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Si “finge” guatemalteco ma invece era colombiano: aveva documenti falsi

Di fronte al giudice Corrado Schiaretti ha declinato le sue vere generalità, affermando di essere di nazionalità colombiana. Al termine dell’udienza è scattata l’immediata espulsione.

Possesso e fabbricazione di passaporto falso, falsità materiale commessa da privato, uso di atto falso, false dichiarazioni sull’identità personale e guida senza patente. Questa la lunga serie di reati contestata mercoledì dalla Polizia Municipale di Ravenna ad un cittadino straniero di 36 anni, senza fissa dimora, in seguito ai quali è scattato per l’uomo l’arresto. Tutto è cominciato da un semplice controllo stradale effettuato verso le 12, da una pattuglia della Vigilanza di Quartiere – Ufficio Città, in via Galilei.

Gli agenti hanno verificato attraverso l’apposita applicazione installata sui cellulari in dotazione, la mancanza dell’assicurazione da parte dell’auto che li precedeva, per cui hanno intimato l’alt al conducente. L’uomo, che trasportava un amico risultato regolare sul territorio, ha esibito agli agenti tagliando assicurativo apparentemente valido, che faceva però ha fatto sorgere dubbi sull’autenticità. E' stato quindi allertato personale dell’Ufficio Polizia Giudiziaria – Falsi Documentali che è intervenuto in supporto ai colleghi. Lo straniero, a richiesta, ha esibito un passaporto, patente e permesso internazionale di guida, rilasciati dalla Repubblica del Guatemala.

Gli accertamenti sono continuati al Comando, dove la persona è stata fotosegnalata al fine di risalire all’esatta identità. Contestuali e approfondite analisi, attuate con ausilio della strumentazione tecnica e informatica in dotazione, hanno fatto emergere una contraffazione, di ottima qualità, di tutta la documentazione esibita. E' scattato quindi l’arresto obbligatorio, previsto dal Codice Penale per chi è trovato in possesso di un documento falso valido per l’espatrio (norma, questa, recentemente inasprita dal legislatore, a seguito dei gravi episodi terroristici avvenuti in Francia).

Ulteriori elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di evidenziare inoltre che il fermato era già stato fotosegnalato, quindici giorni prima, dalla Questura di Roma, con generalità diverse da quelle al momento dichiarate e che per il veicolo da lui condotto, che non risulta rubato, c’erano due diversi passaggi di proprietà, in favore di cittadini italiani, residenti in Lombardia. Processato giovedì mattina per direttissima, l’uomo, dopo la convalida dell’arresto, ha patteggiato una pena di otto mesi di reclusione, pena sospesa. Di fronte al giudice Corrado Schiaretti ha declinato le sue vere generalità, affermando di essere di nazionalità colombiana. Al termine dell’udienza è scattata l’immediata espulsione.

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