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Cronaca Faenza

Da Faenza a Londra e San Pietroburgo: il viaggio di Achille Laderchi attraverso l'Europa e la Rivoluzione francese

Oltre due secoli fa, il nobile faentino compì un viaggio di un anno e mezzo per conoscere l'Europa e tornare a casa come "uomo onesto e sincero"

Oltre due secoli dopo il suo grande viaggio, la Romagna celebra uno dei suoi illustri cittadini: Achille Laderchi. Proprio lui è il protagonista dell'edizione 2022 della Sagra del Pellegrino di Faenza, con vari appuntamenti fra aprile e maggio per riscoprire la straordinaria avventura di un romagnolo del diciottesimo secolo. Una vicenda che per molti, forse, non è nota, ma che è giusto riscoprire: la storia di un grande viaggio compiuto attraverso l'Europa nel periodo della Rivoluzione francese.

Un “Gran viaggio” che gli storici hanno potuto ricostruire partendo proprio dalla corrispondenza dello stesso Laderchi. 51 delle sue lettere sono infatti ancora oggi conservate dalla Biblioteca Manfrediana e dalla Sezione di Faenza dell’Archivio di Stato. Un prezioso epistolario che ci tramanda una preziosa testimonianza sulle condizioni economiche e sociali di un mondo alquanto diverso da quello dello Stato Pontificio, a partire dalla Parigi rivoluzionaria e dall’Inghilterra dove si poteva già assistere alla produzione delle moderne fabbriche industriali.

Il Gran viaggio di Achille Laderchi (1788-1790)

Nato a Faenza il 4 settembre 1754 da Giacomo e Maddalena Pazzi, Achille Laderchi (1754-1835) era il terzogenito della famiglia. Iniziò il suo viaggio in Europa non ancora trentacinquenne e la sua speranza era quella di tornare "uomo onesto e sincero" come era partito e non di trasformarsi in "uomo galante e di bel spirito" come auspicato in vari ambienti faentini. 

Achille Laderchi partì da Faenza e arrivò a Milano mercoledì 28 maggio 1788 dopo aver sostato almeno a Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Da Milano, con "una bellissima trottata" raggiunse Torino il 31 maggio. Ripartì quindi da Torino il giorno 3 e secondo gli studiosi dovrebbe aver impiegato sei giorni per raggiungere Lione. Il 15 giugno comunicò al fratello di essere arrivato a Parigi con un viaggio da Lione durato "tre giorni ed ore due e mezza - nonostante le soste di - qualche tempo a Dijon ed a Fontainebleau". Laderchi trascorse così l’inverno a Parigi (soggiorno documentato da 26 lettere al fratello) da dove partì il 3 giugno 1789, poco più di un mese prima della Presa della Bastiglia, per il grande viaggio nel Nord dell’Europa. Oltre al fido accompagnatore Andrea Pasi, Laderchi ebbe come altri compagni del viaggio due italiani conosciuti a Parigi e definiti nelle lettere come il Conte e il Fiorentino.

Lungo l’itinerario del viaggio è documentata la sua presenza il 10 giugno a Strasburgo, il 23 giugno a Monaco di Baviera e il 28 luglio a Dresda. Secondo le descrizioni delle sue lettere rimaste passò anche da Vienna e da Praga: "da Vienna fino a Praga non avvi città o castello che meriti d’essere veduto. Praga è bella, vasta […] ha un bellissimo ponte di pietra". Il 6 agosto, lasciato Dresda, giunse a Berlino, mentre il 22 agosto era già a Varsavia, in Polonia, dove restò almeno fino agli inizi di settembre cercando di riposarsi perché "la strada che resta da fare a Petersbourg occuperà lo spazio di 11 giorni almeno - con un viaggio che - deve essere dei più scomodi che si diano".

Il viaggiatore faentino giunse così a San Pietroburgo il 16 settembre. Qui il soggiorno non fu particolarmente felice a causa di una lite armata e una brutta malattia che colpì Andrea Pasi con una "febbre putrida" che lo minacciò di morte. Lasciata la città russa il 5 novembre, si fermò a Danzica, città polacca sul Mare del Nord. Successivamente tornò a Berlino, passando attraverso la Prussia, e il primo febbraio 1790 arrivò a Dresda. Il 24 marzo scrisse da Francoforte e restò in Germania, terra "che sopra le altre" gli era piaciuta, fino a maggio. Alla fine del mese era di nuovo a Parigi, pronto però a partire presto per l’Olanda "e di vederla il più presto che è possibile, per guadagnare qualche giorno per l’Inghilterra".

A questo punto Laderchi era ormai in viaggio da oltre un anno. Partì il 4 giugno da Parigi, il 6 era a Lille, poi arrivò a Gand e successivamente si fermò tre giorni a Bruxelles. Tappe successive sono a Malines e ad Anversa (in Belgio) per poi raggiungere Amsterdam. Passò quindi da Rotterdam, e non volendo "ritornare in Anversa e di nuovo" a Gand come aveva fatto all’andata, si diresse a Middelburg e si imbarcò per attraversare il canale Schelda e arrivare a Calais. Sbarcato a Dover il 5 luglio, grazie alla carrozza di posta che "va con estrema celerità e provvede li forestieri di ottimi carrozzini, ma si fa pagare in conseguenza - raggiunse Londra - di buon’ora avvendo [..] sempre corso".

Laderchi restò in Inghilterra per tutto agosto e non si limitò a visitare Londra, dove si interessò della produzione della seta, festeggiò in una taverna il 14 luglio "con una società d’inglesi e qualche francese amanti della libertà - e vide - le principali cose che debbonsi vedere e non sono in molto numero". Rimase infatti entusiasta delle campagne inglesi ("quanto sono belle»ì") che eccitavano "piacevoli sensazioni" per cui i Signori inglesi avevano "raggione di vivere almeno otto mesi sulle loro terre". Visitò anche Oxford "città piena di Dottori - e Birmingham - per vedere le manifatture d’acciaio".

Si preparò quindi a tornare a casa. Agli inizi di settembre era di nuovo a Parigi dove si trattenne passando qualche giorno "nella dissipazione" e per programmare il viaggio di rientro in Italia. Partì da Parigi a metà settembre con l’intento di passare da Ginevra e da Torino per arrivare "a celebrare la festa di S.Martino a Prada" con il fratello e pochi amici. Il 14 ottobre è a Ginevra dopo "17 giorni di continuo viaggio - in Svizzera e alla fine di ottobre si fermò - in Torino sette giorni" per poi passare da Milano e arrivare a Faenza entro la prevista data dell’11 novembre.

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