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Cronaca

Erano in carcere per rapine, furti e spaccio ma prendevano il reddito di cittadinanza: scoperti 11 'furbetti'

In 6 casi la domanda per il sussidio era stata avanzata direttamente dallo stesso soggetto poi ristretto agli arresti, in 4 casi dal coniuge e solo in un caso da altro familiare

I finanzieri della prima compagnia di Ravenna, della compagnia di Faenza e della tenenza di Lugo, nell’ambito delle quotidiane attività di servizio finalizzate a contrastare l’indebito accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno al reddito, hanno individuato e sanzionato 11 persone già note alle forze dell'ordine che tra giugno e ottobre 2020 hanno ottenuto illecitamente il reddito di cittadinanza anche per il periodo in cui erano ristretti in regime detentivo, con un danno per l’ente pubblico assistenziale di oltre 40.000 euro.

Con la legge di conversione del Decreto Legge n. 4/2019 istitutivo del reddito di cittadinanza, è stato infatti inserito nel testo il comma tredicesimo dell’art. 3 che prevede una specifica decurtazione del sussidio pubblico qualora il nucleo familiare beneficiario annoveri tra i suoi componenti soggetti che si trovano in stato detentivo o la sospensione del beneficio per il periodo di detenzione se l’arrestato è l’unico beneficiario.

In merito, l’attività ispettiva è stata avviata a seguito di un’analisi a vasto raggio sui nominativi acquisiti presso il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, relativamente ai soggetti che hanno richiesto il beneficio antecedentemente o in costanza di detenzione. Gli analitici riscontri portati quindi a termine dai reparti territoriali dipendenti dal comando provinciale della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Inps, hanno permesso di riscontrare tali segnalazioni e di individuare ben 11 persone, già recluse in carcere per vari reati, che facevano parte di nuclei familiari che avevano riscosso il beneficio senza alcuna decurtazione, non avendo provveduto a segnalare tale circostanza né in sede di prima istanza, né successivamente.

Nel dettaglio, in 6 casi la domanda per il sussidio era stata avanzata direttamente dallo stesso soggetto poi ristretto agli arresti, in 4 casi dal coniuge e solo in un caso da altro familiare. Gli arrestati - di cui 6 cittadini italiani e 5 extracomunitari residenti a Ravenna, Faenza e Bagnacavallo - sono risultati detenuti sia in fase di custodia cautelare che per espiazione della pena definitiva, con riguardo a un novero di gravi reati tra cui ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, furto in abitazione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e maltrattamenti in famiglia. In un caso, poi, il soggetto controllato non solo è risultato essere sottoposto alla misura cautelare detentiva, ma a suo carico è stata anche accertata la mancata indicazione tra i componenti del proprio nucleo familiare della madre, percettrice di pensione e intestataria di diversi cespiti patrimoniali; cosa che, se dichiarata, non gli avrebbe consentito di ottenere il reddito di cittadinanza per il superamento della soglia massima reddituale prevista dalla legge.

Al termine degli approfondimenti svolti, tutti gli 11 illeciti percettori del reddito di cittadinanza sono stati segnalati alla competente sede territoriale dell’Inps per il recupero delle somme indebitamente riscosse e sono stati inoltre denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna. Il reato prevede la reclusione da due a sei anni per coloro che producono dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere.

Le attività di controllo testimoniano il costante impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito a danno della spesa pubblica nazionale, al fine di prevenire e reprimere tutti gli illeciti che incidono sulle risorse pubbliche destinate alle famiglie realmente bisognose e maggiormente colpite dagli effetti economici derivanti dall’emergenza in atto.

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