Decreto 'omnibus', una norma dà più potere ai parlamentari per gli indennizzi agli alluvionati: "Lavorino in squadra"
"Noi continueremo a insistere con la presidente Meloni, ricordandole i suoi impegni sul 100% di indennizzi, ma i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione ora possono agire anche senza il consenso del Governo"
È arrivato ieri il via libera del governo al decreto "omnibus", che si compone di due parti: una che riguarda la giustizia e una varie materie economiche. Molti gli argomenti sul tavolo del Consiglio dei ministri, l'ultimo prima della pausa estiva, dal caro voli al riordino del settore dei taxi, ma anche argomenti più spinosi che in questi giorni hanno scatenato molte polemiche.
Ieri il sindaco Michele de Pascale, prima del via libera, aveva lanciato un appello al Governo per chiedere di aggiungere una norma su famiglie e imprese alluvionate. Ma l'appello è caduto nel vuoto. "Il decreto varato ieri dal Governo Meloni non ha accolto la proposta che avevamo avanzato di spostare sugli indennizzi a famiglie e imprese alluvionate circa un miliardo di euro non spesi e in larga parte non più spendibili in ammortizzatori e fondi per l'internazionalizzazione - commenta critico de Pascale - È un decreto "omnibus" in cui ci sono norme sul contrasto ai granchi blu, sulle licenze taxi, sui compensi ai manager del ponte sullo stretto, sulla microelettronica e su tanti altri argomenti più o meno strategici e all'articolo 22 c'è anche una modifica tecnica al dl 61 sull'alluvione. Questa piccola norma in realtà consente al parlamento in sede di conversione di accogliere la nostra proposta e stanziare almeno un miliardo per i primi indennizzi".
"Noi continueremo a insistere con la presidente Meloni, ricordandole i suoi impegni sul 100% di indennizzi, ma i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione ora possono agire anche senza il consenso del Governo - precisa il sindaco - Spero che tutti i parlamentari romagnoli lavoreranno in squadra senza guardare alle magliette di partito, ma solo ai cittadini e alle imprese colpite. Non c'è più tempo da perdere".
Bonaccini: "Ignorate le nostre richieste"
All'indomani dell'ultimo Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha inviato una lettera alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per chiedere un incontro urgente e avanzare alcune proposte per la ricostruzione delle zone colpite dall'alluvione. La lettera è condivisa e firmata anche da Matteo Lepore, sindaco della Città Metropolitana di Bologna, da Michele De Pascale, presidente della Provincia di Ravenna, e da Enzo Lattuca, Presidente della Provincia di Forlì-Cesena.
"Insieme ai sindaci e a tanti amministratori delle zone colpite dall'alluvione, ieri avevamo chiesto al Governo di inserire nell'ultimo Consiglio dei Ministri nuove risorse per la ricostruzione. Siamo stati ignorati per l'ennesima volta e non sono ancora previsti gli stanziamenti per gli indennizzi a cittadini e imprese, che a distanza di oltre 3 mesi dagli eventi alluvionali, pretendono giustamente di vedere mantenuta la promessa dell'esecutivo di ristorare al 100% i danni subiti attraverso procedure snelle e rapide - spiega il presidente Bonaccini -. Con questa lettera, facciamo nostro questo legittimo grido di allarme e la richiesta di attenzione che si sta sollevando dai nostri territori. Proprio per la dignità e la civiltà dimostrate in questi mesi così difficili, le nostre comunità meritano risposte in tempi brevissimi, sotto forma di atti concreti". Così come, prosegue il presidente della Regione, "il Commissario Figliuolo, con il quale la collaborazione sta proseguendo in maniera proficua e quotidiana, in stretto raccordo con le amministrazioni e le strutture regionali, va messo nelle condizioni di lavorare velocemente con risorse e stanziamenti certi al più presto".
Nella lettera alla premier, Bonaccini, il sindaco della Città Metropolitana e i presidenti delle Province avanzano due proposte all'Esecutivo. La prima consiste "nell'attivazione del risarcimento del danno per famiglie e imprese attraverso il meccanismo del credito d'imposta", che garantirebbe un beneficio immediato con la disponibilità immediata di tutte le risorse spettanti. La seconda è la messa a disposizione degli stanziamenti già previsti in due provvedimenti del Governo e non impiegati, se non in piccola parte: dei 900 milioni di euro previsti per l'attivazione degli ammortizzatori sociali, risultano domande per solo 30 milioni, mentre dei 300 milioni destinati al ristoro per le aziende a forte vocazione all'export, solo una piccola parte è stata impiegata. È a disposizione, dunque, un tesoretto di oltre un miliardo di euro che anche le rappresentanze istituzionali ed economiche del Patto per il Lavoro e per il Clima hanno condiviso vadano ri-destinate per coprire gli indennizzi privati per famiglie e imprese, d'accordo con le modalità che vorrà attivare il Commissario per la ricostruzione.
E proprio nell'altra lettera inviata ieri al Commissario Francesco Paolo Figliuolo, Bonaccini ha chiesto al Generale un incontro in presenza a Bologna insieme a tutti i firmatari del Patto per il lavoro e per il Clima, sulla scia di quello dello scorso 3 luglio. Il Commissario ha già confermato la propria disponibilità e a breve sarà definita la data. L'occasione, scrive il presidente, per dare spazio alle "preoccupazioni emerse in seno alle rappresentanze istituzionali, economiche e sociali circa la disponibilità effettiva di risorse per sostenere la ricostruzione privata, le procedure che saranno definite per approntarla nonché i tempi conseguenti".