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Cronaca

Si è spento il 'fiocinino' Elio 'Batòno' Ghiberti, memoria storica di Sant'Alberto

Aveva trasformato la sua abitazione di Sant'Alberto in un museo in cui esponeva i suoi meravigliosi manufatti costruiti con il materiale reperito in valle

Si è spento nei giorni scorsi Elio Ghiberti, memoria storica di Sant'Alberto. Ghiberti, conosciuto da tutti come 'Batòno', era nato l'11 marzo del 1928, aveva 93 anni ed è deceduto in seguito alle complicanze di una malattia. Negli ultimi anni si era dedicato soprattutto alle attività di artista e modellista, ma durante la sua lunga vita aveva svolto diversi lavori: dal barcaiolo al falegname, dal bracciante al camionista, ma da tutti era ricordato e conosciuto soprattutto per la sua attività di 'fiocinino', il pescatore di frodo di anguille.

Aveva trasformato la sua abitazione di Sant'Alberto in un museo in cui esponeva i suoi meravigliosi manufatti costruiti con il materiale reperito in valle; una casa-museo sulle sue vicissitudini e sulla storia contemporanea della vita povera della comunità insediata fra la cassa di colmata del lamone e le valli di Comacchio, allora di esclusiva fruibilità da parte dei comacchiesi, meta puntuale di chi per vivere era costretto a improvvisarsi brigante o dove con il corrispettivo delle moderne tangenti ci si recava a pescare previo “accordo” con le guardie del Comune.

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"Per tutti noi cresciuti a Sant’Alberto bastava la sola evocazione del nome 'Batono' per volare con la fantasia e immaginare una vita che era tante vite della nostra storia - lo ricorda il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni - Da bambini, infatti, le visite in via Rivaletto per ammirare i modellini di legno dei mezzi agricoli, i richiami, gli stampi, le reti erano solo il punto di partenza per un viaggio con la mente ai tempi nei quali l’anguilla (pescata di notte di frodo) non era solamente un piatto ricercato per alcuni ristoranti gourmet, ma la fonte di sussistenza di intere famiglie, le valli un nascondiglio per i partigiani e Boscoforte una casa, un rifugio e non una preziosa meta di escursioni turistiche. Pesca, acqua, caccia, canne: quelle mani che erano capaci di costruire qualunque cosa e tanti, tantissimi racconti di quella che sono le nostri radici. Elio è stato un bel pezzo di Sant’Alberto, con i suoi fatti, i suoi cambiamenti, la sua natura, la nostra storia".

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