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Cronaca

Coronavirus, Mazzoni: "Impensabili i cenoni di Natale. Anche col vaccino dovremo rispettare delle regole"

Terzo appuntamento con le dirette del sindaco per confrontarsi sui temi della sanità e dell'emergenza Covid: ospite dell'intervista è stata Roberta Mazzoni, direttrice del distretto sanitario di Ravenna dell'Ausl della Romagna

Terzo appuntamento con le dirette Facebook del sindaco Michele de Pascale per confrontarsi sui temi della sanità e dell'emergenza Covid, che sta mettendo in seria difficoltà medici e ospedali di tutto il mondo. Mercoledì ospite dell'intervista è stata Roberta Mazzoni, direttrice del distretto sanitario di Ravenna dell'Ausl della Romagna.

Il lavoro del distretto

Il distretto socio-sanitario è il luogo dell'integrazione socio-sanitaria e dei servizi ospedalieri e territoriali. In particolare ha un ruolo legato alla committenza, cioè alla capacità di leggere i bisogni della popolazione e di costruire percorsi di sviluppo e integrazione con i servizi ospedalieri e territoriali. Questo in integrazione con il comitato di distretto, deputato alla definizione delle scelte in ambito socio-sanitario insieme agli assessori. Uno dei servizi territoriali principali riguarda la collaborazione con il dipartimento di sanità pubblica, in particolare anche per quanto riguarda tutta la parte relativa all'accesso alla specialistica ambulatoriale. In questo momento di pandemia, il distretto ha riorganizzato completamente le modalità di accesso e i servizi ospedalieri e territoriali, anche nelle strutture per anziani e disabili.

Verso il vaccino

Il sindaco chiede subito alla direttrice qual è l'andamento della diffusione della pandemia. "Ravenna sta vivendo un periodo di difficoltà - spiega Mazzoni - I casi di Coronavirus attivi sono ancora tanti e la nostra situazione al momento è di grande pressione. Le strutture ospedaliere sono davvero in forte affanno, le strutture territoriali hanno visto diversi focolai in più rispetto alla prima ondata. In questo momento abbiamo bisogno di essere molto attenti all'applicazione delle misure di sicurezza, serve un grande senso di responsabilità da parte della comunità verso il contenimento della diffusione del contagio. Dobbiamo farlo non solo per i nostri cari, ma anche per dare la possibilità agli operatori socio-sanitari delle strutture di riprendere forza, perchè la loro fatica sta diventando molto forte ed è relativa al carico di lavoro, allo stress, al coinvolgimento emotivo nella gestione dei pazienti malati di Covid e dei loro familiari. Mi auguro che, se l'Emilia-Romagna tornerà gialla, sarà un giallo "ocra" con ulteriori limitazioni: è impensabile in questa situazione organizzare cenoni di Natale, feste di Capodanno o tornare sulle piste da sci. Non possiamo permetterci di allentare le misure, dobbiamo rimanere fermi perchè l'obiettivo è quello di arrivare alla vaccinazione. Questo obiettivo, che contiamo di avviare tra gennaio e febbraio, ci deve vedere tutti uniti".

Per quanto riguarda le priorità vaccinali, secondo de Pascale "dobbiamo pensare a vaccinare i più deboli e la parte più anziana della popolazione, ma anche quella meno anziana che ha una prospettiva di vita davanti a sè: abbiamo visto persone di 70 anni che si ammalano e perdono la vita, sono persone che avrebbero avuto un'aspettativa di vita media di ottima qualità ancora di 10-15 anni. L'obiettivo è arrivare a proteggere anche queste persone nel più breve tempo possibile". "Nel piano vaccinale ci saranno delle priorità che riguarderanno il personale sanitario e gli ospiti delle strutture assistenziali per anziani e i relativi operatori, le categorie colpite in maniera più pesanti dal virus - spiega Mazzoni - Successivamente verranno progressivamente inserite le altre categorie a rischio, per arrivare a una vaccinazione diffusa di tutta la popolazione. E' una vaccinazione non obbligatoria per i cittadini, quindi sarà importantissima la campagna di comunicazione per aderire alla vaccinazione, perchè ci consente di tutelare le persone. La vaccinazione comunque è un percorso: anche una volta che saremo vaccinati, dovremo continuare a usare alcune accortezze fino a che non raggiungeremo l'immunità di gregge. Qualcuno sositene che durerà tutto il 2021: è un percorso che non ci deve spaventare, ma rafforzare nella nostra convinzione che abbiamo la necessità di continuare a chiedere senso di responsabilità, perchè solo insieme e con i comportamenti di tutta la comunità è possibile garantire sicurezza. Credo che su questo la comunità abbia risposto bene e con molta responsabilità, anche se tutti sentiamo la fatica di queste misure. Davanti abbiamo un percorso, ma vediamo la luce".

Focolai nelle case di riposo

Con la seconda ondata, sono state tante le case di riposo del ravennate a essere colpite dal Coronavirus. "Attualmente c'è un focolaio molto importante alla Baronio-Pallavicini che ha richiesto la gestione integrata con l'azienda, con personale Ausl (infermieri, medici e oss) entrati per collaborare nella gestione dello stesso focolaio - racconta Mazzoni - Altri piccoli focolai si sono sviluppati alla Villa Serena e alla Zalambani, con ulteriori focolai anche in alcune comunità-alloggio e in una casa famiglia. E' una situazione che gestiamo in collaborazione col dipartimento di sanità pubblica. Quando vengono trovati casi di Covid, le strutture vengono subito poste in osservazione e messa in quarantena, con l'effettuazione di tamponi a ospiti e operatori. Abbiamo fatto percorsi di formazione e dato direttive al personale relative ai comportamenti da tenere. Quando all'interno di una struttura scoppia un focolaio, non possiamo dirla diversamente: qualcosa non ha funzionato perfettamente, perchè le misure che abbiamo a disposizione definite da Ministero e Regione sono misure di protezione e di contrasto alla diffusione. E' altrettanto evidente che basta pochissimo a far sì che possa aprirsi una breccia nella struttura che produca la trasmissione del virus. Gli operatori delle strutture stanno davvero dando il massimo nella gestione dei focolai e nella prevenzione dei contagi, sanno che stanno gestendo il più grande patrimonio che le famiglie gli affidano, i loro familiari. Dobbiamo continuare a sostenerli nella fatica che stanno vivendo, perchè ce n'è davvero bisogno".

Visite specialistiche rimandate

Tutto ciò che non è Covid rischia di essere pericolosissimo, in un momento in cui tutte le attenzioni sono concentrate sul Coronavirus. "Le persone muoiono di Covid, ma continuano a morire anche di tumore, di leucemia", ricorda il sindaco de Pascale. "Nella fase del lockdown sono state sospese tutte le attività specialistiche a ingresso diretto o programmato - spiega la direttrice - La mole di attività sospese per l'Ausl della Romagna è di oltre 380mila prestazioni, nella sola provincia di Ravenna circa 95mila. In questo volume di attività sono inserite tutte le visite specialistiche e l'attività di diagnostica. Alla riapertura dell'attività specialistica, ci siamo trovati di fronte a una serie di misure: abbiamo sospeso l'accesso diretto per tutte le prestazioni e abbiamo garantito solo quello in modalità programmata. Tutti i pazienti prenotati sono stati avvisati telefonicamente, contestualmente abbiamo riaperto progressivamente l'offerta ordinaria e la possibilità dei cittadini di prenotare. Poi abbiamo avviato la ripresa della prenotabilità insieme anche alle strutture private accreditate. Attualmente abbiamo una situazione piuttosto buona: su alcune tipologie di prestazione abbiamo comunque una serie di criticità legate alla indisponibilità di figure mediche specialistiche che, nonostante le nostre ricerche e la volontà dell'azienda di assumere, mancano sul mercato. Contestualmente, per quanto riguarda le strutture private, sta avanzando per loro la difficoltà a reperire infermieri e quindi a fornire le prestazioni. Ad esempio le mammografie cliniche non sono ancora state riaperte, ci sono grosse difficoltà sull'oculistica e sull'attività endoscopica, proprio per carenza di professionisti sul mercato. Abbiamo appena completato l'avvio del Cup aziendale, una modalità di accesso alla specialistica ambulatoriale che consente ai cittadini di poter prenotare da qualsiasi canale (sportello, Farmacup o Cuptel) esami diagnostici o visite specialistiche in qualsiasi punto erogativo, sia pubblico che privato, presente nell'azienda Usl Romagna. Questo permette al cittadino di poter interrogare l'operatore rispetto altre sedi erogative: prima del Cup aziendale chi voleva prenotare una visita in una struttura fuori dal proprio ambito distrettuale e provinciale doveva passare da una serie di telefonate, selezionare il territorio e interrogare gli operatori. Così si ha sempre come prima opzione il tempo di risposta alla prestazione più vicino alla propria residenza, ma contestualmente si può selezionare altre strutture per conoscerne i tempi d'attesa al momento della prenotazione".

Il tasto dolente delle visite per le donne in gravidanza

Diversi futuri genitori ravennati lamentano l'impossibilità di prenotare un'ecografia morfologica, un esame di medicina prenatale che tutela la salute della mamma e del bambino e che deve essere effettuato necessariamente entro una certa settimana. "Chi non può permettersi di fare la visita privatamente non la fa, e questo è gravissimo e inaccettabile", contesta de Pascale. "E' una delle prestazioni critiche legate alla difficoltà di reclutamento di ginecologi accreditati a erogare questa prestazione", spiega Mazzoni. "Avere personale accreditato alla prestazione è ottimale, ma se non la garantisci la prestazione è sicuramente peggio che garantirla con un ginecologo meno qualificato", ribatte il sindaco. "E' un percorso formativo che deve esserci - replica la direttrice - In questo momento siamo in difficoltà e abbiamo un sistema di collaborazione che mette in campo anche gli altri ospedali dell'Ausl Romagna. Ma su questa prestazione abbiamo ciclicamente delle difficoltà nei vari ospedali romagnoli: al momento la prestazione non viene erogata da nessuna struttura privata accreditata. Farò un approfondimento ulteriore perchè molte donne rischiano di non avere questa prestazione, vedremo di trovare un sistema compensativo. Il consultorio familiare si sta potenziando con un nuovo medico abilitato a questa prestazione".

Ma il sindaco non molla la presa: "In tempo di pace tutte le misure che vanno a selezionare la competenza dei professionisti sono importantissime, ma in tempo di guerra stiamo mandando nei reparti Covid i chirurgi plastici - insiste de Pascale - Se l'alternativa è non dare la prestazione, si dà la miglior prestazione possibile, facendola fare comunque a un ginecologo naturalmente. Spero che da parte della Regione anche solo transitoriamente si possa allargare le maglie per garantire la prestazione a tutti, perchè l'alternativa è inaccettabile".

Sostegno agli operatori della sanità

Il sindaco - riprendendo la lettera inviata ai ministri per sostenere le richieste di emendamento al disegno di legge di bilancio 2021 proposte dalla Federazione nazionale Ordini dei Tsrm e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione - invita Mazzoni a fare una panoramica sulle varie professionalità coinvolte dalla pandemia nella sanità. "Si combatte la pandemia solo se le istituzioni collaborano - conclude la direttrice - I professionisti devono agire in maniera integrata, perchè i pazienti Covid sono complessi da un punto di vista clinico, dai tecnici di laboratorio ai fisioterapisti fino alle ostetriche, tutti contribuiscono ad avere un ruolo importante nel completamento del percorso. Il peso più grande di questa pandemia, anche in termini di mortalità, riguarda i medici e gli infermieri: questo non significa però che gli altri operatori della sanità non abbiano un ruolo fortissimo. Anche io trovo che questa scelta (di dare un riconoscimento economico solo a medici e infermieri, ndr) debba vedere il coinvolgimento, magari graduato, anche degli altri professionisti. Meritano una menzione anche gli operatori che lavorano all'interno dei laboratori, che spesso ci dimentichiamo".

PUNTATA 1 - Pochi medici e ospedali in tilt: il Covid piega la sanità. Il direttore Ausl: "Dobbiamo assumere i 'camici grigi'"

PUNTATA 2 - La direttrice della Sanità pubblica: "Solo se si vaccineranno in tanti si interromperà la pandemia"

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