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Cronaca

L'Emilia-Romagna passa in zona arancione: nuove regole con l'ordinanza

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia firmerà una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 10 gennaio

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia firmerà venerdì sera una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 10 gennaio. E tra le regioni che passeranno in zona arancione c'è anche l'Emilia-Romagna, oltre a Calabria, Lombardia, Sicilia e Veneto. L'annuncio arriva dall'ufficio stampa del ministero della Salute. 

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Emilia-Romagna, Lombardia, Calabria, Sicilia e Veneto in zona arancione: l'ordinanza di Speranza

L'ordinanza sarà valida fino al 15 gennaio, data in cui scadrà il dpcm. Con il nuovo dpcm verranno valutate eventuali proroghe. Secondo i dati del monitoraggio del ministero della Salute e Iss al 5 gennaio 2021 e relativi alla settimana 28 dicembre 2020-3 gennaio 2021, il valore soglia è stato raggiunto da Lombardia e Molise (entrambe a 1.27), Calabria (1.14), Valle d'Aosta (1.07) Emilia Romagna (1.05), Sicilia (1.04). Sardegna e Liguria (1.02 entrambe), Umbria (1.01) Puglia A 1.

Secondo la bozza nel periodo 15-28 dicembre 2020, l'indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 (range 0,98 - 1,13), in aumento da quattro settimane e per la prima volta, dopo sei settimane, sopra uno. Nella bozza si osserva, dopo alcune settimane di diminuzione, nuovamente un aumento dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni (313,28 per 100.000 abitanti tra il 21 dicembre e il 3 gennaio contro lo 305,47 per 100.000 abitanti tra il 14 e il 27 dicembre. Si evidenzia, in particolare, il persistente valore elevato di questo indicatore nella Regione Veneto (927,36 per 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni).

Il rischio, secondo l'Iss, è quello di una epidemia non controllata e non gestibile dovuto a un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di Covid sul territorio nazionale in un contesto in cui l'impatto sui servizi assistenziali è ancora alto nella maggior parte delle Regioni. Sono 13 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (contro le 10 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale torna a essere sopra la soglia critica (30%). 

Cosa cambia nelle regioni in zona arancione dal 10 al 15 gennaio 2021

Cosa cambia per i cittadini? Nelle zone arancioni, i negozi restano regolarmente aperti, fatto salvo ovviamente il rispetto delle misure anti-Covid. Sono invece chiusi bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie (ad eccezione delle mense e del catering). Resta consentita la possibilità di effettuare la consegna a domicilio e fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Saranno ovviamente chiusi musei, palestre, piscine, centri benessere e centri termali mentre sono aperti i centri sportivi (chiusi invece nelle zone rosse).

Diverso il discorso per quanto riguarda la mobilità. Di norma nelle zone arancioni è consentito circolare liberamente all’interno del proprio comune dalle 5 del mattino alle 22, senza dover presentare alcuna autocertificazione. Le cose cambiano se ci si vuole recare al di fuori del proprio comune: in tal caso anche per chi abita nelle regioni arancioni è necessario presentare una autocertificazione indicando che lo spostamento è dovuto a motivi di lavoro, salute, urgenza o necessità.

Il decreto approvato in Cdm lo scorso 5 gennaio prevede però un’altra deroga: nonostante la zona arancione, nei giorni del 9 e 10 gennaio 2021 saranno consentiti “gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”. Va infine sottolineato che il medesimo decreto prevede il divieto di spostamento tra regioni e province autonome anche per le zone gialle.

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Bonaccini: "Colpa di cene e pranzi durante le feste"

"Mi diceveno giovedì gli epidemiologi della mia regione che ora abbiamo molti focolai familiari, e questo è dovuto sicuramente a molti pranzi e cene durante le festività", ha commentato venerdì il presidente Stefano Bonaccini a Mattino Cinque. Bonaccini ricorda che d'intesa tra Governo e Regioni "sono stati abbassati i parametri", compreso il valore Rt, per la classificazione dei territori in base al rischio. "L'Rt dell'Emilia-Romagna certamente non avrebbe rischiato di farci diventare arancioni - aggiunge Bonaccini - poi però ci sono anche altri parametri con cui va incrociato". In tutta Europa, rileva comunque il governatore, "ci sono situazioni anche più pesanti di quella italiana. Quindi vuol dire che la terza ondata non è esclusa. Per questo serve che i comportamenti continuino a essere i più adeguati possibili", rinnova la raccomandazione Bonaccini.

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