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Cronaca Cotignola

Dalla conferenza sui mesoteliomi nasce un piano nazionale

o IOR è sempre stato in prima fila nel sostenere la ricerca e le cure innovative, contribuendo anche alla realizzazione di una efficiente rete delle Cure Palliative in Romagna

Venerdì scorso nella Sala Convegni del Maria Cecilia Hospital di Cotignola si è svolta la Conferenza Nazionale sul Mesotelioma Pleurico, organizzata dall'A.I.O.M., dal C.I.P.O.M.O, dall'Istituto Oncologico Romagnolo e dall'Irst-Irccs. Dopo che il dottor Giorgio Cruciani, Direttore U.O. dell'AUSL di Ravenna, ha fatto gli onori di casa davanti ad un platea affollata, composta da quasi 100 tra Medici, Ricercatori, Infermieri e giornalisti, il professor Dino Amadori, direttore scientifico dell'Irst-Irccs e Referente per il piano nazionale sul Mesotelioma, ha posto l'accento sulle tre problematiche principali: i 45.000 siti stimati dai Nas inquinanti in Italia, l'enorme latenza della malattia che si manifesta tra i 40 e i 45 anni successivi all'esposizione e la certezza che siamo di fronte ad una tendenza di aumento per i prossimi due decenni dei casi di Mesotelioma.

I dati illustrati dal dottor Marinaccio (Inail) e dal dottor Mirabelli (Registro Tumori Piemonte) hanno dimostrato quanto siano stati sottovalutati i rischi di questa tremenda malattia e la sua gravità. Se le prime ricerche scientifiche hanno provato nel 1965 (Selikoff) la cancerogenicità della fibra di amianto, in Italia solo nel 1992 essa è stata proibita. Gli studi di Selikoff del 1965 hanno anche descritto l'andamento della malattia in tre fasi: per prima cosa ha colpito i minatori che estraevano la fibra dalle miniere, successivamente gli operai che la lavoravano e, infine, oggi colpisce sempre di più le persone che sono state esposte al "prodotto finito". Purtroppo oggi l'amianto è usato senza restrizioni ancora in moltissimi Stati.

Oggi il mesotelioma si manifesta in 1000/1500 casi l'anno in Italia e la speranza di vita non supera mai i 12/18 mesi. I trattamenti chemioterapici danno ancora pochi risultati e, purtroppo, servono solo come palliativo. Lo scopo della conferenza nazionale è stata quella di dare la possibilità ai Medici oncologi di incontrarsi e fare il punto su un piano nazionale unitario, che vede l'Italia capofila in Europa. Da un punto di vista clinico è stato ampiamente sottolineato come l'approccio alla terapia deve essere assolutamente multidisciplinare , con una chemioterapia preoperatoria , seguita da chirurgia e poi da radioterapia con tecniche volumetriche (tomo terapia).

Il trattamento di questa malattia è complesso e deve essere effettuato in Centri con adeguata esperienza, come è da molti anni l'Ospedale di Ravenna. Anche la palliazione ha un ruolo importante nel mesotelioma, per la sintomatologia spesso precoce e la impossibilità di guarigione. In questi casi l'equipe medica deve essere sempre affiancata da altri professionisti in un'ottica di risposta complessiva ai bisogni del paziente, con l'obiettivo di accompagnare e prendersi cura del paziente e dei suoi familiari. Lo IOR è sempre stato in prima fila nel sostenere la ricerca e le cure innovative, contribuendo anche alla realizzazione di una efficiente rete delle Cure Palliative in Romagna.

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