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Crolla ancora di più il mercato della casa: male in tutta la Romagna

Per il settore delle costruzioni la crisi non è finita, e in Romagna nei cinque anni compresi tra il 2008 e il 2012, secondo le stime Ance Emilia-Romagna, il settore delle costruzioni avrà perso un quarto della produzione

Per il settore delle costruzioni la crisi non è finita, e in Romagna nei cinque anni compresi tra il 2008 e il 2012, secondo le stime Ance Emilia-Romagna, il settore delle costruzioni avrà perso un quarto della produzione (- 24,9%), vale a dire 4,1 miliardi di euro: -43,8% nella nuova edilizia abitativa e -30,2% sia per gli investimenti in costruzioni non residenziali private che per le opere pubbliche.  Gli effetti sull’occupazione sono pesantissimi: 51.700 occupati persi nelle costruzioni in Emilia-Romagna tra la fine del 2008 e il terzo trimestre del 2011.

 

Le compravendite immobiliari per l'acquisto di immobili a uso abitativo, in altre parole delle case, sono precipitate nel 2011 del -14,6% nella provincia di Forlì-Cesena, del -6,1% nella provincia di Ravenna. Si tratta della prima e seconda provincia con trend peggiore in tutta l'Emilia-Romagna. Rimini in negativo come tutti, ma tutto sommato arginando i danni: la diminuzione delle compravendite segna un -3,6% nel 2011 rispetto al 2010.A livello regionale la contrazione è del 3,5%.

 

“Le imprese, senza una pronta inversione degli investimenti, non potranno continuare a mantenere l’occupazione rimanente e si rischierà che parte dei lavoratori oggi in Cassa Integrazione non potranno essere reintegrati in azienda”, rileva una nota degli stessi costruttori edili. “Le imprese di costruzioni sono schiacciate da un nuovo credit crunch, ben più severo di quello registrato dopo il fallimento di Lehman Brothers, e da una Pubblica Amministrazione che continua a bloccare i pagamenti dovuti per i lavori regolarmente eseguiti”.

 

La stretta creditizia nel settore emerge anche dai dati di Banca d’Italia relativi ai primi 9 mesi del 2011: -31,7% di mutui erogati per investimenti in edilizia residenziale. Le difficoltà di accesso al credito sono acuite dai ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, che hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Il Patto di Stabilità Interno continua a rappresentare la causa prevalente di ritardato pagamento. Nella nostra Regione, secondo i dati certificati dall’Osservatorio regionale sulla finanza territoriale, ci sono oggi 2,3 miliardi di euro di residui passivi dei Comuni per investimenti in conto capitale. Ma il dato più eclatante è un altro: 350 milioni di euro che gli enti locali hanno disponibili in cassa e non possono spenderli.

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