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Cronaca Faenza

Frode con Audi, Porsche, Bmw e Hummer: scoperta evasione da 27 milioni

Quattro le persone denunciate alla Procura di Ravenna per reati tributari. È stata proposta la confisca per equivalente di beni mobili e immobili riconducibili direttamente ai soggetti e alle società oggetto di indagine

La Guardia di Finanza di Faenza ha scoperto una frode fiscale da 27 milioni di euro commessa da 6 imprese che operavano nel settore del commercio di veicoli e di imbarcazioni da diporto e avevano realizzato una maxi frode fiscale per evadere le imposte italiane. Tutte le imprese coinvolte nella frode, riconducibili, a vario titolo ad un imprenditore faentino di 53 anni, di fatto il deus ex machina del sodalizio criminoso e da sempre evasore totale, avevano sede sul territorio nazionale, nella Repubblica di San Marino e nella zona franca di Madeira (Portogallo) ed operavano in totale spregio delle normative fiscali.

In realtà le imprese, anche con sedi fittizie in Paesi a fiscalità agevolata, risultavano una sorta di "concessionario virtuale" ed erano domiciliate nell’abitazione di residenza dell’imprenditore. Le verifiche fiscali hanno permesso ai finanzieri di ricostruire minuziosamente la contabilità amministrativo-fiscale e accertare l’inesistenza di fatto di alcune società che sono risultate mere “cartiere” (create al solo scopo di agevolare l’evasione delle imposte di altre società) utilizzate nell’ambito di un collaudato sistema evasivo, in essere da circa dieci anni. Il sistema, attraverso l’utilizzo di false “società filiali” estere, permetteva di commercializzare autovetture, motoveicoli, imbarcazioni da diporto e accessori in genere a prezzi resi concorrenziali grazie alla fraudolenta evasione d’imposta. 

Il meccanismo scoperto dalle Fiamme Gialle rientra nella cosiddetta “frode carosello”, una frode all’Iva comunitaria che consiste, in sintesi, in una “fatturazione triangolare”: il bene viene venduto da un fornitore nazionale ad una società con sede fittiziamente posta nella Repubblica di San Marino e nella zona franca di Madeira (Portogallo) in esenzione dell’Iva; successivamente il bene viene ceduto ad una società italiana “cartiera” che non presenta alcuna dichiarazione e lo rivende, sempre sul territorio nazionale, con l’emissione di false fatture, senza mai provvedere al versamento all’erario dell’Iva che costituiva l’illecito profitto. 

Le società straniere, di fatto “esterovestite” e la cui sede è stata ricondotta in Italia, creavano così concorrenza sleale nei confronti degli onesti operatori economici del settore che emettono regolare fattura. Grazie a tale “escamotage” sono stati venduti in Italia oltre mille veicoli soprattutto di grossa cilindrata: autovetture (Audi, Porsche, Bmw e Hummer), motociclette (Kawasaki e Honda) e imbarcazioni (velieri e gommoni d’altura), conseguendo ricavi per circa 27 milioni di euro complessivi mai dichiarati al Fisco; tra questi anche quelli conseguiti dalle società estere, per le quali è stata configurata l’esterovestizione della residenza fiscale. Le imposte evase ammontano complessivamente a circa 14 milioni di euro, pari a 5 milioni di Iva, 8 milioni di imposte dirette e circa un milione di Irap.

Quattro le persone denunciate alla Procura di Ravenna per reati tributari. È stata proposta la confisca per equivalente di beni mobili e immobili riconducibili direttamente ai soggetti e alle società oggetto di indagine. La Guardia di Finanza, unico organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario, nel contrastare l’evasione fiscale, soprattutto se attuata con sistemi di frode articolati e complessi, garantisce un fisco più equo e tutela le imprese sane e rispettose delle regole. 

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