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Cronaca

72 anni fa la Liberazione dal nazifascismo: "Libertà, tolleranza e pluralismo siano un monito per il futuro"

Il 25 aprile è stato ricordato in tutta la provincia, con le tradizionali cerimonie commemorative

Ravenna ha celebrato il 72esimo anniversario della Liberazione dal nazifascimo. Il 25 aprile è stato ricordato in tutta la provincia, con le tradizionali cerimonie commemorative. A Ravenna la tradizionale “Pedalata della Liberazione” (lungo l’itinerario sono stati deposti simbolici omaggi a Classe, nel parco pubblico intitolato al soldato inglese Reginald Barton Stratton, caduto in combattimento durante la Liberazione di Classe il 19 novembre 1944 e al cippo in memoria di Vito Salvigni e Umberto Fussi, due giovani del distaccamento Garavini caduti nella lotta di Resistenza partigiana) ha preceduto la deposizione di corone alla lapide dei partigiani caduti in Piazza del Popolo. Sono intervenuti il sindaco e presidente della Provincia Michele de Pascale ed Erika Tondo in rappresentanza dell’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) della provincia di Ravenna. E' seguita l’esibizione della banda musicale cittadina.

De Pascale ha ricordato “tutte quelle donne e quegli uomini che hanno lottato per la giustizia e per la libertà, pagando per questo anche con la vita. Ravenna nella storia della Resistenza ha avuto un ruolo centrale e la Medaglia d’oro di cui è insignita ne è testimonianza. Quel patrimonio di valori come equità, libertà, solidarietà, tolleranza e pluralismo, conquistati attraverso la lotta di Liberazione rappresenta un riferimento per l’identità dell’Europa intera. Per questo motivo nell’Europa di oggi questi valori non devono essere solo storia e ricordo, ma un monito per il futuro e tutti i giorni dobbiamo impegnarci perché restino vividi anche nelle generazioni future; la democrazia non è mai una conquista definitiva, ma va rinnovata ogni giorno tenendo alti quei valori e rispettando sempre i principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. In questo difficile momento storico caratterizzato da forti tensioni, divisioni internazionali e barbari episodi di violenza, dobbiamo restare uniti proprio intorno ai valori che ci accomunano, in difesa della democrazia e della libertà. I principi dell’antifascismo, della legalità dell’integrazione fra culture, del rispetto delle regole, della parità di diritti, della solidarietà e del lavoro dovranno essere sempre più i principi fondanti il nostro futuro”.

25 aprile 2017, celebrata la Liberazione (foto di Massimo Argnani)

Tondo ha menzionato “tutti quegli italiani che seppero scegliere di stare con la propria Patria. Furono quei giovani, soldati e civili, che dissero di no ai benefici e ai compensi fascisti, offerti della Repubblica Sociale Italiana a chi si faceva repubblichino. Giovani che preferirono la prigione, la deportazione, la lotta per il loro Paese. Anche la morte, come testimonia la meticolosa raccolta su “Resistenza Libertà” delle “Lettere dei condannati a morte. Qui, nella provincia di Ravenna la Resistenza fu lotta di donne e uomini diversi tra di loro per classe sociale, cultura, persino per tradizione familiare e per appartenenza a partiti politici. Donne e uomini che condividevano un sentimento unitario, disposti ad uno sforzo comune, ben consapevoli che dal nazifascismo non poteva esserci una vita futura né per loro né per i loro figli”.

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