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Cronaca

La musica (di nuovo) al centro: per Sanremo Amadeus prenda spunto dall'Eurovision

Se c’è stato un pregio nell’edizione da poco conclusa, quello è stato proprio il ritmo e l’incredibile centralità data alle canzoni in gara: ogni sera, uno dopo l’altro si esibivano i concorrenti, in un ritmo serrato, quasi senza soluzione di continuità e soprattutto evitando inutili perdite di tempo

Una delle principali critiche mosse al Festival di Sanremo, anno dopo anno, anche da parte di chi lo apprezza e lo segue assiduamente, è la poca considerazione riservata alle canzoni e la conseguente mancanza di ritmo, dovute in particolare al tempo perso tra inutili gag e lunghe ospitate di personaggi di cui spesso si potrebbe tranquillamente fare a meno. Tutto questo comporta una durata delle serate difficilmente sostenibile, se non per chi la mattina successiva non ha proprio nulla da fare. Mentre la musica, ahinoi, nonostante i soliti grandi proclami nelle conferenze stampa pre-kermesse, viene spesso relegata in secondo piano, quasi fosse una scocciatura da sbrigare nei buchi liberi.

Da questo punto di vista, ritengo che nel processo di svecchiamento del Festival portato avanti da Amadeus nel corso delle ultime edizioni, il conduttore debba guardare con decisione all’altrettanto criticata (ma per altri motivi) manifestazione canora internazionale: l’Eurovision Song Contest. Se c’è stato un pregio nell’edizione da poco conclusa, quello è stato proprio il ritmo e l’incredibile centralità data alle canzoni in gara: ogni sera, uno dopo l’altro si esibivano i concorrenti, in un ritmo serrato, quasi senza soluzione di continuità e soprattutto evitando inutili perdite di tempo. I conduttori sono riusciti comunque a essere tra i protagonisti limitandosi però a pochi, e brevi, intermezzi.

E in tutto questo non sono comunque mancate pubblicità o scenette come quelle legate alle bellezze delle città italiane. Eppure alle 23.30 di ogni sera si erano già esibiti tutti e lo show si avviava alla conclusione. La musica, insomma, è tornata finalmente al centro di tutto (fa ridere dover sottolineare quella che dovrebbe essere un’ovvietà per un concorso canoro, ma tant’è). E, notizia delle notizie: l’Eurovision è stato seguitissimo. Segno che l’interesse per la musica c’è, e non è necessario per forza dover infarcire lo spettacolo con fastidiosi orpelli.

Ricordo invece che a Sanremo le cose sono di norma molto diverse: spesso verso le undici di sera hanno cantato appena cinque o sei artisti, a causa della contemporanea presenza sul palco di comici e soubrette che quasi sempre risultano fuori luogo e appesantiscono l’evento. Costringendo poi l’organizzazione a sparare una raffica finale di canzoni a tarda ora, con dirette che non terminano prima dell’una e mezza di notte (a volte anche più tardi). Orari non compatibili, e oserei dire quasi irrispettosi, per chi il giorno dopo deve svegliarsi per andare a scuola o a lavorare. Ora la domanda è: Amadeus eri anche tu davanti al televisore? Perché non prendi spunto da qui per il prossimo Festival? Quello messo in mostra dall’Eurovision è un modello che ha funzionato e che non mi sembra così difficile da replicare (non sto parlando di qualità musicale, quello è un altro discorso). Un modello in cui finalmente la musica è tornata al centro dello show. Evviva!

A questo link è possibile ascoltare il podcast 'Suono ma nessuno apre'

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