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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Docenti in piazza contro il rischio licenziamento: "Non possono essere 'cestinati'"

Si svolgerà in piazza del Popolo la manifestazione organizzata dal comitato diplomati magistrali di Ravenna per chiedere una soluzione riguardo il possibile licenziamento di alcuni docenti estromessi dalle graduatorie a esaurimento

Si svolgerà sabato 3 febbraio dalle 10.30 alle 17, in piazza del Popolo, la manifestazione organizzata dal comitato diplomati magistrali di Ravenna per chiedere una soluzione riguardo il possibile licenziamento di alcuni docenti estromessi dalle graduatorie a esaurimento.

"A causa di una mancanza normativa ed alla decisione dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato di non riconoscere le sentenze pregresse che hanno portato migliaia di insegnanti a conseguire il titolo abilitativo all’insegnamento - spiegano dal Comitato diplomati magistrali abilitati - 57mila docenti verranno licenziati. Tali docenti sono tutti quei precari storici che da decenni garantiscono, con la loro assidua presenza nella scuola, il buon funzionamento del servizio pubblico. Il Miur, oltre a sostenere che tale abilitazione è oramai “datata” ed “atipica”, ritiene che i diplomati precedenti alle normative entrate in vigore nel 2001 non siano sufficientemente formati per poter firmare un contratto a tempo indeterminato ed accedere al ruolo in quanto privi di laurea. Ciò entra in contraddizione con il fatto che tali insegnanti da sempre possono comunque insegnare nelle scuole italiane con contratti annuali, senza limitazioni didattiche e siano a pieno titolo responsabili degli aspetti didattici, metodologici e gestionali delle classi a loro affidate. Ad essi viene riconosciuto potere valutativo, scrutinante e devono, parimenti agli insegnanti di ruolo, essere attivi nella vita scolastica assumendo tutti i doveri e le responsabilità legate alla professione. Entro pochi mesi, con scadenza al 30 di giugno, 57mila docenti saranno colpiti dal provvedimento emesso dall’Adunanza Plenaria che toglierà ad alcuni di essi il ruolo già conseguito e impedirà, a chi è in attesa di un contratto a tempo indeterminato, di poter finalmente uscire dal tunnel del precariato. Anziché regolamentare il diritto alla stabilizzazione dei docenti e garantire continuità didattica agli alunni, l’organo legislatore ha preferito delegare ai tribunali il compito di riconoscere o meno il valore abilitante di tanti diplomati magistrali. Ciò comporta una serie di conseguenze pesanti dal punto di vista di una stabilizzazione dei posti tuttora mantenuti vacanti, sia per tante famiglie italiane che vengono colpite, sia dal punto di vista economico che da quello pensionistico. La sentenza dell’Adunanza Plenaria costringe infatti a ghettizzare questi 57mila docenti nelle graduatorie di istituto mantenendoli in uno stato di precariato perenne e a subire gli effetti della legge 107/15, comma 131; dopo tre anni di contratti annuali, invece di essere assunti come prevede la legge italiana, essi verranno estromessi dal mondo scolastico.  Migliaia di docenti della scuola primaria, in prevalenza donne, verranno totalmente estromessi dal mondo della scuola, nonostante abbiano contribuito negli anni a mantenerla aperta, offrendo a tutti un servizio di qualità fondato sull'esperienza diretta e sulla formazione continua. In queste settimane migliaia di lavoratori hanno autonomamente dato vita a proteste imponenti e radicali per sensibilizzare il mondo politico, i sindacati e la popolazione su quanto sta accadendo". 

"Questa esclusione limita molto la concreta possibilità di continuare il loro lavoro, che per molti dura in condizione precaria da parecchi anni - commenta Stefano Gardini annunciando la partecipazione del Popolo della Famiglia alla manifestazione - Deve essere trovata una soluzione per queste persone che perderebbero lo loro fonte di reddito; non fosse altro per la riconoscenza che lo Stato deve loro per aver permesso il funzionamento della scuola in tutti questi anni. Oggi non possono essere ‘cestinati’ come incapaci e inutili: si tratta di insegnanti che hanno per la maggior parte lunghi curriculum di servizio svolto con professionalità e competenza, a cui la scuola non può e non deve rinunciare. Inoltre per molti di loro sarebbe applicabile l’orientamento Ue per cui i lavoratori del settore pubblico non possono essere tenuti in condizioni di precariato per oltre 36 mesi. Per queste ragioni il Popolo della Famiglia ritiene di dovere essere al loro fianco nella ricerca e richiesta di un intervento legislativo che risolva questa intricata e triste vicenda, che deriva anche da una gestione degli insegnanti a dir poco spregiudicata fatta dal Ministero negli anni scorsi".

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