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Cronaca

Bassi (Ausl): "Ricontagi e casi di Covid dopo il vaccino rarissimi. Ma se ci rilassiamo troppo rischiamo un'altra ondata"

Il direttore di Malattie infettive: "Il virus è vivo e continua abbondantemente a circolare e se non stiamo attenti ci sarà un'altra ondata. E quindi continuiamo con le vaccinazioni e le precauzioni"

Tredicesimo appuntamento con le dirette Facebook del sindaco Michele de Pascale per confrontarsi sui temi della sanità e dell'emergenza Covid. Mercoledì ospite dell'intervista è stato Paolo Bassi, direttore dell'unità operativa Malattie infettive di Ravenna. L'unità Malattie infettive insiste su tutta la provincia ravennate, tanto che è presente anche all'ospedale di Faenza e a Lugo. Oltre a ricoveri e visite vengono seguiti i pazienti con cronicità, ad esempio i malati di Aids (in provincia circa 1400) o con epatiti croniche che vengono seguiti anche a domicilio, le patologie infettive del carcere e nei Sert.

"Senza la mia squadra non sarei nulla - precisa subito Bassi - Una squadra che è stata in grado di affrontare come un corpo unico tutta la drammaticità della pandemia Covid. E' stata una grande prova: non c'è niente di più devastante e doloroso del non poter salutare i propri genitori sul letto di morte. Abbiamo cercato di garantire sempre un momento di contatto tramite strumenti alternativi, come i tablet. Poi qui a Ravenna c'è anche un ballatoio esterno alle camere con tanto di citofono, per cui i parenti potevano avvicinarsi quanto più possibile ai loro malati. Negli ultimi tempi, con l'allentarsi un po' del numero dei ricoveri, abbiamo dato la possibilità ai parenti per un breve periodo di entrare in contatto con i propri cari ricoverati".

"Non abbassare la guardia: presto insorgeranno batteri multiresistenti"

"Questa è la prima settimana in cui non abbiamo nessun ricovero per Covid nell'unità di Malattie infettive - precisa il direttore - E' una cosa molto bella, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Il trend è nettamente in diminuzione: abbiamo avuto un grosso accumulo di ricoveri nel marzo-aprile 2020, poi nell'autunno-inverno di quest'anno fino a 3-4 settimane fa il secondo grosso incremento, addirittura superiore al primo. Abbiamo pagato tutta la disseminazione di questa pandemia nelle Cra, in cui siamo andati ad aiutare per alzare il livello assistenziale. Ora la situazione è in netto miglioramento, continuiamo ad aiutare il pronto soccorso e i reparti con casi Covid".

Ma senza abbassare la guardia: "Quest'anno l'influenza non si è quasi vista, e questo grazie alla mascherina e all'igienizzazione delle mani - precisa il medico - Quest'ultima è un'abitudine virtuosa che deve continuare, perchè nei prossimi tempi ci sarà probabimente l'insorgenza di batteri multiresistenti, che da una parte evidenziano come vadano sempre usati con parsimonia gli antibiotici, dall'altra si trasmettono proprio tramite le mani".

Anticorpi monoclonali e farmaci: le terapie anticovid in atto

Anche a Ravenna è partita la cura sperimentale con gli anticorpi monoclonali. "Una bella novità che riguarda però solo pazienti particolari, tutti ambulatoriali ma fragili, ovvero con obesità, diabete scompensato, pazienti nefrologici in dialisi o pazienti ematologici che stanno facendo terapia immunosoppressiva o recente chemioterapia - precisa Bassi - Pazienti in cui il rischio di ricovero o decesso è molto maggiore. Abbiamo quindi iniziato la terapia sperimentale con gli anticorpi monoclonali già su 4 pazienti, che stanno andando tutti molto bene. E' chiaro che è una cura sperimentale e per pazienti molto di nicchia, ma è importante. Lo facciamo nel nostro day hospital in collaborazione coi medici di base".

Poi c'è il farmaco antivirale Remdesivir, che si può usare solo in strutture ospedaliere per pazienti ricoverati. "E' importante rimarcare che le fasi dell'infezioni del Covid sono due: la prima settimana che ha un'infezione virale e richiede antinfiammatori o antipiretici, mentre la seconda settimana, se persiste febbre o inizia tosse e respiro difficoltoso, è opportuno iniziare una terapia con cortisone ed eparina a basso peso molecolare".

Contagi dopo il vaccino e pazienti ricontagiati: colpa delle varianti?

Si sente parlare, seppur raramente, di persone già vaccinate ma comunque contagiate, o ancora di chi ha avuto il Covid due volte nel giro di pochi mesi. "E' un discorso abbastanza complesso - ammonisce Bassi - Per quanto riguarda chi è già vaccinato, sappiamo che il vaccino non copre al 100%, però oltre al 90% sicuramente sì. Quindi è teoricamente possibile che la vaccinazione non sia completamente efficace nella difesa della persona, se la persona non elabora gli anticorpi, ma è un fatto abbastanza raro: qualche anticorpo in genere si trova sempre".

Si è discusso anche sull'eventuale capacità delle varianti Covid di superare la vaccinazione: "E' una cosa abbastanza teorica, perchè qua da noi l'80% delle varianti sono inglesi e quindi coperte dal vaccino - precisa il medico - Qualsiasi vaccino si faccia è ampiamente sufficiente a difenderci dalle varianti. Qualche dubbio c'è sulla brasiliana, ma qui da noi è poco diffusa".

Sui casi di re-infezione in breve tempo, Bassi spiega: "Quando si va ad accertare la presenza o meno di Covid, il tampone ha un limite: se la componente dell'Rna che viene cercato è molto bassa, il tampone può risultare negativo. Un tampone negativo che poi dopo due giorni diventa positivo non mi fa pensare a una re-infezione, ma a un livello di componente al limite del rilevabile. Anche perchè si tratta sempre di pazienti che non hanno febbre, dolori muscolari, cefalea, diarrea etc, quindi credo si tratti di individui che hanno residui virali nella grande maggioranza, mentre le re-infezioni sono rarissime. Non a caso un paziente con tampone positivo dopo 21 giorni dalla positività e 7 giorni di asintomaticità, anche se ha un tampone positivo, può uscire. Anche se rimangono residui a livello della mucosa, la capacità replicativa del virus è azzerata, e quindi non costituisce più un rischio per la comunità".

Quando la quarantena è finita ma l'azienda pretende un tampone negativo

Il fatto che dopo 21 giorni la quarantena finisca in automatico senza più la necessità di un tampone negativo presenta però anche delle criticità: "Alcune aziende vogliono che ci sia per forza un tampone negativo per rientrare, ma l'Ausl non lo fa più - precisa il sindaco de Pascale - E quindi ci sono persone in seria difficoltà che, dopo un mese di blocco dal lavoro, non riescono a tornare perchè anche se sono passati 21 giorni il datore di lavoro vuole per forza un tampone negativo". "Qui c'è un dibattito tra il clinico e il legislativo - replica Bassi - In questo momento sta vincendo il legislativo, perchè il timore di poter re-inserire una persona ancora positiva e dare vita a un cluster aziendale è maggiore rispetto al rischio che la clinica ci dice. Ho visto un paziente rimasto positivo per tre mesi. Purtroppo, se c'è ancora un tampone positivo, in certi posti non si può tornare".

Covid e stagionalità: come andranno le cose quest'estate?

Molte persone avanzano l'ipotesi che l'innalzarsi delle temperature, con l'arrivo dell'estate, possa sfavorire la circolazione del virus: "Questa è una cosa abbastanza peregrina - commenta il direttore Ausl - C'è stata effettivamente una grossa diminuzione di contagi nell'estate 2020, ma in seguito al lockdown. Questo virus, come tutti i virus ma questo particolarmente, vuole vivere, e per farlo muta se stesso. In questa seconda tornata clinica abbiamo visto infettarsi gente più giovane, con una maggiore propensione verso forme gastroenteriche piuttosto che polmonari e l'insorgere delle varianti. Il dato di fatto è che non possiamo rilassarci. Draghi parla di rischio ragionato, fare in modo che piano piano si possa ripartire: non dobbiamo però correre il rischio di ripetere gli errori della scorsa estate. Il virus non è morto, è vivo e continua abbondantemente a circolare e se non stiamo attenti ci sarà un'altra ondata. E quindi continuiamo con le vaccinazioni e le precauzioni, ma continuiamo a vivere".

Su questo è d'accordo anche il primo cittadino ravennate: "Ora che avremo le riaperture con la zona gialla, continuiamo a comportarci come prima e a mantenere lo stesso livello di attenzione, sennò rischiamo di tornare indietro".

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