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Cronaca Lugo

Ristoratore si fa beffa del Fisco con scontrini "tarocchi"

Dopo aver controllato un cliente all'uscita dell'esercizio sono entrati nel locale: quello che fino a pochi minuti prima era solo un sospetto, si è concretizzato in una realtà inconfutabile

Notevole il flusso di persone che si recavano in un ristorante take-away del lughese: non solo una piacevole serata da trascorrere in compagnia, ma anche una grandissima quantità di cibo da asporto. I militari della Guardia di Finanza, durante le attività di controllo economico del territorio, si erano, però, accorti di una strana anomalia. Dall’esterno del locale appariva evidente che l’esercente facesse i calcoli per quantificare l’importo complessivo con grande attenzione.

Peccato però che non avvenisse sempre sul regolare registratore fiscale. Incuriositi, i finanzieri hanno dedicato qualche attenzione in più a questa situazione. Dopo aver controllato un cliente all’uscita dell’esercizio sono entrati nel locale: quello che fino a pochi minuti prima era solo un sospetto, si è concretizzato in una realtà inconfutabile. I proprietari del ristorante avevano un modo tutto loro, ma ormai ben noto alla Guardia di Finanza, di contabilizzare gli importi.

Accanto al registratore di cassa c’era una calcolatrice con rotolo bianco, che facilmente poteva indurre in errore il cliente che chiedeva il normale “conto”.  Le Fiamme Gialle, entrate nel locale, hanno, quindi, effettuato due stampe (cosiddette “strisciate”), comprensive degli importi giornalieri. La prima strisciata era quella del registratore di cassa regolare, la seconda quella della calcolatrice ambigua. Chiaramente gli importi non erano affatto corrispondenti.

L’esercente batteva alternativamente o il regolare scontrino fiscale o l’ irregolare conto dalla calcolatrice. Si è subito rilevato che i pochissimi scontrini fiscali emessi nell’arco della giornata, fossero già caratterizzati dai singoli importi delle portate per la cena. In poche parole, all’interno dello scontrino emesso non vi era solo il “totale” del conto, ma vi erano “i singoli importi” di ciò che era stato consumato, analiticamente indicati.

Quest’ultima considerazione lascia intendere che fungendo il registratore di cassa anche da calcolatrice, non vi fosse alcuna ragione perché l’esercente digitasse l’importo prima sulla calcolatrice e poi sul registratore di cassa. Questa procedura sarebbe stata assolutamente inutile ed avrebbe solo duplicato quanto già poteva emergere dallo scontrino fiscale regolare. Appariva evidente che gli importi rilevati dalla calcolatrice non fossero stati “battuti” come scontrino fiscale.

I finanzieri hanno allora confrontato ogni singolo importo dei pochi scontrini fiscali emessi con i  molti calcoli individuati dal rotolo della calcolatrice. In una sola giornata sono state rilevate ben 46 mancate emissioni. Facendo un rapido calcolo si può facilmente capire la portata di questa evidenza. Considerando un importo medio di 25 euro per ogni mancata emissione e moltiplicandolo per le 46 mancate emissioni individuate, si ottiene un importo di ben 1.150 euro in una sola giornata.

Ragionando per assurdo e ipotizzando invece che di 1.150 un importo di 800 euro a serata in evasione e moltiplicando questa cifra per un minimo di giornate di apertura all’anno, valutate, per difetto, in numero di 300, si otterrebbe, tanto per fare i conti della “casalinga di Voghera”, la cifra di 240.000 euro totalmente sottratte al Fisco per ogni singolo anno di gestione.

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