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Cronaca Centro / Piazza Giuseppe Garibaldi

Commemorato il 70esimo anniversario dell'Eccidio di Ponte dei Martiri

Da piazza Garibaldi ci si è diretti a Ponte dei Martiri. Lungo il percorso ci si è fermati all’ingresso della scuola media Guido Novello dove è stato reso omaggio ai busti in bronzo di Mario Pasi, Primo Sarti e Agamennone Vecchi, insigniti di Medaglia d’oro al valore militare

Si sono svolte lunedì pomeriggio le cerimonie di commemorazione del 70° anniversario dell’eccidio nazifascista di Ponte dei Martiri. Presenti tra gli altri numerose autorità, rappresentanze istituzionali, di tutte le forze dell’ordine, di associazioni combattentistiche e d’arma, parenti dei caduti. In piazza Garibaldi sono state deposte corone commemorative alla lapide dedicata al sacerdote ravennate e martire antifascista don Giovanni Minzoni.

Da piazza Garibaldi ci si è diretti a Ponte dei Martiri. Lungo il percorso ci si è fermati all’ingresso della scuola media Guido Novello dove è stato reso omaggio ai busti in bronzo di Mario Pasi, Primo Sarti e Agamennone Vecchi, insigniti di Medaglia d’oro al valore militare. I busti, realizzati da Angelo Biancini e collocati nell’atrio esterno della scuola nel 1964, sono stati per l’occasione oggetto di un intervento di riqualificazione da parte dell’amministrazione comunale. “Credo sia doveroso – ha tra l’altro detto l’assessore Andrea Corsini, intervenuto in rappresentanza del Comune - in questa giornata in cui si celebra il ricordo del settantesimo anniversario dell'eccidio di Ponte dei Martiri, rendere omaggio a tre martiri che pagarono con la vita la loro fedeltà alla patria e alla libertà”.

Il corteo ha raggiunto poi Ponte dei Martiri dove, dopo la deposizione di corone al monumento, è intervenuto l’assessore Andrea Corsini, con un discorso commemorativo dei dodici partigiani e patrioti uccisi per rappresaglia il 25 agosto 1944 dai nazifascisti, in una delle azioni più feroci e brutali compiute a Ravenna durante l’occupazione tedesca: Natalina Vacchi e “Napoleone” Umberto Ricci, che furono impiccati e ai quali è stata conferita la Medaglia d’argento al valor militare, mentre vennero fucilati Domenico Di Janni, Mario Montanari, Augusto Graziani, Giordano Valicelli, Raniero Ranieri, Michele Pascoli, Valsano Sirilli, Edmondo Toschi, Aristodemo Sangiorgi, Pietro Zotti.

“Questo luogo – ha detto tra le altre cose l’assessore Corsini - è nel cuore dei ravennati e il martirio dei dodici partigiani, a cui la comunità ormai 30 anni fa rese omaggio con il monumento realizzato e donato da Giò Pomodoro, segna la ferocia e l'odio di cui si resero protagoniste le Brigate Nere alla pari di quanto fecero le truppe naziste in numerose e altre occasioni. La memoria di quell'evento è un libro fatto di tante pagine, di storie personali, di sensibilità e culture diverse, di storie semplici accomunate però dalla ferma volontà di opporsi al regime fascista, di dare una risposta nobile alla sfida dei tempi interpretando i valori profondi della civiltà italiana ed europea. Erano uomini che volevano un'Italia libera, indipendente ed unita e avevano impugnato le armi per ricostruire dignità al nostro paese, libertà, sviluppo e giustizia sociale".

"Così come voleva un'Italia libera Don Giovanni Minzoni, un ravennate che proprio per essersi opposto alla prepotenza fascista venne ucciso in un agguato tesogli da due squadristi poco lontano dalla sua chiesa ad Argenta 91 anni fa, il 23 agosto 1923 - ha ricordato Corsini -. Dieci mesi dopo la stessa sorte sarebbe toccata al deputato socialista Giacomo Matteotti anch'egli vittima e martire dello squadrismo fascista. In questi 2 assassini si rilevò chiaramente fin da subito, il volto criminale del fascimo. Chi ha studiato e conosce la storia di quegli anni non sarà sorpreso che vengano ricordati insieme, perché i loro nomi sono tutti scritti nel libro dei Martiri del fascismo e tutti loro morirono per mano della stessa dittatura che opprimeva il nostro Paese esaltando i principi di sopraffazione e violenza. E’ pensando al futuro che svolgiamo questa celebrazione che non è solo l'occasione di un ricordo, di una commemorazione dei caduti, di una data che ha segnato la storia di Ravenna, ma anche e soprattutto, come abbiamo sempre fatto in questi anni, un'occasione per ritrovare un legame robusto fra quegli avvenimenti, il presente e proiettarci nel domani”.

“Ci sono voluti – è un altro passaggio dell’intervento di Corsini - genocidi, olocausti, la resistenza, decine di milioni di morti, di profughi, di deportati, di rifugiati perché si potesse giungere ad affermare quei fondamenti e quei valori, quei diritti universali dell'umanità. Ma non è bastato. Nuove contraddizioni, nazionalismi aggressivi, terrorismi e nuovi integralismi culturali e religiosi sono cresciuti e si sono diffusi e radicati in tante parti del mondo. E' successo persino nella nostra civile Europa. Terrorismo e integralismo stanno minacciando alcune parti del pianeta. E' indubbio che c'è bisogno di un nuovo diritto umanitario, di regole che proteggano uomini, donne, bambini dalle violenze delle guerre e che affermino la ragione e la cultura del dialogo su ogni visione integralista, su ogni fondamentalismo, per favorire, nel rispetto delle leggi e delle regole uguali per tutti, le ragioni e la cultura dell'integrazione, della tolleranza, dell'incontro tra i popoli, le religioni, le culture diverse, senza rinunciare alle nostre e porre ostacoli alle altre".

Di fronte a questo scenario l'Europa è chiamata ad essere non solo quella della moneta unica, come avremmo detto ieri, o del fiscal compact come diciamo oggi, ma l'Europa della pace, della cooperazione, delle nuove politiche sociali, economiche, ambientali, della sicurezza che passa attraverso la forza della politica, la conoscenza dell'altro, la ricerca continua del dialogo, del confronto, della comprensione e se necessario, anche quella di inviare aiuti militari per difendere le popolazioni inermi dai massacri. In questi anni – ha aggiunto Corsini - gli affondi contro la guerra di liberazione e la lotta al nazi-fascismo sono stati tanti e legittima è la preoccupazione espressa soprattutto dalle Associazioni di Partigiani che possa essere dimenticato il contributo dato dalla Resistenza alla libertà del nostro paese. Io credo che ciò non avverrà perché la lotta di liberazione non ha significato solo combattere contro l'occupazione straniera, ma ha contribuito a varare una carta costituzionale riconosciuta tra le più democratiche del mondo, proprio perché ha saputo raccogliere l'eredità dei valori e degli ideali che furono alla base della Resistenza”.

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