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Cronaca

Fabbrica Vecchia in fiamme, Ancisi (LpRa): "Un incendio annunciato"

"La cosa urgentissima e obbligatoria (lo impone la legge trattandosi di edifici monumentali) è mettere in totale sicurezza quello che sopravvive degli antichi edifici"

È stato un "disastro annunciato" quello che domenica scorsa ha incendiato l’ala sud della storica Fabbrica Vecchia: ne è convinto Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna. Sorta nel 1762, come Casone della Sanità, nell’odierna Marina di Ravenna, sulla sponda destra del canale Candiano all’imboccatura della pialassa Piomboni, ospitava allora, nella parte andata in fumo, le stalle, i fienili e alcuni depositi. Insieme al Marchesato, costruito al suo fianco nel 1781 come magazzino e rivendita, rappresenta il più antico insediamento dell’attuale moderno porto ravennate.

"L’uno e l’altro giacciono però da qualche decennio in abbandono, circondati da pantano e degrado, ridotti a pezzi e recintati alla meno peggio perché a rischio di crollo - spiega Ancisi - Nel 2017 la Fabbrica Vecchia subì tuttavia il crollo del tetto. Nel maggio di quell’anno il comitato locale, costituito nell’ormai lontano 1979 per tutelare e valorizzare l’intero complesso monumentale, aveva denunciato come l’edificio fosse diventato “luogo di bivacco e grave pericolo”. Non stupisce dunque che abbia dichiarato che “le cause dell’incendio si può presupporre siano da imputarsi ai numerosi frequentatori abusivi dei fabbricati che facilmente superano le recinzioni esistenti di ‘messa in sicurezza’, purtroppo insufficienti”. Nelle scorse settimane, i Carabinieri di Marina di Ravenna avevano anche ricevuto segnalazioni di intrusioni notturne. Lista per Ravenna, da sempre a fianco del comitato per sostenerne in sede politica e istituzionale le istanze e gli appelli, ha chiesto più volte in consiglio comunale, nel corso di questo stesso mandato amministrativo, mentre sollecitava la realizzazione del restauro dei due edifici, che il Comune, in quanto proprietario, li mettesse al sicuro da ulteriori cedimenti e da maldestre infiltrazioni abusive. Inutilmente, nonostante le assicurazioni ricevute dall’assessore di turno".

Il recupero di Fabbrica Vecchia e Marchesato fa capo ad un accordo tra Comune di Ravenna e Autorità portuale di molti anni fa, secondo cui il primo avrebbe acquisito le quote di proprietà del complesso fondiario che gli mancavano, mentre la seconda si sarebbe fatta carico di ristrutturare gli edifici per destinarli ad attività di interesse portuale. Il completamento dell’operazione immobiliare è stato comunicato nel consiglio comunale dell’11 febbraio scorso. Sull’investimento strutturale, vale l’esito di un incontro avvenuto in Prefettura il 6 marzo 2019 tra tutti gli enti pubblici interessati al porto e le associazioni imprenditoriali, dove si concordò - dichiarato dal sindaco - che “oltre a trasferirvi la sede portuale dei Vigili del Fuoco, è in progetto la realizzazione di un nuovo loro polo addestrativo dei sommozzatori, che consentirà in futuro di concentrare in quell’area la massima parte anche delle basi logistiche”. Intanto l’Autorità portuale stessa ha inserito in un appalto di opere da 15 milioni programmato per il 2021 la ricostruzione della banchina antistante la Fabbrica Vecchia/Marchesato del costo di 4,4 milioni.

"In data 17 febbraio, ho rivolto perciò al sindaco una nuova interrogazione, a cui attendo risposta non oltre il 23 giugno - continua il consigliere d'opposizione - chiedendogli di “far conoscere al consiglio comunale, e quindi alla città, quali siano le linee del progetto in questione a carico all’Autorità portuale, partendo dall’ipotesi di insediarvi la sede portuale dei Vigili del Fuoco”. Ma con l’occasione, oltre a raccomandare che non si perdano altri anni in lungaggini e distrazioni, tornerò ad insistere perché la cosa urgentissima e obbligatoria (lo impone la legge trattandosi di edifici monumentali) è mettere in totale sicurezza quello che sopravvive degli antichi edifici, vigilando seriamente perché sia rispettato il divieto di accesso e di mala frequentazione, prima che ne restino solo macerie e bivacchi".

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