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Cronaca Bagnacavallo

Morta a 20 anni dopo un trapianto: il liceo conferisce il diploma ad honorem alla volontaria dal cuore d'oro

Il liceo G. Ricci Curbastro di Lugo ha conferito il diploma di maturità scientifica ad honorem alla memoria di Nazifa Noor Ahmad, deceduta a soli vent’anni in seguito a un trapianto di polmoni il 15 giugno scorso, già ammessa all’esame di Stato per il conseguimento della maturità scientifica

Quel diploma, dopo 5 anni di studio e di impegno, avrebbe dovuto ritirarlo lei, fiera, insieme ai suoi ex compagni di classe. E invece, per una tremenda fatalità, non ha potuto farlo. Lunedì il liceo G. Ricci Curbastro di Lugo ha conferito il diploma di maturità scientifica ad honorem alla memoria di Nazifa Noor Ahmad, deceduta a soli vent’anni in seguito a un trapianto di polmoni il 15 giugno scorso, già ammessa all’esame di Stato per il conseguimento della maturità scientifica.

Il Dirigente Scolastico, Giancarlo Frassineti, ha introdotto e coordinato, insieme al Commendatore Roberto Faccani, padre adottivo di Nazifa, già Comandante della Polizia Municipale di Lugo e nel 2008 Capo della Protezione Civile della Bassa Romagna, le toccanti testimonianze di chi ha conosciuto Nazifa e gli interventi commossi delle tante autorità presenti, tutte emotivamente coinvolte. Hanno, infatti, presenziato alla cerimonia il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, la Presidente dell’Unione dei comuni della Bassa Romagna Eleonora Proni, anche Sindaco di Bagnacavallo, dove risiedeva Nazifa, il Sindaco di Lugo Davide Ranalli, il Sindaco di Massa Lombarda  Daniele Bassi, insieme al Generale Carmelo Abisso, che gestì l’arrivo in Italia dall’Afghanistan della piccola Nazifa, al Colonnello Giuseppe Levato,  già comandante del contingente militare italiano a Herat, all’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Massimo Gatta, al Presidente dell’Unione Ufficiali in congedo di Lugo Renzo Preda, ai militari in rappresentanza del Comando Brigata Friuli di Bologna, ai militari in rappresentanza del reggimento Trieste di Forlì, all’Ufficiale dell’Esercito riservista Monia Savioli.

Di grande impatto emotivo le testimonianze degli insegnanti: dalla prima maestra di Nazifa, Maria Grazia Daghia, accompagnata dall’allora dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Bagnacavallo Piero Tamburini, alla professoressa Anacleta Coatti, docente d’Italiano della classe 5AS, la classe di Nazifa, presente con tutti i suoi compagni (anche in collegamento a distanza) e i docenti, che ha letto un toccante tema scritto proprio dalla giovane studentessa.

Nazifa era giunta in Italia dall’Afghanistan nel 2008, all’età di 6 anni, grazie a un intervento congiunto fra le Forze militari italiane di istanza ad Herat e la Protezione Civile della Bassa Romagna, guidata da Roberto Faccani che, insieme alla moglie Cristina, accolse in famiglia la bambina e le permise di curarsi da una grave forma di linfoma. Nazifa ha trascorso la propria vita sottoponendosi spesso a cure al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, tentando a giugno, nell’ospedale di Padova, il trapianto dei polmoni; nonostante le tante difficoltà, ha sempre manifestato voglia di vivere e di aiutare gli altri, spendendosi come volontaria della Croce Rossa e come interprete presso i Centri di immigrazione, generosa e altruistica attività che le è valsa, nel 2018, l’onoreficenza di Alfiere della Repubblica conferitale dal Presidente Sergio Mattarella.

Cogliendo l’invito del Prefetto, il Dirigente e le autorità civili presenti hanno convenuto di rinnovare negli anni futuri il ricordo di Nazifa con eventi che tramandino la sua generosa, seppur breve vita, spesa nel donarsi agli altri, messaggio di autentica solidarietà e di speranza per la comunità tutta. Nei giorni scorsi, tra l'altro, il Prefetto De Rosa si è impegnato a presentare una richiesta per la ricompensa al Merito Civile a nome di Nazifa.

La storia

La fiamma della speranza si era accesa nel 2008, quando i militari della Brigata Friuli impegnati nella missione di pace in Afghanistan diedero alla piccola la possibilità di vivere una vita normale, mandandola in Italia per curarsi. Nazifa all'epoca aveva 7 anni. Viveva in un villaggio nei pressi di Herat e combatteva contro una grave forma di linfoma toracico-cervicale, il linfoma di Hodgkin. Il comando della Brigata aeromobile 'Friuli', i militari del 66esimo Reggimento 'Trieste' di Forlì e la Regione Emilia Romagna si attivarano per farla arrivare in Italia, dove giunse con un C-130 dell'Aeronautica Militare.

Ospitata poi dall'ex comandante della Polizia locale di Bagnacavallo e responsabile della Protezione civile della Bassa Romagna Roberto Faccani, Nazifa iniziò un lungo ciclo di cure tra chemiotrapia e vari interventi, venendo ricoverata e curata nel reparto oncologico del Sant'Orsola. Dopo circa due anni l'inizio di una nuova vita. "Io e mia moglie, quando l'abbiamo vista, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo legati in questa avventura - raccontava Faccani in una video della Croce Rossa - E' stata molto lunga, perchè Nazifa è stata ricoverata tantissime volte e non è stata facile. Nel letto, con gli occhi chiusi, e attaccata alle flebo. Solo la determinazione. Quando ha aperto gli occhi ho capito che ce l'aveva fatta". 

Una vita da volontaria

Nazifa ha frequentato il liceo scientifico di Lugo ed era volontaria, come il padre adottivo, della Croce Rossa di Lugo, oltre ad aver svolto il ruolo di interprete nei centri di accoglienza per i migranti. "L’impegno con la Croce Rossa è nato perché volevo ricambiare l'affetto e il bene che ho ricevuto in tutti questi anni - aveva spiegato Nazifa durante una seduta del consiglio comunale di Bagnacavallo - Quello che faccio nella Croce Rossa non è nulla di che, però ho notato che anche soltanto la compagnia, la presenza di una persona che sa parlare la tua stessa lingua ha cambiato un po’ il modo di vedere delle persone che accogliamo". "Cerca di fare qualcosa per alleviare le sofferenze delle persone che hanno sostegno", diceva Faccani.

Il dolore del tutore

Raccontava Nazifa nel 2016 in un video della Croce Rossa: "Sono stata accolta nella famiglia di Roberto, dove ho conosciuto le sue tre figlie con le quali sono molto legata e che considero delle sorelle". "E' un momento molto difficile e noi della famiglia facciamo fatica a parlare ed esprimere i sentimenti che proviamo per questa grave perdita - aveva raccontato Faccani a RavennaToday dopo la morta della giovane - Nazifa era con noi da 14 anni e io e la mia famiglia l’abbiamo seguita sempre in ogni suo passo, sia per la cura della malattia, sia per l’inserimento nella vita sociale. Si sentiva perfettamente italiana, romagnola e bagnacavallese. A 7 anni imparò la nostra lingua in 4 mesi. Era legata a tutti e amata da tutti. Gli amici e i compagni di scuola sono increduli di quanto accaduto e negli ultimi mesi l’hanno sempre seguita e sostenuta. Ha dato alla collettività il meglio di se e resterà nei ricordi di molti. Aveva mille aspettative. Il destino ce l'ha impedito. Non è possibile morire a 20 anni in una Rianimazione".

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