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Cronaca

Coronavirus, nuovi casi in aumento: "picco" di contagi nel Lughese e nel Faentino, 9 classi in quarantena

Continua l'"anomalia ravennate", anche se molto più contenuta rispetto alle scorse settimane: nella nostra provincia, infatti, i nuovi casi registrati in questa settimana sono stati 265

Per la terza settimana consecutiva si registra un aumento dei nuovi casi di Covid in Romagna sia in termini assoluti (68) che percentuali. Questa settimana, infatti, sono stati eseguiti 28.908 tamponi registrando 903 nuovi casi positivi (3,1%). Cresce il tasso d’incidenza totale dei nuovi casi in quasi tutti i distretti dell’Ausl della Romagna negli ultimi 7 giorni e in particolar modo in quello di Cesena Valle del Savio, che presenta un tasso superiore a 100 casi/100.000 abitanti.

Andamento Covid settimana 25-31 ottobre

Continua l'"anomalia ravennate", anche se molto più contenuta rispetto alle scorse settimane: nella nostra provincia, infatti, i nuovi casi registrati in questa settimana sono stati 265, contro i 172 del Forlivese, i 198 del Cesenate e i 239 del Riminese. Ancora tanti nuovi casi nel Faentino e anche nel Lughese (44 ciascuna). Sono invece 9 le classi scolastiche finite in quarantena: 4 di scuola d'infanzia 3-6 anni, 3 di scuola primaria e 2 di scuola secondaria di primo grado.

Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da Covid che ci pone nel livello verde2, ossia un livello di occupazione dei posti letto in malattie infettive maggiore del 70%. I pazienti ricoverati sono nuovamente in aumento rispetto alla scorsa settimana e in totale sono ricoverati 90 pazienti, di cui 7 in terapia intensiva. Tornano ad aumentare anche i decessi, che sono stati 14 negli ultimi sette giorni. Questa settimana non si sono verificati focolai nelle strutture ospedaliere. In continuo aumento il numero dei soggetti vaccinati nei centri vaccinali aziendali (al 1 novembre 830.072 con prima dose e 739.279 con seconda dose e 34.873 con terza dose a cui vanno aggiunte 70.385 dosi somministrate dai medici di base).

L'importanza della vaccinazione

Come riportato dal "Rapporto Monitoraggio dell’impatto della campagna di vaccinazione sulle infezioni da Covid-19 nella Regione Emilia- Romagna – Aggiornamento al 26 ottobre", nonostante la variante Delta rappresenti oramai la totalità dei nuovi casi, l’efficacia della vaccinazione si conferma persistentemente molto elevata anche in Emilia Romagna dove i non vaccinati hanno: un rischio di quasi 4 volte maggiore di acquisire l'infezione rispetto ai vaccinati; un rischio circa 5 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale per Covid rispetto ai vaccinati; un rischio circa 14 volte maggiore di essere ricoverati in terapia intensiva per Covid rispetto ai vaccinati. Nel periodo dal 23 settembre al 20 ottobre, l’incidenza dei ricoveri in ospedale per Covid è stata di 6,9/10.000 nei non vaccinati, rispetto a 1,4 nei vaccinati. Tale dato regionale viene confermato anche in Ausl della Romagna: i non vaccinati hanno un rischio circa 3 volte maggiore di acquisire l'infezione rispetto ai vaccinati e un rischio circa 5 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale per Covid rispetto ai vaccinati.

"Anche questa settimana - commenta Mattia Altini, direttore sanitario Ausl Romagna - assistiamo sul territorio della Romagna ad un aumento delle positività. Un dato che conferma ancora una volta di più la necessità di non abbassare la guardia, in termini di misure di prevenzione da mantenere alte. Ma l’aspetto che ancora una volta vorrei mettere in evidenza è l’importanza che la vaccinazione riveste per neutralizzare l’effetto del virus dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri, o peggio ancora dalla necessità di finire nelle terapie intensive. I dati che pubblichiamo ancora una volta sul bollettino di questa settimana evidenziano ancora una volta come anche in Romagna il rischio di contrarre il virus per i non vaccinati sia di circa 3 volte maggiore rispetto ai vaccinati e 5 volte maggiore di essere ricoverati. Questi dati, elaborati e ricavati da analisi di più lungo periodo, descrivono bene nero su bianco di cosa stiamo parlando. Ecco perché l’esortazione continua a essere la stessa. Non siamo più nella fase in cui mancava il vaccino. Ora i vaccini ci sono e i tempi per effettuarlo veloci. Invitiamo quindi tutti i soggetti invitati in questa fase alla vaccinazione a non esitare o attendere. I mesi invernali che ci aspettano sono impegnativi dal punto di vista della circolazione del virus e soprattutto delle condizioni favorevoli per sviluppare l’infezione. Un invito preciso che rivolgo in primo luogo agli operatori sanitari, che hanno toccato direttamente con mano le conseguenze peggiori che il virus comporta”.

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