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Cronaca

'Decreto flussi' approvato alla Camera, la Ong che sbarcherà a Ravenna: "Mortale riduzione della capacità di soccorso"

Mercoledì la Camera dei deputati, con 187 sì e 139 no, ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori, il cosiddetto "decreto Ong" o "decreto flussi"

Mercoledì la Camera dei deputati, con 187 sì e 139 no, ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori, il cosiddetto "decreto Ong" o "decreto flussi". Il provvedimento passa ora all’esame del Senato e dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 3 marzo, pena la decadenza.

Cosa prevede il 'decreto Ong'

Un intervento normativo volto, in primo luogo, “a declinare le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali in materia di diritto del mare - si legge nella relazione tecnica relativa al decreto - Il secondo obiettivo è quello di disciplinare più compiutamente gli effetti della violazione del limite o del divieto di transito e sosta nel mare territoriale, disposto nei confronti della nave che abbia recuperato persone discostandosi dall’osservanza delle richiamate condizioni, facendo salvo il richiamato principio di salvaguardia dell’incolumità delle persone presenti a bordo, senza far venire meno l’esercizio della potestà sanzionatoria rispetto alla commissione di illeciti. Relativamente a questi ultimi, si introduce una nuova disciplina del sistema sanzionatorio di natura amministrativa, in sostituzione del vigente sistema di natura penale (di cui è disposta l’abrogazione) graduando le misure repressive in ragione dell’eventuale reiterazione della violazione del provvedimento di limite o divieto”.

Più nel dettaglio, l'Agenzia stampa Nova riporta le misure che regolano in particolare l’attività delle imbarcazioni delle Ong impegnate in interventi di soccorso di persone in mare: la nave che effettua in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare deve possedere determinate condizioni, ossia operare in conformità alle certificazioni e ai documenti rilasciati dalle competenti autorità dello Stato di bandiera, mantenuta conforme agli stessi ai fini della sicurezza della navigazione, della prevenzione dell’inquinamento, della certificazione e dell’addestramento del personale marittimo, nonché delle condizioni di vita e di lavoro a bordo; deve avere avviato tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità; deve avere richiesto, nell’immediatezza dell’evento, l’assegnazione del porto di sbarco; deve avere raggiunto senza ritardo il porto di sbarco, assegnato dalle competenti autorità, per il completamento dell’intervento di soccorso; deve avere fornito alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare italiane, ovvero, nel caso di assegnazione del porto di sbarco, alle autorità di pubblica sicurezza, le informazioni richieste ai fini dell’acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata dell’operazione di soccorso posta in essere; deve fare sì che le modalità di ricerca e soccorso in mare da parte della nave non abbiano concorso a creare situazioni di pericolo a bordo né impedito di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco. Il transito e la sosta di navi nel mare territoriale, secondo quanto è scritto nel testo, sono comunque garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordo, a tutela della loro incolumità.

Multe "salate" in caso di violazione

Nei casi di violazione del provvedimento adottato, salve le sanzioni penali quando il fatto costituisce reato, si applica al comandante della nave la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 10.000 a 50.000 euro. La responsabilità solidale si estende all’armatore e al proprietario della nave. Alla contestazione della violazione consegue l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per due mesi della nave utilizzata per commettere la violazione. L’organo accertatore, che applica la sanzione del fermo amministrativo, nomina custode l’armatore o, in sua assenza, il comandante o altro soggetto obbligato in solido, che fa cessare la navigazione e provvede alla custodia della nave a proprie spese.

In caso di reiterazione della violazione commessa con l’utilizzo della medesima nave, si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca della nave e l’organo accertatore procede immediatamente a sequestro cautelare. Fuori dei casi in cui è stato adottato il provvedimento di limite o divieto, quando il comandante della nave o l’armatore non fornisce le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniforma alle indicazioni della medesima autorità, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.000 a 10.000 euro. Alla contestazione della violazione consegue l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per venti giorni della nave utilizzata per commettere la violazione. All’irrogazione delle sanzioni, accertate dagli organi addetti al controllo, provvede il Prefetto territorialmente competente.

Le critiche

La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha chiesto all’Italia di ritirare il decreto sulle Ong o almeno di rivedere, in sede di conversione, le norme che "violano i diritti umani dei migranti". Ma il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha replicato che "è un testo che dà delle regole, non c'è nessun atteggiamento contrario alle Ong, ci sono delle regole e vanno rispettate da tutti. Nessun dubbio sulla necessità di soccorrere chi è in mare, ma una cosa è il soccorso in mare, un conto è il passaggio uso taxi e questo non va assolutamente bene. Quindi ok accoglienza e integrazione e lo stiamo facendo per la stragrande maggioranza degli immigrati che sono salvati in mare dalla Guardia di Finanza e dalla capitaneria di porto, non dalle Ong. Lo Stato italiano aiuta e salva tutti coloro che sono in difficoltà, stiamo lavorando per impedire che il Mediterraneo si trasformi in un cimitero di migranti e stiamo cercando di sottoscrivere accordi con i paesi di partenza per impedire che ci siano flussi controllati da trafficanti".

Sul caso è intervenuta anche la Ong Sos Mediterranee, che martedì scorso ha soccorso al largo della Libia 84 migranti che sabato sbarcheranno a Ravenna: "Siamo turbati dal voto per la conversione in legge da parte della Camera dei Deputati sul "decreto flussi". Il "combinato disposto" del decreto e delle prassi di coordinamento applicate alle navi Ong si traduce in una mortale riduzione della capacità di soccorso nel Mediterraneo. Parliamo di prassi come l'assegnazione di porti lontani. Gli 84 naufraghi sulla Ocean Viking (la nave in arrivo a Ravenna, ndr) stanno pagando il prezzo di questa distanza, che si assomma alla loro già fragile condizione. Gli Stati costieri devono proteggere la vita in mare, non varare misure che la mettono più a rischio".

"Questo è un decreto che non fa altro che cavalcare una finta percezione - ha commentato motivando il voto contrario Toni Ricciardi, deputato Pd e storico delle migrazioni - Non esiste nessuna emergenza. Ho chiesto al governo, attraverso un ordine del giorno, un impegno a professionalizzare il tema e non lasciarlo alla più becera e inutile propaganda. Perché il governo dice no all'istituzione di un'autorità indipendente che analizzi e professionalizzi la questione migratoria? Non è una richiesta fatta dal Pd ma dall'autorevolissima Fondazione Ismu, nel libro bianco delle migrazioni economiche. Forse perché ha bisogno di trovare continuamente nemici da agitare di fronte all'opinione pubblica? Un esecutivo serio risolve i problemi, non li cavalca. Comprendo che si faccia fatica a voler leggere la storia di cosa siamo stati, ma se continuiamo pregiudizialmente e ideologicamente a giudicare in modo dissimile il nostro passato e ciò che abbiamo vissuto rispetto ai fenomeni migratori in corso, stiamo dichiarando un falso storico. Suggerisco al governo di smetterla con le forzature degli obblighi internazionali, la crudeltà contro gente disperata, l'accanimento contro chi prova ad aiutarla e cerchiamo di affrontare in modo adulto il tema dei flussi migratori. Basta con i decreti inutili, illegittimi e disumani".

La parlamentare ravennate Ouidad Bakkali: "Decreto cinico che porterà solo ad avere più morti"

Anche la parlamentare ravennate Pd Ouidad Bakkali (già intervenuta nei giorni scorsi sulla decisione del Viminale di fare sbarcare la Ocean Viking a Ravenna), contattata telefonicamente, commenta il decreto: "Il destino ha voluto che la conversione di questo decreto - che di fatto è già in vigore da inizio gennaio - coincidesse con la decisione di mandare i migranti della Ocean Viking a Ravenna. Questo decreto ha già mostrato le sue difficoltà e credo, e spero, porterà a vari pronunciamenti visto che viola molte norme internazionali. In realtà non ha nessun effetto sulle partenze, perchè opera solo in via discriminatoria sulle Ong e interviene quando chi decide di partire lo ha già fatto e chi doveva pagare scafisti e trafficanti di umani lo ha già fatto. L'obiettivo reale è quello di rallentare i soccorsi e di togliere la presenza delle Ong dal Mediterraneo centrale, e lo fa assegnando porti più lontani e aumentando i costi per le Ong. E' un decreto che racconta in modo falso una serie di obiettivi che non raggiungerà e che incide solo sul numero di salvataggi che viene effettuato: questo si traduce in più morti, perchè le Ong potranno effettuare meno salvataggi. Le persone continueranno a partire, ma ne moriranno di più".

Oltre a questo, prosegue Bakkali, "la gestione degli sbarchi, come abbiamo visto anche a Ravenna, viene fatta senza che nessuno spieghi ai territori quali sono i criteri con cui si assegna allo sbarco un porto come Ravenna o La Spezia, senza che i territori abbiano risorse o strutture per accoglierli. E' un decreto cinico, che appoggia sulla propaganda e che non risolve mezzo problema ma che, anzi, aggrava le condizioni di chi è sulle navi umanitarie e pone ostacoli al lavoro delle Ong, criminalizzate da anni. Sono sicura che alla fine vigerà la legge del mare: chi guida le navi ha un codice morale ed etico molto superiore a quello che questo decreto vuole affermare. Si incarica con un obiettivo senza senso i capitani di iniziare la raccolta dei dati per il tema dei richiedenti asilo già a bordo, anche qui con un cinismo folle: prima le persone si salvano e si mettono in un luogo sicuro a terra, poi si inizia con le procedure burocratiche".

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