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Cronaca

Covid, l'andamento settimanale: aumentano contagi e ricoveri, 2 focolai e 34 classi in quarantena

Si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da Covid che ci pone nel livello arancione: i pazienti ricoverati sono in aumento da sei settimane e in totale sono ricoverati 176 pazienti

I casi di Covid continuano ad aumentare, ma anche i pazienti ricoverati. Nella settimana dal 22 al 28 novembre in Emilia-Romagna sono stati eseguiti 52.074 tamponi registrando 3401 nuovi casi positivi (6.5%). Per la settima settimana consecutiva si registra un aumento dei nuovi casi sia in termini assoluti (626) che percentuali (+0,5%). Cresce il tasso d’incidenza totale dei nuovi casi negli ultimi sette giorni/100.000 abitanti e tutti i distretti dell’Ausl della Romagna presentano tassi superiori a 150, in particolar modo quelli di Forlì e Riccione che hanno tassi superiori a 350, ma anche il Ravennate ha un tasso superiore a 250. Rispetto alle previsioni del Piano aziendale, si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da Covid che ci pone nel livello arancione: i pazienti ricoverati sono in aumento da sei settimane e in totale sono ricoverati 176 pazienti, di cui 16 in terapia intensiva.

Sul territorio ravennate si registrano due nuovi focolai, uno intraospedaliero e uno in una struttura socio-sanitaria. Scende a 34 - la scorsa settimana era 45 - il numero complessivo di classi in quarantena nella provincia di Ravenna (a Rimini sono 55, a Forlì 50 e a Cesena 30). Si tratta di 2 classi di servizi educativi 0-3 anni, 3 classi di scuola dell'infanzia 3-6 anni, 15 classi di scuola primaria, 12 di scuola secondaria di primo grado e 2 di scuola secondaria di secondo grado.

Andamento Covid settimana 22-28 novembre

Risulta comunque evidente come questo aumento abbia un andamento decisamente inferiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie alla diffusione della vaccinazione. In particolare i ricoveri ordinari, quelli in terapia intensiva e i decessi sono 3,5 volte inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Complessivamente sono stati sospesi 246 operatori tra dipendenti e convenzionati in tutta l'azienda Usl della Romagna. La percentuale dei sospesi sul totale degli operatori con obbligo vaccinale è inferiore al 2% in tutti gli ambiti territoriali e non si riscontrano sostanziali differenze tra Cesena, Forlì, Rimini e Ravenna. In continuo aumento il numero dei soggetti vaccinati nei centri vaccinali aziendali (al 29 novembre 841.269 con prima dose e 760.840 con seconda dose e 123.471 con terza dose a cui vanno aggiunte 78.448 dosi somministrate dai medici di base).

“Il quadro epidemiologico - commenta Mattia Altini, direttore sanitario di Ausl Romagna - conferma una costante e ampia diffusione del virus anche nella settimana presa in esame. Ma al contempo sappiamo che una risposta efficace c’è: la terza dose. Ma è necessario accelerare e convincere i cittadini che si tratta della scelta giusta. Il vaccino costituisce l’arma fondamentale della lotta al virus: è sicuro, efficace e necessario per proteggere noi stessi e gli altri. Tutti i dati confermano che c’è un’enorme differenza fra vaccinati e non vaccinati in termini di possibilità di contrarre la malattia, ma soprattutto in materia di ospedalizzazioni e morti. Una conferma che arriva anche dallo studio condotto a livello della nostra Regione. Il caso Israele, inoltre, mostra come le dosi aggiuntive e i booster siano efficaci nel ripristinare la protezione contro casi gravi e morti, oltre che nell’abbassare ancora il tasso di infezione".

"Vaccinarsi è fondamentale, ma non basta - insiste Altini - Terza dose, quindi, ampliamento della popolazione vaccinata, mantenimento delle prassi comportamentali per il contenimento dei contagi, tracciamento e isolamento dei focolai, utilizzo massiccio delle mascherine. Da parte nostra, l’impegno è massimo: tutti i nostri professionisti negli ospedali e sul territorio sono impegnati per garantire tutte le attività: tracciamento, vaccinazione e cura. È bene però sottolineare l’importanza che, in questa fase e con questi livelli di contagio, il sistema sanitario non vada in affanno. Per evitarlo, occorre continuare nell’azione di convincere le persone che ancora non hanno fatto neanche la prima dose a vaccinarsi".

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