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Cronaca

Il doppio dei detenuti previsti: a Ravenna il carcere più affollato

Gli assessori Carlo Lusenti e Teresa Marzocchi hanno illustrato i dati più significativi della situazione nelle carceri dell’Emilia-Romagna, alla presenza del Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Pietro Buffa

Gli assessori Carlo Lusenti e Teresa Marzocchi hanno illustrato i dati più significativi della situazione nelle carceri dell’Emilia-Romagna, alla presenza del Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Pietro Buffa, e della Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Desi Bruno.

Al 31 dicembre 2012, negli Istituti penitenziari erano presenti 3.469 detenuti, rispetto ai 4.000 di un anno prima; il sovraffollamento si sta allineando alla media nazionale (144,8 presenze su 100 posti in Emilia-Romagna; 139,7 in Italia); Le carceri di Ravenna (198,3) e Bologna (185,9) rappresentano le situazioni più critiche.

Il flusso di ingresso nel 2012 è stato pari a 4.011 unità: erano stati 5.121 nel 2011; il dato è significativo in relazione alle procedure sanitarie previste per tutti i detenuti al primo ingresso (visita medica entro le 24 ore) e ai protocolli di screening della fase di accoglienza (entro le prime due settimane).

Nonostante si registri un lieve calo percentuale, la presenza di stranieri negli Istituti penitenziari rimane alta, rappresentando il 51,2% della popolazione carceraria (erano il 52,6% al 31 dicembre 2009); i valori più elevati, superiori al 60%, si riscontrano nelle case circondariali di Parma, Modena e Ravenna.

In Emilia-Romagna il 75% dei detenuti ha meno di 45 anni; meno del 50% dei detenuti ha una relazione affettiva in corso o ha dei figli (la percentuale si eleva notevolmente per gli stranieri); oltre il 70% dei detenuti ha a disposizione un titolo di studio non superiore alla licenza di scuola media.

Il sovraffollamento, l’alto tasso di popolazione detenuta in custodia cautelare (oltre il 39%), l’alta presenza di detenuti stranieri (35,8%) e di tossicodipendenti (circa 30%) sono i problemi principali delle carceri italiane evidenziati anche dalla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (il cosiddetto Caso Torreggiani). L’Italia ha un anno di tempo per evitare le sanzioni previste dalla Corte.

Le condizioni di vita in carcere rimangono allarmanti anche se da tre anni la presenza della popolazione detenuta mostra un lento ma costante calo. Negli istituti penitenziari della regione il lavoro per i detenuti è aumentato (ma si parla di numeri ancora esigui: 651 persone, di questi circa la metà stranieri). I suicidi nelle carceri regionali sono diminuiti: da 6 a 3 detenuti in un anno (il dato nazionale è diminuito rispetto al 2011 da 63 a 56 suicidi).

Quanto alle tipologie di reato, in linea con i dati del 2011, negli istituti penali della regione sono rinchiusi condannati principalmente per reati contro il patrimonio, contro la persona e per la legge sulla droga.

Negli istituti della nostra regione, circa il 45% dei detenuti stranieri ha una condanna definitiva (questa percentuale aumenta di dieci punti percentuali a livello nazionale); le persone in attesa del primo giudizio, sia a livello nazionale che regionale, si attestano poco al di sotto del 36%.

A fronte di una media nazionale intorno al 36%, gli stranieri rinchiusi negli istituti emiliano-romagnoli sono più del 51% (1.776), e in alcuni casi superano il 60% (Parma, Reggio-Emilia, Bologna, Ravenna).

Nel 2012, hanno lavorato alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria 651 persone (poco meno del 20% dell’intera popolazione carceraria), di cui 301 stranieri. Si tratta, in larga parte, di lavori di manutenzione ordinaria dei fabbricati, servizi di istituto, lavorazioni interne (vivai e tenute agricole). I detenuti lavoranti non alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria rappresentano poco più del 3% della popolazione.

I soggetti sani costituiscono circa il 30-40% dei detenuti. È stata calcolata la Dose Giornaliera Media di consumo di farmaci per detenuto e per categoria di farmaci. La spesa pro-capite e la spesa complessiva rispetto alla spesa pro-capite per i cittadini della Regione Emilia Romagna risulta essere maggiore del 100%. Costante ed elevato in percentuale, in particolare, il consumo di psicofarmaci e di farmaci per l’apparato gastro-intestinale.

In regione oltre il 29% dei detenuti presenta una specifica diagnosi di tossicodipendenza (la media nazionale si attesta al 19,4%).

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