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Cronaca

250 nuovi daini in pineta ogni anno, si cerca una soluzione. Il Parco del Delta: "Recintare? Impossibile. E i lupi sono pochissimi"

Nei mesi scorsi è andato deserto il bando dell'Ente Parco del Delta Po per affidare in concessione cattura e delocalizzazione dei daini. Il direttore Costa: "Si potrebbe pensare a un nuovo bando, ma questa volta con un supporto economico pubblico"

L'annuncio della creazione di un recinto faunistico che ospiterà 10-15 cervi della Mesola nella Pineta di Classe è l'occasione anche per tornare a parlare dei daini che vivono nella pineta. Al momento, secondo le stime del Parco del Delta del Po, si ipotizza che tra quella di Classe e quella di Volano (nel ferrarese) i daini presenti siano circa un migliaio, ma sono destinati a un continuo aumento. Nei mesi scorsi è andato deserto il bando, o meglio l'indagine di mercato, dell'Ente Parco del Delta Po per affidare in concessione cattura e delocalizzazione dei daini. Un bando, molto contestato dagli animalisti, che in realtà dopo la cattura prevedeva un allontanamento degli animali con destinazione libera, ma che fece molto scalpore perchè il valore degli introiti dell'attività era stato stimato in base al valore della carne di daino macellata.

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"Nessuno ha partecipato alla gara, che è andata deserta, quindi dobbiamo trovare un'altra modalità per cercare di risolvere questo problema - spiega Massimiliano Costa, direttore del Parco del Delta del Po - Ne stiamo discutendo da tempo con Regione, Ispra e Prefettura.  Ho ipotizzato due motivazioni per le quali il bando potrebbe essere andato deserto: la prima è che forse non ci fosse la convenienza economica che noi invece avevamo calcolato; l'altra è che i possibili partecipanti siano stati spaventati dalle polemiche degli animalisti: se una ditta deve fare degli investimenti, dei recinti e poi ritrovarseli distrutti (come è già capitato 5 o 6 anni fa con i cacciatori), le auto graffiate etc... E' una cosa che potrebbe averli frenati".

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Il problema, spiega Costa, è reale e non riguarda solo gli attraversamenti sull'Adriatica o su viale dei Lombardi, "ma anche l'agricoltura, dal momento che ormai i daini vanno a mangiare più fuori dalla pineta che dentro al bosco. Recintare la pineta? A parte il costo altissimo dell'operazione, concentrarli tutti nella pineta significherebbe che della pineta dopo poco resterebbero solo terra e alberi. Una cosa simile, infatti, venne fatta negli anni '80 nel Bosco della Mesola, nel ferrarese (che è poco più grande della Pineta di Classe), dove i daini erano circa un migliaio e misero in seria difficoltà anche la presenza dei cervi con i quali entrarono in competizione per il cibo. Dopo che il bosco venne recintato, i daini mangiarono tutto e rimase, appunto, solo la terra. In quell'occasione l'unica soluzione fu l'abbattimento degli animali".

Si è parlato spesso anche dei lupi presenti in pineta per mantenere un equilibrio in maniera "naturale". "Non è così - chiarisce Costa - I lupi sono appena sei o sette, mentre i nuovi daini ogni anno sono circa 250. I lupi non ci stanno dietro, calcolando approssimativamente che mangino diciamo otto daini al mese. Anche pensare di introdurre più lupi non è fattibile, anche perchè il lupo è estremamente territoriale. Io comprendo il punto di vista etico e la posizione degli animalisti, ma una soluzione per diminuirne il numero bisogna trovarla. Ricordiamo anche che il daino viene cacciato tutto l'anno in Appennino, in numero ben maggiore rispetto a quello del Parco del Delta. Come soluzione si potrebbe pensare a un nuovo bando, ma questa volta con un supporto economico pubblico".

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