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Cronaca

Coronavirus, il primario di pediatria: "I bambini per ora non saranno vaccinati". Primo caso di sindrome di Kawasaki

Mercoledì ospite dell'intervista è stato Federico Marchetti primario di Pediatria e Tin - Terapia intensiva neonatale di Ravenna

Sesto appuntamento con le dirette Facebook del sindaco Michele de Pascale per confrontarsi sui temi della sanità e dell'emergenza Covid, che sta mettendo in seria difficoltà medici e ospedali di tutto il mondo. Mercoledì ospite dell'intervista è stato Federico Marchetti primario di Pediatria e Tin - Terapia intensiva neonatale di Ravenna. La Pediatria di Ravenna si compone anche dell'unità operativa di Faenza e di Lugo, lavorando all'unisono, e vanta anche un pronto soccorso pediatrico che conta circa 10mila accessi all'anno. Il dipartimento si occupa anche della gestione dei bambini che hanno bisogno di cure relative a discipline quali, ad esempio, neurologia, gastroenterologia, nefrologia, reumatologia ed endocrinologia.

Covid in età pediatrica: cosa c'è da sapere?

"Questo flagello risparmia l'infanzia in termini di salute fisica - spiega il dottor Marchetti - Certi bambini possono infettarsi, ma per fortuna hanno manifestazioni molto lievi e la metà di loro è asintomatica. Come tutte le forme virali o infettive, possono esserci delle eccezioni: molti avranno sentito parlare della sindrome di Kawasaki (rara malattia infiammatoria che colpisce i vasi sanguigni e che colpisce in genere i bambini di età inferiore ai cinque anni; dagli studi finora pubblicati sembra che la Kawasaki possa essere favorita da una reazione immunitaria eccessiva a un'infezione, reazione che il Covid, appunto, potrebbe provocare, ndr). Noi abbiamo appena avuto il primo caso, ma sono situazioni che conosciamo e che sappiamo gestire. In questi lunghi mesi i bambini ricoverati per Covid sono stati una decina, e questo deve rassicurare i genitori e gli stessi bambini, che devono sapere che avere il Covid nella stragrande maggioranza dei casi non comporta nulla".

Viceversa c'è un discorso che riguarda la salute di altro tipo, una salute complessiva di benessere. "L'isolamento ha creato anche delle cose positive - spiega il primario - il ritrovarsi in un ambiente domestico seguiti dai genitori, coccolati... Però accanto a questo c'è un vissuto di loro percezione al quale dobbiamo pensare adesso per il futuro: non andare a scuola, non vedere amici, non fare sport... La salute mentale è un bene prezioso, tanti genitori e insegnanti stanno lavorando in maniera egregia per questo. Ma se allarghiamo lo sguardo, c'è una pandemia secondaria: i danni che si riversano sull'infanzia, di cui dobbiamo tenere conto. Io rimango sorpreso della dignità profonda dei bambini, del senso di profonda responsabilità: quando chiedo ai bimbi di abbassarsi la mascherina per controllargli la gola, loro guardano i genitori come per chiedere 'Devo farlo?'. E' un esempio prezioso per noi e dobbiamo prendere spunto da questo".

Contagi a scuola

Il sindaco de Pascale interroga il medico sui contagi a scuola e sulle eventuali differenze nei contagi e nelle relative conseguenze tra le varie scuole. "Nel momento in cui ci sono continue aperture e chiusure è difficile capire l'influenza della scuola sui contagi - risponde Marchetti - Relativamente alla realtà di Ravenna, al 12 dicembre i casi da 0 a 18 anni sono stati il 15% del totale; da 0 a 6 anni sono il 2,8% del totale e da 6 a 10 il 4,2%, nella fascia adolescenziale il 7,6%. Se guardiamo da febbraio a ora, ad agosto c'è stata un'impennata di casi, mentre al momento di chiusura e apertura delle scuole i casi sono rimasti gli stessi. I due-tre mesi di apertura dei nidi sono stati tutti mesi guadagnati, così come l'apertura delle elementari. La fascia adolescenziale è chiaramente più esposta, ma bisogna anche dire che non ci sono stati grandi focolai nelle scuole: molti contagi sono venuti dagli adulti".

"Una cosa la possiamo dire con chiarezza - puntualizza il primario - Sembra che più i bambini sono piccoli, meno siano fonti di contagio. A scuola, come in ospedale, nella stragrande maggioranza dei casi i ragazzi sono bravissimi. Il rischio esiste, a scuola come anche in ospedale, nonostante le profonde accortezze; ma va perseguita la direzione della riapertura. Tutto il sacrificio che stiamo facendo noi sanitari, lo stiamo facendo per i nostri anziani e per i nostri figli. La riapertura scolastica dipenderà molto da quello che faremo noi in questo momento".

Tema vaccini: quali prospettive per la vaccinazione in età pediatrica?

Si passa poi a parlare di vaccini. "Premesso che le altre malattie continuano a esistere e non devono esserci ritardi di diagnosi o di altre vaccinazioni, io il 27 mi vaccinerò, e non vedo l'ora - specifica subito Marchetti - I bambini non saranno vaccinati in questo momento, perchè non corrono rischi; sull'infanzia è necessario avere maggiori informazioni, non tanto sull'efficacia vaccinale, ma in termini di dosi e modalità. In reparto ho visto genitori negazionisti, è un'esperienza non positiva. Un genitore deve pensare alla salute del figlio e poi a quella della comunità. Per quanto riguarda la variante inglese, sembra che il vaccino sia ugualmente efficace: bisogna avere dati scientifici in mano per parlare".

Covid, gravidanza e allattamento

Il Coronavirus preoccupa molto le neomamme. "In gravidanza non succede molto, c'è forse un piccolo aumento di parto pre-termine, ma poi si nasce con parto spontaneo - tranquillizza il medico - La società italiana di neonatologia, attraverso vari studi, ha portato delle linee guida che ora sono riportate come linee guida anche in America su come comportarsi. Il neonato può stare con la propria mamma, essere allattato al seno mentre la mamma avrà la mascherina e le mani igienizzate, e anche se il neonato è positivo non viene trattenuto di più in ospedale. Con Ausl Romagna abbiamo messo in piedi un sistema molto efficace: a 21 giorni al neonato positivo viene fatto il tampone per vedere la sua negativizzazione, poi lo visitiamo in ospedale o anche a casa, perchè in quel momento la mamma deve essere rassicurata che non accade nulla di grave. La maggior parte dei neonati positivi sono del tutto asintomatici. Preservare l'evento della nascita ci dà grande soddisfazione e stiamo lavorando in questa direzione".

Le altre dirette

PUNTATA 1 - Pochi medici e ospedali in tilt: il Covid piega la sanità. Il direttore Ausl: "Dobbiamo assumere i 'camici grigi'"

PUNTATA 2 - La direttrice della Sanità pubblica: "Solo se si vaccineranno in tanti si interromperà la pandemia"

PUNTATA 3 - Mazzoni: "Impensabili i cenoni di Natale. Anche col vaccino dovremo rispettare delle regole"

PUNTATA 4 - Coronavirus e terapia intensiva: "Gli effetti rimangono molto a lungo". Vaccino? "Bisogna fidarsi"

PUNTATA 5 - Fusari: "In terapia intensiva anche pazienti giovani. Il vaccino? Non sappiamo la durata"

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