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Cronaca

Elezioni regionali, Rolando (Lega): "Quale impegno ambientale-costiero per gli ambiti protetti?"

"La vocazionalità ambientale asserita nel programma elettorale della Regione Emilia-Romagna, promosso anche dal Comune di Ravenna, trova riscontro solo nelle chiacchere"

"La vocazionalità ambientale asserita nel programma elettorale della Regione Emilia-Romagna, promosso anche dal Comune di Ravenna, trova riscontro solo nelle chiacchere". Così asserisce Gianfilippo Rolando, consigliere comunale della Lega di Ravenna e candidato regionale per la provincia di Ravenna alle elezioni di domenica 26 gennaio.

"In area locale, le valli e le pinete sono l’attuale triste documentazione del non fare che però trova riscontro nella politica del fare con regole sempre più restrittive, riducendo drasticamente le varie attività, l’uso e le destinazioni storiche di tali ambienti - commenta Rolando - Il riferimento riguarda i futuri rischi per la pesca ricreativa con i bilancioni, quelli della caccia nelle riduzioni degli appostamenti nella Piallassa Baiona, altri con la gestione della pesca e acquacoltura nelle acque interne, ulteriori per la raccolta dei funghi, tartufi, frutti di bosco e anche il legnatico. Nelle prossime elezioni, come proponente ravennate per la Lega ho inserito queste tematiche nel mio programma regionale sapendo che sono settori dallo sviluppo dimenticato, che potrebbe generare una valorizzazione e tutela ambientale nell’affermazione di un’economia, di posti di lavoro e di investimenti compatibili ed affermativi per la popolazione ravennate. Oggi le zone umide di proprietà pubblica sommano circa 5.000 ettari, gli ambiti pinetali a circa 6.000 ettari comprensivi del demanio statale, tutti senza gestione e improduttivi. Per renderli maggiormente fruibili indico un piano di gestione costruttivo per migliorarne le vocazionalità e per consolidare la presenza compatibile dell’uomo, per attivare risorse finanziarie europee di investimento oltre a valorizzarne i turismi nelle sue varie forme. Sono del parere che i bilancioni di pesca ricreativa debbano essere sanati nella loro architettura ma confermati nella loro presenza, sospendendo le criticità esistenti per regole spesso contraddittorie che dovranno essere riviste; analoga la proposta di un programma per la pesca sportiva e agonistica con un maggiore numero di campi di gara attrezzati, con l’apertura gestionale di pesca sportiva delle ex cave offerta alle associazioni, con la realizzazione di scale di risalita nei corsi d’acqua fluenti interrompendo gli effetti negativi sulle migrazioni del pesce e di tutte le altre specie. La mia attività sarà affermativa di una gestione positiva delle zone umide ravennati individuando conduzioni, proponendo investimenti ambientali e un piano per ottimizzare valori aggiunti. Sono del parere di rivedere i poteri decisionali dell’Ente Parco del Delta del Po oltre alla sua competenza nelle aree ravennati, che nulla hanno in comune con il fiume Po e con l’inconcludenza gestionale di tale Ente i cui oneri sono a carico dei cittadini della Regione e della comunità ravennate".

"A conferma degli obiettivi di un mio prossimo impegno - aggiunge il candidato - devo documentare la contraddittorietà della Regione (Presidente Stefano Bonaccini), del Comune di Ravenna (Sindaco De Pascale) e dell’Ente Parco del Delta del PO che nell’agosto 2018 firmarono un protocollo con il Governo con l’allora Ministro Maurizio Martina per una disponibilità finanziaria di 5 milioni di euro per risanare la Piallassa della Baiona. Il Presidente Bonaccini affermò che “Il protocollo che abbiamo sottoscritto rappresenta un grande risultato per la valorizzazione e la cura di un patrimonio, unico della nostra regione”. Furono solo parole: infatti tali risorse non esistono più per la non presentazione di un progetto esecutivo a fronte di quello di fattibilità, dimostrando il non fare di queste entità politiche, invero il recente disastro ecologico della valle della Canna che fu segnalato da dirigenti regionali un anno prima al Comune di Ravenna e all’Ente Parco del delta del Po senza generare alcun provvedimento. Fu incuria o dimenticanze volutamente volute per incapacità amministrativa o vocazionale di questa politica ormai da troppo tempo complice del suo ruolo imperante di governo regionale?".

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