (Arcispedale Santa Maria Nova Nuova) c’è Guastalla (ospedale Covid). A Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto per l’area intensiva). Pronti per diventare ospedali Covid Carpi, Mirandola e Sassuolo. A Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, verrà riattivato a breve un padiglione dedicato, il 25. Già definito ospedale Covid il Bellaria, che funzionerà come tale anche per l’imolese. Per Ferrara, in caso di necessità l’hub del Sant’Anna sarà supportato come Covid dall’ospedale del Delta. Infine, per la Romagna, agli hub di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena verranno affiancati come Covid hospital da Lugo e Riccione.

Punti triage per le strutture sanitarie

Passano da 17 a 19 i punti triage davanti agli ospedali con l’allestimento oggi di una tenda presso l’Ospedale Maggiore di Bologna e una al Sant’Orsola di Bologna, struttura che diventerà operativa da domani. Mentre sono in corso sopralluoghi per valutare ulteriori esigenze, nei giorni scorsi sono stati potenziati i triage di Mirandola e Vignola, nel modenese, con l’installazione di due ulteriori tende, in aggiunta alle roulotte già utilizzate.

Questi i punti triage attivi in Emilia-Romagna: 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo nel Frignano e Modena città, dove la tenda è davanti alla sede del 118, a supporto degli operatori); 1 nella città metropolitana di Bologna (Imola); 2 a Bologna città, all’Ospedale Maggiore (già completato) e all’Ospedale Sant’Orsola (in via di completamento); 1 in provincia di Ferrara (Cento); 1 nella Repubblica di San Marino.

Dispositivi di protezione

Sono stati consegnati oggi,dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, 281.500 mascherine chirurgiche e 40mila guanti in vinile a uso esclusivo di medici, infermieri e personale sanitario che saranno distribuiti secondo i criteri prefissati.

Volontariato

Sono 115 i volontari dell’Emilia-Romagna attivi oggi sul territorio regionale. I nuclei più numerosi sono quelli del coordinamento provinciale di Parma (35), impegnati a Faenza in un’attività di formazione sull’uso dei sanificatori e a Bologna e (35) nel montaggio e allestimento dei punti triage agli ospedali Maggiore e Sant’Orsola. L’Anpa, Associazione nazionale pubbliche assistenze, continua a garantire il suo impegno al trasporto con autoambulanza (29), mentre un presidio logistico di poche unità di volontari prosegue presso la struttura montata a San Polo di Podenzano.

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