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Cronaca

Due ex carabinieri a processo per l'omicidio di un collega: il sindacato si costituisce parte civile

Il Nuovo Sindacato Carabinieri si costituirà parte civile nel processo che inizierà davanti alla Corte di Assise volto all'accertamento dei fatti e dei responsabili della morte di Pier Paolo Minguzzi

Il Nuovo Sindacato Carabinieri si costituirà parte civile nel processo che inizierà davanti alla Corte di Assise presso il Tribunale di Ravenna a febbraio 2021, volto all'accertamento dei fatti e dei responsabili della morte di Pier Paolo Minguzzi, giovane Carabiniere di leva sequestrato la notte del 21 aprile 1987 mentre rincasava, strangolato e gettato nel Po di Volano, incaprettato a una grata sradicata da un casolare abbandonato. Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Ravenna ha infatti espressamente autorizzato il sindacato a prendere cognizione del fascicolo.

Secondo la Procura ravennate, il sequestro e la successiva uccisione del Carabiniere sono da imputarsi all'opera di altri due militari, all'epoca dei fatti in servizio presso la caserma di Alfonsine, ovvero Orazio Tasca e Angelo del Dotto, cui si aggiunse l'alfonsinese Alfredo Tarroni. Il sindacato ha deciso di presentarsi al processo formulando specifica richiesta di costituzione di parte civile, in virtù di due fondamentali ragioni: "Da un lato l'efferatezza dell'omicidio, che ha indotto gli autori a strangolare la vittima, incaprettarla, tentando poi di occultarne le spoglie legandola da una pesantissima grata, gettata poi nel fiume Po; ma anche la necessità di tutelare e perseguire gli obiettivi per cui il sindacato è nato indipendentemente dall'epoca in cui il fatto è avvenuto. La tutela della professionalità e del valore sociale e morale degli appartenenti all'Arma dei Carabinieri si realizza infatti anche mediante l'accertamento della responsabilità di coloro che, pur indossando la stessa divisa, tradiscono in modo così assoluto i valori che questa rappresenta. Il sindacato è consapevole dei possibili limiti giuridici che incombono su questa scelta, tuttavia non intende tirarsi indietro di fronte a possibili ostacoli, volendo comunque far sentire la propria voce in rappresentanza di tutti coloro che quotidianamente onorano la divisa che indossano. E' doveroso poi evidenziare che il sindacato ha informato la famiglia di Pier Paolo Minguzzi in ordine alla volontà di costituirsi parte civile nel processo che inizierà a breve, la quale ha condiviso pienamente la decisione. Il sindacato, infatti, mai avrebbe intrapreso alcuna iniziativa giudiziaria laddove non fosse stata gradita ai famigliari del militare".

L'omicidio

La vittima, un giovane benestante imprenditore locale nel settore del commercio e della lavorazione della frutta, dopo avere accompagnato a casa la fidanzata quella notte scomparve senza lasciare traccia; la sua auto venne ritrovata l’indomani mattina in una via del centro, regolarmente parcheggiata. Nei giorni successivi alla scomparsa del ragazzo, la sua famiglia ricevette la richiesta di pagamento di una riscatto per 300 milioni di lire; il 1 maggio 1987 il corpo senza vita del giovane venne rinvenuto nel Po di Volano, in provincia di Ferrara, legato a una inferriata.

Le indagini, effettuate dalla Squadra Mobile di Ravenna con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo di Roma, sono state riaperte sul finire del 2017 con provvedimento del Procuratore della Repubblica, su richiesta della famiglia della vittima e sono consistite principalmente in una minuziosa analisi di quanto già in atti e all’escussione di varie persone infornate sui fatti, anche in relazione a un analogo grave accadimento, avvenuto circa tre mesi dopo nella stessa cittadina, che vide coinvolti i tre indagati in un'estorsione ai danni di un altro imprenditore di Alfonsine e che ebbe come epilogo la morte di un giovane Carabiniere del luogo, fatto per il quale vennero condannati a gravi pene detentive. L’attività svolta ha evidenziato significativi elementi comuni tra i due gravi fatti delittuosi e la sussistenza di un importante quadro indiziario nei confronti dei tre indagati, motivi che hanno determinato l’Autorità giudiziaria inquirente a procedere nei loro confronti.

Il Gup di Ravenna Sabrina Bosi ha infatti rinviato a giudizio davanti alla Corte di assise per il 2 febbraio 2021 i tre imputati di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere del 21enne studente universitario, rampollo di una famiglia di imprenditori di Alfonsine e militare alla caserma di Mesola, nel ferrarese. Si tratta di due ex Carabinieri all'epoca in servizio ad Alfonsine, Orazio Tasca, 55enne, e Angelo Del Dotto, 57, e l'idraulico del paese, il 64enne Alfredo Tarroni.

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