rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Coronavirus, l'approfondimento

E' caccia alla variante Omicron, in Romagna non c'è ancora: "Il vaccino ne limita gli effetti"

L'INTERVISTA - Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina dell'Ausl Romagna, invita a mantenere alta la sorveglianza

La variante Omicron, isolata la prima volta in Sud Africa, pian piano si sta diffondendo in Europa e anche in Italia ma qui in Romagna ancora sembra non essere ancora arrivata. La conferma viene dal professore Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina dell'Ausl Romagna, che, comunque, invita a mantenere alta la sorveglianza.

Dottor Sambri cosa sappiamo adesso della variante Omicron?
E' una variante che è emersa agli inizi di novembre in Sudafrica in corrispondenza di un aumento di casi in una specifica zona. Al momento i dati che abbiamo sono da analisi del computer e quello che emerge è che è  la variante con il maggior numero di variazione sulla proteina spike, la proteina che viene interessata dal vaccino. Le variazione della Delta erano 12, questa ne ha 32.

Ma perchè tutte queste variazioni? Sono normali o sono emerse a causa del vaccino?
Assolutamente no, il vaccino non c'entra proprio nulla. E' un fatto totalmente casuale e direi che è il normale corso dei virus. L'enzima che i virus usano per replicarsi è un enzima che, a volte, si sbaglia, è poco preciso. Ne infila dentro pezzi che non devono esserci. Alcune volte acquisisce caratteri biologici diversi, più svantaggiosi. A volte più vantaggiosi.

E in questo caso come sono i caratteri biologici che ha acquisito?
Al momento sono in corso le analisi in laboratorio. Si cerca di capire quanta capacità hanno gli anticorpi che derivano dalla guarigione o dalla vaccinazione di bloccare l'infettività del virus. E' la risposta che stiamo aspettando, e ci vorrà ancora un paio di settimane. A dirlo sembrano prove banali, ma sono molto complicate e non tutti i laboratori sono in grado di compierle.

Altre caratteristiche della variazione Omicron?
Per ora sembra che abbia una trasmissibilità più alta della Delta sebbene provochi una malattia più blanda. Però il numero è ancora basso per dare certezze. Attualmente gli infettati da Omicron riconosciuti in tutto il mondo sono 250/300 e sono quasi tutti vaccinati.

Quindi la vaccinazione funziona anche sull'Omicron?
Parrebbe di sì alle prime evidenze. Consideri che il primo warning mondiale (allarme) è del 26 novembre, recentissimo. Quindi è tutto in divenire. Sicuramente io insisterei sulla vaccinazione perché a confermare che funziona sono stati proprio i 250 che l'hanno contratta. Erano tutti vaccinati e non hanno sviluppato la malattia in forma grave. E' già un dato importante, benché limitato. Pensi che i colleghi infettivologi ormai distinguono la malattia da Covid 19 diversa dalla malattia da Covid 19 da vaccinato. La seconda molto raramente sviluppa la tempesta citochinica e le polmoniti che siamo abituati, purtroppo, a vedere col Covid 19 da non vaccinato. In più posso dire che l'effetto positivo di questa variante Omicron è stato che si sono impennate le richieste per la terza dose di vaccino. Molti stavano un po' nicchiando in attesa di farla, ora con questa nuova variante si sono tutti decisi. E penso che sia veramente importante perché anche dallo studio che stiamo conducendo sui 7000 operatori sanitari dell'Ausl Romagna abbiamo visto che la protezione cala drasticamente tra il 6 e il 9 mese. E in alcuni casi anche prima. Quindi se vogliamo evitare problemi dobbiamo ripetere il vaccino.

Dottor Sambri che idea si è fatto? Ci dovremmo convivere col Covid?
Direi proprio di sì. Quello che noi speriamo è che diventi il corrispettivo di un raffreddore un po' pesante o un'influenza per cui, a cadenze regolari, dovremmo vaccinarci per evitare complicazioni. Io, per esempio, sono 22 anni che mi vaccino contro l'influenza e sono convintissimo di quello che faccio perché so che l'influenza non è così banale come sembra. Ogni anno, in situazioni precovid, morivano di influenza 70 mila persone in Europa. Non sono per nulla poche. E' come se sparisse una città un po' più piccola di Cesena. E comunque la vaccinazione anche nei confronti del Covid ha segnato la vera differenza. Noi non ci ricordiamo com'eravamo messi lo scorso anno in questo periodo: cinema e ristoranti chiusi, ospedali pieni. Ora ormai grazie al vaccino siamo ritornati più o meno alla vita normale.

Ritorneremo alla vita normale del tutto?
Io ho una mia convinzione personale ed è che la vita come la conoscevamo nel 2018 non la vivremo più. Questa pandemia ha modificato il nostro modo di lavorare, ha messo a disposizione delle scoperte tecnologiche, un diverso modo di lavorare. Nel bene e nel male è stata una spinta evoluzionstica molto forte.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

E' caccia alla variante Omicron, in Romagna non c'è ancora: "Il vaccino ne limita gli effetti"

RavennaToday è in caricamento