Dante 2021, Ancisi critico: "Manca un progetto, scelte fatte in modo autoritario"
E' stato annunciato solo qualche giorno fa il primo programma di eventi e attività attraverso il quale la città celebrerà il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, ma già iniziano ad arrivare le prime critiche
E' stato annunciato solo qualche giorno fa il primo programma di eventi e attività attraverso il quale la città celebrerà il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, ma già iniziano ad arrivare le prime critiche. "La celebrazione di Dante 2021 procede in ordine sparso: a meno di tre anni dall’evento, occasione grandiosa per portare la nostra città all’attenzione del mondo (e che nel secolo scorso i nostri antenati seppero valorizzare luminosamente), le proposte che filtrano sanno per lo più di effimero e provinciale e l’agorà della città, qual è il consiglio comunale, ne è totalmente all’oscuro - accusa il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - Il sindaco ha annunciato alcune iniziative, delle quali meritano pieno apprezzamento gli spettacoli di alto livello che Ravenna Festival e Ravenna Teatro sapranno produrre e il Congresso internazionale dantesco promosso dall’Università di Bologna. Il resto difficilmente supererà il livello, pur buono, delle attività valide per qualsiasi altra occasione".
Il decano dell'opposizione passa poi a elencare qualche numero: "La giunta De Pascale spenderà, entro l’anno in corso, i 150mila euro con cui il suo programma di iniziative è stato totalmente finanziato dalla Regione: la somma sarà distribuita a pioggia a 249 soggetti privati (27.500 euro) e a 74 libero professionisti (33mila), mentre 30mila euro andranno in pubblicità, 11mila in relazioni pubbliche e convegni e 48.500 in cose da decidere. Nessuna specificazione di nomi e attività. L’idea è quella del consueto bazar politico/culturale/commerciale che imperversa a Ravenna, il cui maggior fallimento ci è costata la nomina a capitale europea della cultura 2019. Il programma general-generico allegato al provvedimento contiene quasi per intero iniziative benemerite collegabili a Dante, ma in atto da tempo se non da decenni, o ricorrenti, o mutuate da altre esperienze, l’insieme delle quali non rende l’epicità del centenario dantesco. Manca soprattutto (altra cosa da un programma di iniziative) un progetto vero e proprio che ridisegni urbanisticamente e culturalmente l’area e i percorsi danteschi entro il contesto urbano, restando duraturo patrimonio attrattivo della città".
Dopo la presentazione del programma, è stata annunciata anche la nomina del Comitato dantesco: "Un comitato in letargo da due anni, ma subito delegittimato - continua il consigliere - giacché il quadro delle iniziative avrebbe dovuto essere discusso e definito al suo interno, non comunicato a posteriori. Il numero di 18 membri tutti meritevoli, per quanto difficilmente operativo, non ha evitato che ne fossero clamorosamente esclusi Walter Della Monica, ideatore e storico organizzatore della “Divina Commedia nel mondo”, Franco Gabici, presidente del Comitato ravennate della “Società Dante Alighieri”, nonchè encomiabile rivitalizzatore del Bollettino Dantesco di mons. Mesini, e Ivan Simonini, promotore di importanti iniziative dantesche quale il “Parco letterario terre di Dante”, che ha unito diverse importanti associazioni culturali ravennati nel nome del Poeta, e la pubblicazione di un corposo saggio sui mosaici ravennati che ispirarono la Divina Commedia. Addirittura disperse le ceneri della gloriosa “Opera di Dante”, la storica istituzione pubblica ravennate che tanto ha seriamente lavorato per decenni in nome del Poeta, cremata dai nuovi barbari".
"Non si è capito dove voglia portare l’annunciata espansione della Zona dantesca, che secondo noi dovrebbe, anziché disperdere la Zona del Silenzio, qualificarne in stile monumentale i suoi malandati accessi e rafforzare la protezione fisica del Mausoleo da incursioni e inciviltà. Allontanare l’emeroteca dallo storico Palazzo Farini, attiguo al Mausoleo, per installarvi un bazar di oggettistica dantesca è da non credere. Tale “Dante Design Gallery” si potrebbe più opportunamente collocare nel Palazzo della Provincia, quale stabile da dedicare alla “contemporaneità di Dante”. Due anni fa fu consigliato pubblicamente ai candidati sindaco di inserirlo nella Zona Dantesca per farne la Casa di Dante (o della Poesia), ove potrebbero aver sede anche le associazioni poetiche ravennati e l’ufficio di coordinamento delle 500 Società Dante Alighieri sparse nel mondo. Una sua parte potrebbe servire anche per un progetto di ridefinizione e informatizzazione del vicino Museo dei Frati Francescani. Non mancano certo gli edifici in cui collocare ciò che resta della Provincia, tutta ormai in mano al sindaco. Quanto di meglio si potrebbe fare, se solo se ne potesse discutere apertamente, fuori del ferreo cerchio rosso che strangola la nostra città".