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Cronaca Faenza

Designati il 'Faentino lontano' e il 'Faentino sotto la torre' 2019: ecco chi sono

La cerimonia di consegna dei premi avrà luogo al teatro comunale Masini nel corso della 60esima edizione della Giornata del Faentino lontano

La Giunta comunale, preso atto delle valutazioni del Comitato del Faentino Lontano in merito alle candidature presentate, ha assegnato le onorificenze del Faentino lontano e del Faentino sotto la Torre per l’anno 2019. Il prestigioso riconoscimento di Faentino lontano è andato a Giuliano Ortelli, mentre il Faentino sotto la Torre è Cesare Donati. La cerimonia di consegna dei premi avrà luogo domenica 23 giugno 2019, al teatro comunale Masini, nel corso della 60esima edizione della Giornata del Faentino lontano.

Faentino lontano

Giuliano Ortelli è nato a Faenza il 16 febbraio del 1933 e attualmente vive a Bollate (Milano). Ha frequentato le scuole elementari a Reda durante la guerra, le scuole medie e i primi tre anni di liceo scientifico presso i Salesiani di Faenza, mentre gli ultimi due anni nel liceo scientifico di via Cavour. Nel marzo del 1960 consegue la laurea in Chimica presso l'Università di Bologna e dopo 15 giorni supera l'esame di Stato. Da studente universitario, per cinque campagne, lavora allo Zuccherificio Eridania di Granarolo Faentino. Nel marzo del 1960 viene assunto alla Montedison di Avigliana (Torino), in addestramento per il nuovo stabilimento, in costruzione, di vernici e pitture Duco di Codogno (Milano). Dal 1961 a Codogno riveste il ruolo di responsabile collaudi e, dal 1966, quello di responsabile di produzione. Dimessosi nel giugno del 1968, Ortelli passa alla società Max Meyer Vernici di Milano, in qualità di dirigente responsabile dello stabilimento. L'attività della Max Meyer era cinque volte superiore a quella Duco: oltre alla linea "casa", l'azienda milanese traeva buone percentuali di fatturato anche dall'industria, dall'ambito delle riparazioni di carrozzerie e nel settore legno. Negli anni 1973-‘74 segue la ristrutturazione di un piccolo colorificio a Casavatore (Napoli), che successivamente diventerà lo stabilimento specializzato per le idropitture. Nel 1974, dopo le dimissioni, Ortelli torna nuovamente a Codogno, in Montedison, come direttore tecnico.

Nel 1982 la famiglia Varasi (Max Meyer) acquista da Montedison la Duco e la società Veneziani di Trieste, specializzata in vernici marine. Nasce così la Max Meyer Duco e Ortelli assume la responsabilità di tutti gli stabilimenti (Milano, Codogno Casavatore), seguendone nel tempo le evoluzioni e le specializzazioni. Nel 1985 Ortelli lascia la responsabilità degli stabilimenti e assume quella della logistica, con l'obiettivo di migliorare il servizio e ridurre i costi. Si tratta di rivoluzionare lo stato dell'essere delle due società, con la chiusura di ben 38 depositi sui 41 esistenti. Un obiettivo difficile e faticoso, per via della resistenza dei responsabili commerciali e dei clienti, ma che viene portato a termine in soli diciotto mesi. Dal 1987 al 1990 Ortelli assume la responsabilità di capo divisione per i prodotti di protezione industriale nello stabilimento "Veneziani" di Trieste e poi dell'intera fabbrica. Allo stesso tempo viene nominato membro del consiglio di amministrazione della società Veneziani. La carriera di Ortelli prosegue con numerosi altri incarichi dirigenziali fino al pensionamento, nel marzo del 1994. Ma non è per lui ancora tempo di riposare. Apre, infatti, una partita Iva e svolge l'attività di consulente, proseguita fino a dicembre del 2015. Il 2 giugno 1982 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini conferisce a Giuliano Ortelli il titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti acquisiti sul lavoro.

Il riconoscimento di Faentino lontano gli è stato assegnato, come si legge nella motivazione del premio "per la brillante e lunga carriera nel corso della quale Ortelli ha visitato nel mondo più di cinquanta stabilimenti, tra Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Germania, Francia, Svezia, Spagna e Portogallo, di produzioni vernici, pitture/resine, intrattenendo sempre intense relazioni e interscambi industriali".

Foto: Giuliano Ortelli

Faentino lontano 2019 (Giuliano Ortelli)-2

Faentino sotto la torre

Cesare Donati, faentino sotto la torre, è nato a Faenza nel 1937. Dopo aver frequentato le scuole ed essersi diplomato, diventa cuoco provetto. Con questa mansione viene prima assunto dalla compagnia dei vagoni letto delle Ferrovie dello Stato e poi presso l'ospedale Sant'Orsola di Bologna, diventandone capo cuoco. In seguito vince prima il concorso per il posto di direttore delle cucine Ausl di Faenza e comprensorio, poi viene chiamato a collaborare alla progettazione tecnica della mensa interaziendale Gemos. Della Cooperativa Gemos, Donati assumerà negli anni la carica di vice presidente e direttore generale, oltre a quella di reggente della Casa per ferie del Ministero della Marina Mercantile. Sotto la sua direzione la Cooperativa Gemos cresce notevolmente. Numerose le mense scolastiche, per operai e ospedaliere, che prendono avvio, contribuendo allo sviluppo non solo dell'azienda ma dell'intera economia del territorio faentino. Cesare Donati decide poi di dedicare il suo tempo al volontariato sociale ed entra nell'associazione dei Centri sociali faentini, prima come vice presidente, per essere poi eletto, nel 2007, presidente del centro sociale Laderchi. Come presidente del centro sociale, così come aveva fatto nel corso della propria attività lavorativa, Donati si adopera per creare un clima familiare, di amicizia e solidarietà, cercando di trasformare il Centro in un luogo dove star bene in compagnia, per combattere la solitudine degli anziani attraverso attività ludiche e culturali. Da subito, al fine di riorganizzare e mettere in sicurezza il Centro, si rende conto della necessità di importanti investimenti. Per autofinanziarsi decide così di investire sulla cucina, organizzando, con l'aiuto di altri volontari, pranzi sociali che hanno un gran successo.

Sempre con l'aiuto e il sostegno del consiglio direttivo, Donati ha l'intuizione di aprire l'ingresso anche ai giovani, continuando contemporaneamente a organizzare feste, balli, gite, gare di briscola, burraco, gioco del biliardo, tombola. L'attività gratuita svolta dai volontari consente negli anni risparmi economici che Donati, d’accordo col consiglio, decide di usare per le migliorie e i bisogni del Centro, fra i quali la tinteggiatura delle sale, l'installazione di condizionatori, la messa in sicurezza degli impianti, l'acquisto di un biliardo, il rinnovo della cucina, ecc. Nel 2015, con grande senso civico e in accordo con l'Amministrazione comunale, decide il restauro del grande androne di Palazzo Laderchi, un maestoso ingresso che soffriva del degrado del tempo. In questa iniziativa, pur accollandosi la parte più importante del finanziamento, Donati riesce a coinvolgere anche le varie associazioni che hanno sede in Palazzo Laderchi. Una ristrutturazione lunga e impegnativa, svolta sotto la guida delle Belle Arti, che, una volta terminato, ha trasformato l'immagine dell'intero palazzo, a cui Donati da seguito con il progetto di rifacimento e ristrutturazione delle banchine delle finestre del piano terra, mai ripristinate dal tempo della guerra, che ha preso avvio nel 2018.

L'onorificenza di Faentino sotto la Torre gli è stata assegnata "oltre che per i risultati conseguiti nella sua attività lavorativa, per l’impegno profuso nel campo del volontariato sociale e la lodevole e preziosa collaborazione con l’Amministrazione comunale nell’opera di restauro dell’androne di Palazzo Laderchi e delle banchine delle finestre al piano terra del palazzo".

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