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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Daini, ricorso bocciato. Si torna a sparare nella pineta di Classe

La sentenza, affermano le associazioni, "da' il via libera a un vero e proprio massacro visto che, prima ancora della pronuncia, la Provincia" di Ravenna "aveva disposto una proroga dell'attivita' di abbattimento degli animali di 15 giorni

Si torna a sparare sui daini della pineta di Classe. Il Consiglio do Stato ha bocciato il ricorso degli animalisti contro l’abbattimento di 67 quadrupeti ritenuti pericolosi per la circolazione stradale e dannosi per l’agricoltura. Secondo i giudici è certa la competenza della Provincia di Ravenna che aveva adottato la misura. Inoltre il provvedimento "appare motivato e pienamente sostenuto dagli enti che hanno concorso all’istruttoria" come "il Parco per il Delta del Po e l’Ispra". In particolare "non risulta dimostrata l’applicabilità e l’efficacia delle misure alternative" che potranno però essere "prese in considerazione per risolvere i non secondari problemi che l’intervento programmato lascia aperti". 

Secondo varie associazioni animaliste ravennati riunite sotto la sigla 'Viva i daini vivi della pineta di Classe', con la decisione del Consiglio di Stato "si avalla ancora il parere di enti che sostengono sempre e comunque il ricorso alle doppiette invece che i metodi ecologici. E si nega la possibilita' di applicare alternative non cruente rimandate a un nebuloso futuro lasciando intendere nel contempo che la carneficina non risolvera' i problemi attuali".

La sentenza, affermano le associazioni, "da' il via libera a un vero e proprio massacro visto che, prima ancora della pronuncia, la Provincia" di Ravenna "aveva disposto una proroga dell'attivita' di abbattimento degli animali di 15 giorni. Non solo daini condannati a morte senza colpe quindi, ma femmine gravide uccise inutilmente mentre portano in grembo i propri piccoli". Per Animal Liberation, il Consiglio di Stato "ha respinto il ricorso animalista contro la strage dei daini della pineta di Ravenna perche' le leggi le scrivono gli uomini, non i daini".

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