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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I capolavori di Giotto e Cimabue per rivivere l'esilio di Dante. Anche Franceschini all'inaugurazione

Attraverso i grandi maestri dell'arte italiana la mostra dantesca porterà il pubblico alla scoperta di tutte le tappe dell'esilio di Dante. Il sindaco: " Ravenna riparte nel segno della cultura e del turismo"

Parte il grande viaggio di Dante, un percorso per riscoprire la vita e l'opera del Sommo Poeta, ma anche un'ocasione per tornare a vivere la cultura dal vivo. E' fissata per il 7 maggio, alla presenza del Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini, la mostra che troverà spazio nella Chiesa di San Romualdo a Ravenna. 

Attraverso il percorso espositivo si procederà alla scoperta di tutte le tappe dell'esilio di Dante, partendo da Firenze e seguendo il suo cammino fino a Ravenna. Questo fantastico viaggio nella vita del Poeta sarà possibile attraverso alcuni capolavori assoluti dell'arte italiana, con le opere di Giotto, Cimabue, Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, senza dimenticare la Madonna in trono col Bambino, la scultura che vegliò sul Sepolcro di Dante e che è tornata a Ravenna dopo oltre 150 anni. Un'esposizione resa possibile anche attraverso i grandi prestiti nazionali e internazionali, con la collaborazione di realtà museali di grande spessore come gli Uffizi, i Musei Vaticani e il Louvre.

Alcune opere della mostra "Dante. Le Arti al tempo dell’esilio"

"Una ripartenza nel segno della cultura e delle celebrazioni dantesche. Le celebrazioni per il Sommo Poeta sono una grande opportunità per la nostra città e Ravenna le vive con autentico spirito comunitario - afferma l'assessora alla Cultura Elsa Signorino -. Per tutto il mese di maggio sarà dato grande spazio agli eventi per rafforzare la ripartenza della cultura e la restituzione alla fruizione di importanti spazi della città. Il mese di maggio nel segno di Dante siglerà, Covid permettendo, una ricchissima programmazione di eventi che caratterizzeranno tutto il 2021. La cultura, bisogna dirlo, non si è mai fermata e questa mostra lo dimostra. Preparare un'inaugrazione come questa nel cuore della pandemia è un'impresa.

"Da un anno a questa parte, vista la sete di cultura della nostra comunità, abbiamo scelto di occupare tutti gli spazi e le opportunità che i vari Dpcm ci consentivano. Quest'anno è stato molto difficile per tutti e siamo molto orgogliosi di avvicinarci a questo maggio che sarà significativo per la città di Ravenna", dichiara il sindaco di Ravenna Michele De Pascale -. Maggio sarà il mese dell'inaugurazione del Museo di Dante e del riallestimento del Mar, ma anche di alcune novità per lo spettacolo dal vivo. Ravenna riparte alla grande nel segno della cultura e del turismo. La partenza di questi eventi nella nostra città danno impulso a tutto il settore dell'ospitalità".

La mostra e le opere

Quello dell'esilio (1302-1321) fu un periodo traumatico durante il quale il Poeta fu costretto a peregrinare tra le città del centro nord Italia per trovare rifugio. Un periodo difficile in cui egli scrisse molte delle sue opere più importanti, fra cui anche la Divina Commedia, che fu conclusa proprio a Ravenna. "La mostra intende indagare il periodo centrale del percorso dantesco e scoprire quale ruolo hanno avuto le arti figurative nell'opera del Sommo Poeta" spiega il curatore Massimo Mesica. Si ripercorrono dunque le grandi tappe di Firenze, Pisa, Bologna, Verona, Ravenna e varie altre città fra i capolavori artistici del Tredicesimo e Quattordicesimo secolo che lo stesso Dante poté ammirare durante il suo viaggio.

Mostra che si può suddividere in tre fasi: La Firenze di Dante (ben rappresentata dalle opere di Giotto e Cimabue), La Roma di Bonifacio VIII (con le sculture di Arnolfo di Cambio) e L'esilio (con opere provenienti dalla varie tappe del cammino dantesco). Dipinti, sculture, mosaici, miniature e grandi opere di orificeria compongono la grande esposizione ravennate. Tra i capolavori: il "Polittico di Badia" di Giotto, la "Madonna con Bambino" di Cimabue, il "Busto di Bonifacio VIII" di Arnolfo di Cambio, "l'Officiolum" di Francesco da Barberino, la "Lunetta con la Deposizione dalla Croce" di Nicola Pisano.

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