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Cronaca

Dalla Macedonia a Ravenna seguendo l'amore per l'arte: ma col Covid le opere nascono in salotto

Ci sono tempere, pennelli e cavalletti. Tessere di mosaico dai colori luminescenti, opere abbozzate e tele ovunque. Pura bellezza raccolta in un salotto che è diventato un vero e proprio laboratorio d’arte

Ci sono tempere, pennelli e cavalletti. Tessere di mosaico dai colori luminescenti, opere abbozzate e tele ovunque. Pura bellezza raccolta in un salotto di via Nino Bixio 66 che è diventato un vero e proprio laboratorio d’arte. Qui, in un alloggio per studenti universitari gestito da Fondazione Flaminia, vivono e lavorano Anica e Mila, due studentesse dell’Accademia di Belle Arti, insieme ai loro coinquilini Eva e Misho.

Con il Covid l'arte 'nasce in salotto'

"Questo è lo spazio della casa dove diamo vita alle nostre opere - spiegano le due giovani artiste - Vivere in un appartamento dove tutti hanno la stessa passione è molto bello. È anche importante soprattutto ora che la pandemia ci tiene lontani dagli altri studenti”. In genere è il pomeriggio, dopo le lezioni a distanza del mattino, il momento in cui i giovani artisti, tutti macedoni, si ritrovano a lavorare. Chi si dedica alla pittura a olio, chi alla tecnica del mosaico. “Accendiamo la musica e cominciamo a creare. Mentre la nostra opera prende forma, tutto il mondo è fra queste quattro mura: cantiamo, ridiamo, torniamo ai tempi del liceo a Skopje, ci confrontiamo continuamente”. A Ravenna sono arrivati seguendo il loro amore per l’arte: “Siamo qui per le splendide chiese ravennati: studiare in una città come questa è una grande opportunità”, spiegano.

Mila e Anica hanno di recente realizzato un grande murales che raffigura Dante in un pastificio di Ravenna. “Ci ha contattate direttamente la titolare, attraverso l’Accademia. È stata la prima esperienza per un privato”, spiegano le due ragazze. Il ritratto del Sommo poeta, un’opera dipinta su parete di quasi due metri di altezza, ha impegnato le artiste per una decina di giorni, anche se non continuativamente. “Abbiamo scelto noi quale ‘versione’ di Dante realizzare. A noi è piaciuta l’immagine più classica e tradizionale del poeta. Dar vita a quest’opera, a Ravenna, la città che abbiamo scelto per la sua storia e cultura, la bellezza delle sue basiliche, ci ha riempito di orgoglio. Poter lavorare su questo soggetto qui dove Dante è morto, nell’anno in cui si celebra il settecentenario della morte, è stato per noi, che oltretutto siamo straniere, un grande onore”. Apprezzamenti sono venuti anche dall’esterno e in particolare dalla titolare del negozio che è stata felicissima, dicono le ragazze, “di avere un Dante tutto suo, differente da tutti gli altri!”

La pandemia ha penalizzato e ridotto la possibilità per questi giovani artisti di esporre in pubblico. In programma c’è (c’era?) una mostra su Dante al Museo Nazionale a cui Anica e Mila dovrebbero partecipare come studentesse dell’Accademia. Il condizionale di questi tempi è d’obbligo, purtroppo: ma intanto queste ragazze non si fermano e la bellezza continua a riempire il loro salotto di via Nino Bixio.

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